Jennifer Lopez e il sesso nel contratto, quante volte bisognerebbe avere rapporti in un matrimonio? Cosa dice il sessuologo

Marco Inghilleri, psicoterapeuta: "Dopo 5 anni la relazione cambia. Occorre avere la capacità di trasformare la sessualità da una dimensione erotica ad una di tipo affettivo"

Sabato 30 Aprile 2022 di Graziella Melina
Jennifer Lopez e il sesso nel contratto, quante volte bisognerebbe avere rapporti in un matrimonio? Cosa dice il sessuologo

Per evitare le infedeltà e mantenere nel tempo un buon rapporto di coppia, programmare a tavolino la vita intima è del tutto controproducente. Secondo Marco Inghilleri, psicoterapeuta, sessuologo e vicepresidente della Società italiana di sessuologia ed educazione sessuale (Sises), «formalizzare una condizione che non è formalizzabile è impossibile; il matrimonio dovrebbe essere un punto di arrivo di un innamoramento». Insomma la ricetta Jennifer Lopez e Ben Affleck che hanno inserito come clausola nel contratto prematrimoniale una frequenza di 4 rapporti sessuali a settimana non basta a salvare la coppia. 


Partiamo da qualche punto fermo. Cosa fare per un buon rapporto di coppia?
«Bisogna rimanere fedeli a se stessi sulla base dei nostri bisogni, ovvero alla scelta che abbiamo fatto.

Generalmente, gli esseri umani si scelgono perché l'altro nella realtà delle cose è la risposta ad un bisogno, ad una aspettativa».

Jennifer Lopez e Ben Affleck, sesso quattro volte a settimana nell'accordo prematrimoniale


Quindi, stabilire le regole dell'intimità, con giorni fissi a settimana, e sottoscriverle in un contratto, oltre che bizzarro è inutile?
«Chi lo fa, sta cercando una certezza in una situazione che è umana e proprio perché tale non può essere formalizzata. Sta cercando una rassicurazione in termini contrattuali. Insomma, vuole l'impossibile. Non dimentichiamo che la forma contrattualistica nasce dal fatto che la nostra società è performativa. Le problematiche della sessualità, infatti, sono dovute proprio alla tendenza diffusa a misurare la sessualità, che invece non è misurabile, in termini di performance».


In generale, nella vita di coppia esistono parametri di riferimento, anche a seconda dell'età, oppure un numero di prestazioni standard?
«No, bisogna sapere adattare la storia della coppia ad esigenze di volta in volta più diverse. Cioè, si inizia con tutta una serie di presupposti legati all'innamoramento, ma poi dopo 5 anni, anche per una questione di carattere biologico, il desiderio cala. Entriamo in crisi però solo quando sostanzialmente cerchiamo di parametrare la relazione attuale con i presupposti iniziali».

 


E quindi che si fa?
«Occorre avere la capacità di trasformare la sessualità da una dimensione erotica ad una di tipo affettivo, ad una manifestazione cioè di amore. In genere, nel rapporto di coppia si parte con la malsana aspettativa di sentirsi amati, ma poi col tempo bisogna riuscire a imparare che amare è più importante di essere amati».


E può bastare per evitare le infedeltà di coppia?
«Innanzitutto, ci permetterebbe di uscire dalla dimensione commerciale del do ut des, che richiede la contrattualità; e poi anche da un ricatto paradossale, cioè ti amo solo se fai quello che io ti dico. Invece, l'amore di per sé è un atto gratuito».


Ma quali sono i segnali di una vita intima non più soddisfacente?
«La problematica sessuale, in assenza di una componente organica, è sempre la testimonianza di una qualche forma di malessere personale o relazionale. Non si può scorporare il rapporto sessuale da una propria organizzazione identitaria. Noi non siamo macchine, siamo esseri umani».

Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 13:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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