Vive in una tenda, ma fa podcast sulla piscologia: Mariano il senzatetto-filosofo accampato in un parco di Frosinone

Martedì 9 Febbraio 2021 di Matteo Ferazzoli Pierfederico Pernarella
Vive in una tenda, ma fa podcast sulla piscologia: Mariano il senzatetto-filosofo accampato in un parco di Frosinone

Nel film Cast Away, il povero Chuck impersonato da Tom Hanks, naufrago su un’isola deserta dopo un disastro aereo, disegna due occhi e un naso su un pallone da volley. Lo chiama Wilson, sarà il compagno con cui parlare, per non impazzire.

Anche Mariano ha il suo Wilson. E' il suo telefono cellulare. Non di ultimissima generazione, ma quanto basta per raccogliere le sue riflessioni e pubblicarle su un canale podcast sul web.

Un modo per mettere ordine nei suoi pensieri profondi e vorticosi, ma anche per tenersi compagnia. Perché Mariano è solo. Un naufrago finito, come il protagonista di Cast Away.

L'isola deserta di Mariano è un parco dimenticato della parte alta di Frosinone. In un angolo appartato, Mariano ha montato una tenda da campeggio. La sua casa. Mariano è un senzatetto. Un senzatetto-filosofo, verrebbe da sbrigarsela con un titolo ad effetto, ma troppo facile per raccontare chi è Mariano.

L’abbiamo conosciuto per caso, andando nel parco per documentarne lo stato di abbandono. E invece ci siamo imbattuti in lui, nella storia. Eccola. Ha 53 anni, pugliese d'origine, da una vita a Frosinone. Da quasi undici anni è un senza fissa dimora. Ma la sua vita era un'altra.

Buona famiglia, diploma classico, studi in giurisprudenza non conclusi, 15 anni di lavoro in banca. Una strada mai sentita come propria. In determinato momento, a quasi 40 anni, Mariano decide di prenderne un'altra, intraprende studi di psicologia all’Università, non li termina per una serie di sventure, si però specializza nel sostegno psicologico. Ha qualche soldo da parte, ma finiscono. Deve ritornare a casa dai suoi, dove le cose non vanno per il meglio. Lentamente la sua vita comincia perdere un pezzo alla volta, poi improvvisamente tutto va in frantumi. 


Mariano prova a rimettere insieme i cocci ma è impossibile. Si lascia andare al destino. Si ritrova a vivere in auto, per otto anni, fino a quando la vettura non prende fuoco. Un nuovo tentativo per tornare in pista, la ricerca di un lavoretto. Niente, non va. Da poco meno di un annetto vive in questo parco combattendo contro il freddo, la pioggia e la fame. Ogni tanto mangia alla mensa dei poveri, altre si arrangia.


Una vita di stenti che scompare quando registra i suoi podcast con un vecchio cellulare, tra le difficoltà a collegarsi a internet e a ricaricare il telefono. Il suo spazio sul web si chiama “L'anima in mente” e qui coltiva la sua passione più grande, la psicoterapia. Registrazioni di 15 minuti (il limite di un account gratuito) che in pochi mesi i suoi podcast hanno già avuto più di 100 download. . «Quando ci si ritrova nei casi di difficoltà come i miei le persone tendono a non ascoltare. Quindi, ho pensato di aprire un mio spazio sul web per comunicare tutto quello che ho dentro. Vorrei che la mia esperienza, qualora trovassi una soluzione, fosse d’aiuto per chi è in difficoltà, ma anche per gli altri, per ritrovare l’umanità perduta».

Mariano ha una voce profonda e un linguaggio molto forbito.  Nei suoi podcast non c'è traccia della sua vita ai margini, ma pensieri e riflessioni sui segreti dello spirito e dell’animo umano che fanno pensare al personaggio di un romanzo di Coelho. 

Poi però c'è la vita di tutti i giorni, ai limiti della sopravvivenza, contro il freddo e la fame, da cui Mariano vorrebbe risorgere, magari trovando un lavoro, un aiuto concreto: «L’altro giorno ho visto delle persone che stavano lavorando nel parco, mi sono uscite le lacrime agli occhi. Il lavoro nobilita, ti far star bene. Vorrei poterlo fare anch'io. Quando si è queste situazioni, ci si sente addosso una chiusura da parte degli altri. La gente non si fida e non riesce a capire che davanti ha, in ogni caso, una persona. Io non l’ho scelto di essere in questa condizione».

Mariano non ha più niente, gli sono rimaste solo le parole e pensieri profondi. E con queste, attraverso un vecchio cellulare e i suoi podcast, i Wilson del naufrago di Cast Away, cerca di farsi compagnia per combattere un nemico più insidioso della fame, la solitudine: «Mi manca è parlare con qualcuno. Vorrei che ciò che ho in me, che è amore, venga dato agli altri. La verità del mondo è proprio questa: l’amore».

Ultimo aggiornamento: 15:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA