Serena Mollicone, l'attesa è finita: entro martedì le motivazioni dell'assoluzione dei Mottola

Domenica 8 Gennaio 2023 di Vincenzo Caramadre
Serena Mollicone, l'attesa è finita: entro martedì le motivazioni dell'assoluzione dei Mottola

Comunque vada il giallo ultra ventennale legato alla morte di Serena Mollicone, resterà il luogo dell'omicidio.
L'accusa ha sostenuto che l'assassinio sarebbe stato consumato in un alloggio della stazione dei carabinieri del paese la tarda mattinata del primo giugno 2001, ma il tribunale ha assolto tutti.

Dov'è avvenuto allora l'omicidio?

Sarà l'interrogativo da sciogliere nelle motivazioni della sentenza che si attendono nelle prossime ore. Le parti civili e la procura attendono, naturalmente, le motivazioni, ma l'incognita è sempre la stessa: Serena non è entrata in caserma (come hanno sostenuto le difese degli imputati con la consulenza del criminologo Carmelo Lavorino), oppure è entrata, ma non è stato possibile individuare l'assassino? Un tratto questo di primaria importanza, perché se in motivazioni il luogo dell'omicidio verrà individuato lontano dalla caserma, le indagine lunghe e complesse della procura, dovranno essere azzerate. In alternativa, in fase di appello, si spingerà, con ogni probabilità, sugli stessi elementi d'accusa.

IL BRIGADIERE
Altro punto focale trattato nel corso del processo, con 46 udienze dibattimentali e oltre 150 testi, è stata la testimonianza del brigadiere Santino Tuzi, morto suicida nell'aprile 2008 dopo le dichiarazioni choc sul presunto ingresso in caserma della vittima la mattina del primo giugno. Anche qui una medaglia con due facce: quella dell'accusa che l'ha ritenuto attendibile e quella delle difese, che, invece, ne ha tratteggiato l'illogicità. Che peso verrà dato in sentenza alle parole di Tuzi? Esse, infatti, sono state sempre tratteggiate come le ultime immagini raccontate di Serena in vita. Saranno valutate ancora tali?

LA PORTA
L'arma del delitto. Per la procura è la porta contro la quale la 18enne sarebbe stata sbattuta nel corso di un litigio. Per supportare ciò ha elaborato, tramite il medico-legale Cattaneo, una relazione. Al pari il pool delle difese hanno sostenuto l'impossibilità che la ragazza potesse essere stata sbattuta contro la porta per una questione di altezza e «incompatibilità» tra il punto di rottura trovato sulla porta e il segno della frattura sul capo della ragazza. Come verrà interpretato, in sentenza, questo importante elemento di natura scientifica? Nel frattempo c'è attesa ad Arce per conoscere le motivazioni. C'è chi ne parla ancora con speranza di giustizia, molti, invece, sono sfiduciati. Quasi rassegnati.

Un filo che lega il dolore all'incredulità per l'esito del processo di primo grado. Il clima è di attesa. Tra poche ore, entro martedì, scadranno i termini per il deposito delle motivazioni che, il 15 luglio 2022, hanno portato all'assoluzione dei cinque imputati, a vario titolo, dell'omicidio di Serena Mollicone. Lo scorso 10 ottobre il presidente facente funzioni del tribunale di Cassino, accordò 90 giorni di proroga al magistrato estensore della sentenza.

«Noi ci crediamo, crediamo ancora che la povera Serena, ma anche il suo amato padre, possa avere giustizia», dice un'anziana che, ieri mattina, passeggiava nella piazza principale del paese, dove il papà Guglielmo aveva la cartoleria. Per capire quanto il Giallo di Serena sia insito nella memoria collettiva ad Arce, basta andare in qualsiasi bar o locale della zona e parlare del caso. Tutto si ferma. «Ma di cosa vogliamo parlare, cosa volete che dichiariamo... qui c'è solo dolore. Una famiglia attende giustizia dalla Stato. Non sono stati quelli portati a processo. Bene. Allora lo Stato ci dica chi ha ucciso quella povera ragazza».

LA CUGINA
Ultime ore di attesa, soprattutto per la famiglia la cugina di Serena, Gaia Fraioli, afferma: «Attendiamo con ansia di sapere le motivazioni della sentenza ribadendo il fatto che Serena merita giustizia, una giustizia che aspettiamo da quasi 22 anni. Dopo tutto questo tempo ci manca ancora come il primo giorno. Sappiamo che nessuno potrà mai riportarla in vita ma confidiamo ancora nella verità».

Ultimo aggiornamento: 16:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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