Ambra Angiolini: «Bulimia una voragine che avevo dentro. La separazione da Renga? Un lutto vero»

L'attrice: «L’adolescente di T’appartengo è sempre qui»

Sabato 25 Marzo 2023 di Luca Uccello
Ambra Angiolini: «La bulimia una voragine che avevo dentro. La separazione da Renga? Un lutto vero»

Il successo di Non è la Rai l'ha tormentata. Forse perché Ambra Angiolini non era come tutte quelle altre ragazze. «Mi tormentava il fatto di essere famosa senza sapere perché.

Non ero la più brava, né la più bella: non mi sentivo speciale». Poi la televisione le ha voltato le spalle. E così, come dice lei al settimanle Sette, ha dovuto cominciare a cercarsi un lavoro. Ma non è stato semplice: «Sono rimasta senza niente per anni ma non ho mai perso il bisogno di darmi da fare» Per fortuna sua «ho una famiglia solida alle spalle, che è rimasta sempre lì, col suo lavoro, l’azienda alimentare di papà. Le persone che si fanno il culo mi affascinano. Essere famosi non è un mestiere, dev’essere il risultato del lavoro che fai».

«L’adolescente di T’appartengo è sempre qui, con tutte le cose giuste o sbagliate che sente». Ma fare l'attrice l'ha cambiata. Le ha dato tanta libertà di esprimersi, mostrarsi per quello che Ambra Angiolini è. «Durante la separazione da Francesco (Renga, il cantante da cui Ambra ha avuto Jolanda e Leonardo, ndr), un lutto vero, fu soprattutto Michele Placido a offrirmi la chiave: nel suo film Sette minuti ho potuto far vivere la mia rabbia...». Quella c'è sempre quando si soffre tanto. E Ambra ha sofferto in amore ma sta portando avanti un percorso per superare tutte le sue paure, tutto quelo vuoto che si è ritrovata ad affrontare. «Sono una nata col graffio dell’orso: quella cosa non si rimargina. Ma le mie ferite le porto anche sui red carpet, le trovo più chic di tanti gioielli».

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Ambra sta facendo un percorso e spera che «in un’età più matura spero che le mie idee prendano il sopravvento. Sto lavorando perché accada».

Nel libro InFame ha raccontato dei problemi di bulimia. «La bulimia - racconta ancora al settimanale del Corriere della Sera - ha reso il mio corpo colpevole di essere diventato diverso rispetto a quello con cui ero diventata famosa. Un giorno in aeroporto vedo una rivista con la mia faccia. Titolo: “Ambra scoppia di successo”, e “scoppia” era tra virgolette. Poi vado in autogrill e la signora delle pulizie mi dice: “Ma va, mica sei grassa”. Ho capito che gli effetti di questa situazione erano sotto gli occhi di tutti».

Domanda di Sette: Come ha reagito? Risposta: «Alla gente interessava solo che tornassi magra, mentre io stavo facendo i conti con la voragine che avevo dentro. Allora ho chiuso gli occhi: non potevo farmi distrarre da quella roba, non potevo dare retta a loro prima di aver capito cosa mi stesse capitando». Una malattia che l'ha fatta stare male. Ma la sua famiglia non l'ha mai lasciata sola.

«Mia madre mi lasciava bigliettini, Post-it ad altezza vomito. O delle canzoni. Lì per lì mi facevano sentire in colpa, poi è stato importante sentire che non c’era giudizio, che per lei io non ero la mia malattia. Ho cominciato a pensare fosse qualcosa da cui potevo allontanarmi».

La guarigione è passata anche per la nascita di sua figlia. «Jolanda ha riempito un vuoto. Quando me lo sono trovata dentro la pancia ho sentito che quel pezzo d’amore che cercavo ovunque in realtà era dentro di me. Questa però è solo la mia storia: non è che fare figli salvi dai disturbi alimentari».

Ultimo aggiornamento: 16:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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