Serena Mollicone, in aula l'intercettazione del brigadiere suicida. «Oggi mi mettono le manette»

Sabato 13 Novembre 2021 di Vincenzo Caramadre
Omicidio Mollicone, in aula l'intercettazione del brigadiere suicida. «Oggi mi mettono le manette»

«Oggi porto la pistola». Con queste parole il brigadiere Santino Tuzi, prima di suicidarsi con la sua arma di ordinanza, salutò la donna con la quale aveva avuto per diversi anni una relazione sentimentale. A ripercorrere quei momenti e gli altri fatti legati all'omicidio di Serena Mollicone, ieri in aula, davanti alla Corte d'Assise di Cassino, è stata proprio lei, Anna Rita Torriero. Tuzi la incontrò poche ore prima di suicidarsi (era l'11 aprile del 2008). Quella mattina le regalò un mazzo di fiori e una stecca di sigarette.

«Sentii suonare alla porta, andai ad aprire e trovai una busta con una stecca di sigarette e un mazzo di fiori, ma non c'era nessuno. Pensai subito a Santino», ha detto la donna, rispondendo alle domande dei pubblici ministeri Siravo e Fusco. Il brigadiere lasciò un biglietto, acquisito agli atti del processo, che riportava le seguenti parole: «Queste rose appassiranno, ma l'amore che ho per te rimarrà in eterno. Addio amore mio».

La donna chiamò subito Tuzi e il brigadiere si recò a casa della donna, a Ceprano. «Mi disse oggi ho la pistola. Ebbi un momento di paura perché non la portava mai. Poi andò via, dicendomi che aveva un appuntamento».

Successivamente i due si sentirono telefonicamente. «Cercavo di tranquillizzarlo, ma avevo anche già avvertito i carabinieri. E mentre con l'altro telefono parlavo con il maresciallo Evangelista, Santino pronunciò le ultime parole: torna con me. Poi lo sparo. Il colpo ancora lo sento nelle orecchie», ha aggiunto la donna.

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Le domande dei pm si sono poi focalizzate sul caso Mollicone. Ieri in aula è stata fatta ascoltare una telefonata intercettata in cui Tuzi dice all'ex amante: «Oggi mi mettono le manette». Era il 28 marzo del 2008, poco prima dell'interrogatorio in cui il brigadiere aveva fatto le prime rivelazioni sulla presenza di Serena nella caserma dei carabinieri nella mattina della sua scomparsa (1 giugno 2001).

La Torriero sui collegamenti con l'omicidio della ragazza non è stata di aiuto: «La mattina del primo giugno non ero in caserma ad Arce e Santino non mi ha mai parlato di Serena. Altre volte ho incontrato Serena all'esterno della caserma, sarà successo due, forse tre volte, ma non il primo giugno».
Il 9 aprile 2008, il giorno in cui Tuzi ritrattò la dichiarazione del 28 marzo 2008, in Procura a Cassino ci fu anche il confronto tra Tuzi e Torriero, su aspetti riguardanti alcune dichiarazioni discordanti. «Era strano, non era lo stesso nel corso del confronto», ha detto la donna.

La Torriero ha anche respinto ogni legame tra il suicido di Tuzi con la cessata relazione. «Non aveva motivo di suicidarsi per la fine del rapporto sentimentale. Santino aveva una famiglia e non lo porto sulla coscienza. Voglio giustizia per lui e per Serena», ha concluso.

Il medico legale

Nel corso dell'udienza è stato ascoltato anche il medico legale che, nel 2008, eseguì l'autopsia sul corpo di Tuzi: il professor Costantino Cialella. Il consulente della Procura ha spiegato e fugato ogni dubbio sulla dinamica del suicidio, in particolare la posizione in cui è stata trovata la pistola di Tuzi, adagiata sul sedile. Circostanza che, ha detto il medico legale, può essere spiegata con la cosiddetta prosecuzione dello stato di coscienza. Tuzi, quindi, avrebbe impugnato la pistola con entrambe le mani e dopo aver fatto fuoco ha avuto il tempo di poggiare l'arma sul sedile prima di perdere coscienza fino al decesso, avvenuto per emorragia.
 

Ultimo aggiornamento: 12:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA