Dallo spaccio di droga al racket delle pompe funebri, 28 arresti nel Sorano: i nomi e i dettagli dell'operazione

Martedì 6 Ottobre 2020 di Roberta Pugliesi
Gli agenti di Polizia impegnati nella vasta operazione

Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Frosinone ed i Finanzieri del Comando Provinciale di Frosinone, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, nei confronti di 25 persone - di cui 16 destinatarie di custodia cautelare in carcere e 9 sottoposte agli arresti domiciliari - ed una sottoposta ad obbligo di dimora, tutte indagate per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, riciclaggio ed estorsione.

In carcere sono finiti Giuseppe Bellucci, 31 anni di Sora; Anthony Ceccano, 30 anni di Sora; Ivano Ciriello, 46 anni di Napoli; Pollena Trocchia di Napoli; Vincenzo Ciriello, 43 anni di Napoli; Davide Conte 25 anni, di Sora; Davide De Gasperis, 27 anni di Sora; Marco De Silvio, 34 anni di Sora; Giuseppe De Vito, 39 anni di Castelliri; Rocco Di Pucchio, 38 anni di Sora; Pasquale Granata, 35 anni di Sora; Marco Molella, 34 anni di Veroli; Alex Porretta, 29 anni di Sora; Ciro Santaniello; 56 anni di Sora; Salvatore Santaniello 32 anni di Sora; Luciano Tersigni, 26 anni di Sora; Rudy Trombetta, 29 anni di Sora.

Arresti domiciliari invece per Luca Baldassarra, 44 anni di Sora; Alessio Bracciale, 40 anni di Sora; Aurelio Di Francescantonio, 45 anni, di San Vincenzo Valle Roveto; Severino Di Vito, 44 anni di Sora; Daniela Esposito; 45 anni di Napoli; Fabiola Galuppi, 31 anni di Sora, Alessio Gemmiti, 25 anni di Sora; Nabila Kabba, 22 anni di Isola Liri; Bruna Paolucci di Monte San Giovanni Campano; Sara Porretta, 33 anni di Sora. Obbligo di dimora per Luca Marceddu, 24 anni di Broccostella.

Le indagini partite nel 2018, inizialmente coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, hanno la loro origine in alcuni arresti per spaccio e da diversi sequestri di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente avvenuti nella città di Sora. In particolare all'aeroporto di Bonn venne sequestrato mezzo chilo di hashish.

Sin dall’inizio dell’attività di indagine emerse che i singoli episodi di spaccio erano riconducibili ad una vera e propria organizzazione malavitosa, ben strutturata e diffusa sul territorio sorano ed in stretto contatto con gruppi malavitosi stanziati in territorio campano, ed in particolare nei quartieri Scampia di Napoli e Bronx di San Giovanni a Teduccio, dai quali avveniva l’approvvigionamento delle sostanze stupefacenti.




Il trasporto veniva effettuato da appositi corrieri che, per eludere eventuali controlli, si alternavano nel tragitto dalla Campania al basso Lazio, fino al territorio sorano, dove la sostanza stupefacente veniva smistata e stoccata in diversi luoghi nella disponibilità del sodalizio, il principale dei quali costituito da un impianto di autodemolizione di materiali ferrosi.

La direzione delle indagini, data la gravità dei reati contestati, passò poco dopo per competenza alla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.

Lo sviluppo delle investigazioni, condotte sinergicamente dalla Squadra Mobile e, soprattutto per gli aspetti finanziari, dal Gruppo della Guardia di Finanza di Frosinone, anche attraverso l’utilizzo di sofisticati mezzi tecnici, ha consentito di individuare due fazioni, una facente capo ad una famiglia di origini campane guidata da Ciro e Salvatore Santaniello (padre e figlio),  trasferitasi a Sora nei primi anni Novanta, ed una seconda di carattere prettamente locale capeggiato da Rocco Di Pucchio.

I due gruppi, dopo un primo periodo di collaborazione reciproca nell’acquisto e nello spaccio sulle varie piazze del sorano, del cassinate e della provincia dell’Aquila, entravano in un secondo momento in contrasto tra loro dando vita ad un vero e proprio scontro finalizzato ad acquisire il monopolio dell’attività di spaccio nel territorio sorano.

L’attività investigativa eseguita dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza, difatti, aveva consentito di procedere, già nella fase delle indagini, all’arresto di ulteriori 16 persone, alla denuncia di 12 persone ed al sequestro di oltre kg. 25 di sostanze stupefacenti costituite da cocaina, hashish ed eroina, circostanze che originavano nelle due organizzazioni sospetti reciproci ed attriti, innescando una vera e propria guerra tra bande, sfociata in atti intimidatori ed episodi di estrema violenza che hanno visto protagonisti i soggetti posti ai vertici delle due parti, affiancati dai rispettivi accoliti.

Durante l’attività degli inquirenti è emerso chiaramente che, mentre il gruppo di spaccio “locale” aveva posto tutte le proprie energie nell’attività di spaccio, gli associati della fazione di origini campane avevano esteso i propri interessi a vari ambiti, infiltrandosi nel tessuto economico sociale in maniera spregiudicata e violenta.

In particolare i vertici dell’associazione gestivano anche un’attività di pompe funebri che si era ingrandita velocemente, ascesa che era stata possibile grazie ai guadagni dell’illecito traffico di sostanze stupefacenti - quantificati in oltre 9.000 euro su base settimanale - che venivano successivamente reimpiegati anche nell’attività dell’azienda funebre, la quale poteva così offrire a bassissimo costo servizi con auto di lusso, peraltro senza adempiere agli obblighi di presentazione delle dichiarazioni fiscali.

L’obiettivo era quello di monopolizzare il mercato delle pompe funebri, mettendo economicamente in ginocchio le attività preesistenti e cercando di vincere la resistenza dei concorrenti con gravi atti intimidatori.

Nello scorso mese di maggio, infatti, i tre destinatari del provvedimento di fermo che è stato eseguito contestualmente alle odierne ordinanze di custodia cautelare, hanno fatto rinvenire di fronte all’ingresso di un esercizio di pompe funebri una testa di maiale, gesto dalle chiare connotazioni mafiose.

A conclusione delle indagini, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ha emesso un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 27 soggetti, di cui 17 in carcere e 10 agli arresti domiciliari, nonché dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza nei confronti di un ulteriore soggetto. 

Il tribunale ha anche disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di immobili situati in via Principe Umberto a Sora fino all'ammontare di 40mila euro. Gli immobili, intestatti alla società "Santa Restituta srl" (la società di onoranze frunebri della famiglia Santaniello, secondo l'accusa sono stati acquistati all'asta giudiziaria con i soldi ricavati con lo spaccio di droga. 

Gli agenti della Squadra Mobile hanno dato esecuzione anche a 3 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, facenti riferimento ad un altro filone d’inchiesta.

Alle operazioni hanno preso parte le unità cinofile antidroga del Gruppo della Guardia di Finanza di Formia e del Reparto Cinofili della Polizia di Stato di Nettuno, gli elicotteri del I^ Reparto Volo della Polizia di Stato di Pratica di Mare e del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Civitavecchia, nonché equipaggi del “Reparto Prevenzione Crimine Campania” della Polizia.



 

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