Schiacciati da un pino sulla Casilina, in sei rinviati a giudizio

Mercoledì 20 Luglio 2022 di Vincenzo Caramadre
Schiacciati da un pino sulla Casilina, in sei rinviati a giudizio

Schiacciati da un pino sulla Casilina a Castrocielo: in sei rinviati a giudizio per omicidio colposo plurimo.
A finire a processo per la morte di Rudj Colantonio e Antonio Russo, sono due tra responsabili ed ex responsabili del comune di Castrocielo, due rappresentanti della società Astral che aveva in gestione le strade regionali e due privati che, a seguito di affidamento, espletavano il servizio di manutenzione. I difensori sono: Gabriele Picano, Augusto Casinelli, Francesco Scacchi, Sandro Salera, Giuseppe Di Mascio, Gianluca Giannichedda e Gianrico Ranaldi. Il Gup del tribunale di Cassino Domenico Di Croce, ieri sera ha emesso il decreto che fissa il processo dopo l'udienza nella quale la procura ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio. La morte dei due giovani avvenuta sulla Casilina a Castrocielo risale all'autunno 2018. Le vittime Rudj Colantonio di 32 anni di Arce e Antonio Russo 30 anni residente da Arce, ma nativo di Sant'Antimo in Campania viaggiavano a bordo di una Smart che nel corso di un nubifragio fu centrata da un pino crollato sulla carreggiata. Per loro nessuna possibilità di salvezza: morirono sul colpo.
Nell'udienza di ieri dinanzi al Gup erano presenti alcuni imputati, ma soprattutto i familiari delle due vittime (rappresentati dall'avvocato Angelo Di Siena), che si è avvalso della consulenza tecnica dell'agronomo Angelo Ripa. «La famiglia - ha ribadito il legale - intente apprendere le responsabilità in ordine a quanto accaduto e avere giustizia».
LE INDAGINI
Le indagini lunghe e delicate sono state condotte dai carabinieri forestali e dai colleghi della stazione di Aquino. «Il pino andava abbattuto perché era pericolo», a questa conclusione sono arrivati i tecnici che hanno collaborato con il pm Emanuele De Franco che ha coordinato le indagini. «L'albero doveva essere abbattuto con urgenza», spigarono gli investigatori. Aggiungendo: «Di fatto, però, pur conoscendo il cattivo stato in cui versava l'albero, sia i responsabili dell'ente comunale, sia i rappresentanti della società che aveva in gestione le strade regionali, nonché della società alla quale era stato appaltato il servizio di vigilanza e pronto intervento sulla rete viaria non si sono mai adoperati per evitare il pericolo per l'incolumità pubblica derivante da un suo eventuale cedimento».
 

Ultimo aggiornamento: 12:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA