Stavolta invece che una bambola gonfiabile a far finire nei guai un uomo con l'accusa di sessismo, è accaduto l'esatto contrario.
Per gli standard della commedia occidentale, la trovata nel suo show non sarebbe sembrata offensiva. Ma la scenetta è diventata uno scandalo oltraggioso nel suo paese. Alle donne non vengono offerte le stesse libertà sessuali degli uomini.
Legioni di ragazzi arrabbiati l'hanno accusata sul web di molestie sessuali. Fino a che la polizia ha avviato una indagine formale che potrebbe costare cara anche alla carriera della comica, divenuta famosa con una serie su Netflix.
Di contro i suoi sostenitori sono scesi in campo a suo fianco affermando che la protesta illustra un doppio standard: una cultura dove gli uomini spesso si vantano di conquiste sessuali e dove le molestie sessuali sono endemiche, ma dove le donne che osano parlare di sesso in pubblico possono ancora essere seriamente penalizzate.
La gag della Park ha toccato un nervo scoperto perché ha suggerito che le donne coreane dovrebbero essere libere di perseguire i propri impulsi sessuali esattamente come gli uomini. Un aspetto che però non piace nemmeno a tante donne coreane, di stampo conservatore, che affermano che la Park ha superato il limite.
Lee Wonjae, un professore del Korea Advanced Institute of Science and Technology che studia online i fenomeni legati alla misoginia, ha rivelato che la maggior parte dei critici della Park non erano troll di siti web misogini o di estrema destra, ma uomini comuni della società tradizionale.
Il sessismo è profondamente radicato in Corea del Sud. I giornali hanno spesso denunciato il diffuso fenomeno di uomini che usano telecamere nascoste per spiare le donne nei bagni pubblici e negli spogliatoi.