Uccise la moglie con 17 coltellate, scarcerato per la seconda volta per problemi psichiatrici

Sabato 18 Luglio 2020 di Marina Mingarelli
Alessandra Agostinelli, 34 anni

Emiliano Frocione, il 43enne residente ad Alatri, padre di due figli, che il 9 settembre del 2014 uccise con 17 coltellate la moglie - Alessandra Agostinelli di 34 anni - per motivi di gelosia, finirà di scontare la sua pena detentiva ai domiciliari perché affetto da gravi disturbi psichiatrici.



Il legale difensore Tony Ceccarelli ha sostenuto davanti al giudice del tribunale di Sorveglianza di Roma che il regime detentivo sarebbe incompatibile con la patologia del suo assistito. Più volte l’uomo avrebbe cercato di togliersi la vita nel carcere di Rebibbia.

L’ultima volta ha tentato di impiccarsi, ma è stato salvato da un agente penitenziario. Inoltre Frocione ha manifestato atteggiamenti ossessivi riferendo di sentire delle voci che lo spingono a farsi male. Insomma, comportamenti psicotici che, secondo il legale, richiedono la cura di strutture appropriate.

Il giudice ha accolto la richiesta di scarcerazione ed ha disposto che inizialmente il detenuto venga collocato in una comunità terapeutica, poi quando le sue condizioni psicologiche miglioreranno potrà fare ritorno a casa.

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Frocione era stato condannato dalla Cassazione a 14 anni di carcere da scontare in una struttura riabilitativa. In primo grado Frocione che era stato giudicato con rito abbreviato, ed a cui era stata riconosciuta l’attenuante della gelosia, era stato condannato a 18 anni. La pena era stata poi ridotta in appello a 14 anni e confermata dalla Cassazione. Per quanto riguarda la comunità terapeutica dove l’imputato avrebbe dovuto scontare la pena, la scelta era caduta su una clinica psichiatrica del Cassinate. Ma in questo istituto, secondo quanto riferito dai sanitari che lo tenevano in cura, aveva messo in atto ripetuti comportamenti delinquenziali. A cominciare dal fatto che all’interno della struttura avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti e che aveva divelto il distributore automatico per rubare dei gelati.

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Secondo i medici Frocione per evitare il carcere aveva simulato problemi di natura psichiatrica. A seguito di tali fatti l’uomo era finito di nuovo dietro le sbarre, Prima era stato detenuto presso il carcere di via Sferracavalli a Cassino e poi trasferito nella casa circondariale di Rebibbia di Roma.

Ma negli ultimi due anni la situazione è precipitata. L’uomo che mostra atteggiamenti autolesivi e viene sorvegliato a vista proprio per evitare che possa mettere in atto un insano gesto. Secondo il legale difensore subito dopo il delitto della moglie il detenuto avrebbe cominciato ad avere disturbi depressivi che lo avrebbero portato alla psicosi.

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Il 9 settembre del 2014 giorno in cui avvenne l’omicidio della moglie, Emiliano Frocione venne ritrovato dal figlio quattordicenne che rientrava da una partita di pallone dentro il bagno della sua abitazione. Accovacciato sul pavimento e ferito, farfugliava frasi senza senso.

In cucina priva di vita e in un lago di sangue la moglie Alessandra a cui l’uomo aveva inferto 17 coltellate a seguito di una furiosa lite per motivi di gelosia. Da quel momento la mente del 43enne di Alatri ha iniziato a vacillare fino a sfociare in una vera e propria psicosi.

Ultimo aggiornamento: 15:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA