Tangenti per gli appalti a Castro
dei Volsci e Monte San Giovanni,
otto persone a processo

Sabato 20 Gennaio 2018 di Marina Mingarelli
Tangenti per gli appalti a Castro dei Volsci e Monte San Giovanni, otto persone a processo
Appalti nella pubblica amministrazione in odor di tangenti. Otto persone finiscono alla sbarra. Ieri mattina il giudice Farinella ha rinviato a giudizio con l’accusa a vario titolo di corruzione, concussione ed estorsione il vice sindaco di Castro dei Volsci Marco Caracci; l’ex comandante della stazione dei carabinieri Filippo De Paolis; il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di San Giovanni Campano Guido Ferazzoli; il funzionario di banca Angelo Rossi; gli imprenditori Angelo Capogna, Desiderio Liberato, Stephan Christophe Palombo e Luigi Donato Corona.
I fatti risalgono agli anni che vanno dal 2009 al 2011. A far scattare l’inchiesta proprio Angelo Capogna che si occupava della realizzazione degli impianti a led nella pubblica illuminazione. Quest’ultimo recandosi in procura fece nomi e cognomi di coloro a cui aveva dato denaro per poter ottenere dei favori nell’aggiudicazione delle gare di appalto a Monte San Giovanni Campano e a Castro dei Volsci.

LE CONTESTAZIONI
Tornando ai fatti che interessano il Comune di Castro dei Volsci, secondo le indagini svolte dalla Procura dopo la denuncia di Capogna, il vice sindaco Caracci ed il comandante della stazione dei carabinieri De Paolis avrebbero accettato da Capogna, legale rappresentante della “Sari2”, 40.000 euro per compiere, si legge nel decreto di citazione a giudizio, «atti contrari ai propri doveri d’ufficio tra cui garantire al Capogna sia l’illecita aggiudicazione del servizio di gestione degli impianti di pubblica illuminazione del Comune di Castro dei Volsci, sia l’aggiudicazione di ulteriori lavori presso altri enti pubblici». In particolare Caracci, quale componente della giunta Comunale, avrebbe sollecitato, con esito favorevole, l’emissione della delibera avente per appunto ad oggetto la gara alla quale partecipava Capogna. L’ex comandante della Stazione dei carabinieri De Paolis, sostiene l’accusa, avrebbe contattato Palombo, titolare delle “Cantine Palombo Azienda Agricola” che a sua volta si legge nel decreto a giudizio «emetteva e forniva al De Paolis, al Carracci e al Capogna, fatture per operazioni inesistenti, attestanti la fornitura di vini mai effettuata, ciò al fine di giustificare, seppur in parte, gli illeciti esborsi di denaro del Capogna».
Nel caso del Comune di Monte San Giovanni Campano vengono contestati due fatti. Capogna, in accordo con il funzionario comunale Ferazzoli (che era anche presidente della commissione di gara) e l’imprenditore Desiderio Liberato, avrebbero invitato due ditte a non partecipare alla gara, poi aggiudicata alle impresi di Capogna e Liberato. Il responsabile di una delle due ditte, Luigi Donato Corona, otteneva da Capogna, come ricompensa per la mancata partecipazione alla gara, la sponsorizzazione di 6mila euro in favore di una squadra dilettantistica di Colfelice, di cui Corona era presidente. Inoltre, secondo l’accusa, il funzionario comunale, in cambio dell’aggiudicazione dell’appalto, avrebbe ottenuto da Capogna 1.500 euro e la promessa di assunzione della propria figlia.
Al funzionario di banca Unicredit Angelo Rossi, la Procura contesta di essersi interessato per far ottenere al Capogna un finanziamento di 800 mila euro. In cambio l’imprenditore avrebbe dovuto versare una tangente di 24.000 euro “camuffata” da sponsor per la società sportiva Real Vallecorsa.

L’UDIENZA
Ieri mattina il giudice per le udienze preliminari ha deciso di trascinare tutti a giudizio. La prima udienza è stata fissata per il 13 aprile prossimo. Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Lo Vecchio, Maria Grazia Mattoni, Calogero Nobile, Giuseppe Dell’Aversano e Marco Cianfrocca.
 
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