Regione Lazio, le origini ciociare del presidente Francesco Rocca: il legame con Ceccano

Le radici partono dal centro storico di Ceccano, da via Solferino, dove vennero alla luce i nonni di Francesco e Cesare: due di undici figli

Lunedì 20 Febbraio 2023 di Marco Barzelli
Regione Lazio, le origini ciociare del presidente Francesco Rocca: il legame con Ceccano

Si è parlato tanto delle origini di Francesco Rocca, neo presidente della Regione Lazio. Le aveva accentuate lui stesso durante il tour elettorale in Ciociaria, tanto al Fornaci cinema village di Frosinone quanto al cineteatro Antares di Ceccano.

L'amministrazione comunale l'ha accolto con un emblematico striscione: «Francesco, la tua città ti saluta».

Di volta in volta lo hanno raggiunto i tanti parenti di Ceccano, guidati dal cugino più grande: Cesare Rocca. Ha 65 anni, qualcuno in più del governatore, che ne ha 57. L'allora candidato, prima della tappa elettorale, aveva chiamato proprio Cesare per fare una cena tutti insieme. Sono cugini di secondo grado, i loro nonni erano fratelli, in famiglia hanno sempre organizzato rimpatriate.

«Qualche giorno dopo siamo stati in un ristorante di Ceccano - racconta Cesare - Eravamo quasi ottanta, fino ai nipoti e pronipoti». C'era anche Arnaldo, papà ultraottantenne del presidente, preso e riaccompagnato a Roma da Cesare e un altro cugino. Le radici partono dal centro storico di Ceccano, da via Solferino, dove vennero alla luce i nonni di Francesco e Cesare: due di undici figli. Il presidente ha preso il nome da suo nonno Francesco Colombo Rocca, nato il 14 luglio 1904, militare in carriera nelle forze armate della Regia aeronautica. Glielo ha dato suo padre Arnaldo. Il nonno di Cesare, invece, era Tullio Romolo Vincenzo: nato il 18 dicembre 1898, fratello maggiore di Francesco e futuro genitore di Osvaldo, padre di Cesare. Arnaldo, il papà del presidente, si arruolò e mise su famiglia a Castiglione del Lago. Nel borgo umbro sul Trasimeno, sede dell'allora Regia aeronautica, è seppellito suo padre: l'omonimo nonno ceccanese del presidente Francesco Rocca. Qualche anno fa i parenti gli hanno fatto visita a modo loro: «Abbiamo organizzato un pullman - racconta Cesare - Eravamo cinquanta, alcuni anche da Cassino, e abbiamo trascorso una giornata tutti insieme». La famiglia di Rocca si trasferì poi a Roma, ma le vacanze erano ciociare. D'estate tornavano a Ceccano, nella loro casa di campagna, e si riunivano coi parenti.

«Ogni volta sembrava un matrimonio per quanti ne eravamo - dice -. Ricordo che io e Francesco, da bambini, ci tuffavamo e facevamo il bagno in un fusto d'acqua». Il neo presidente ancor prima che della Croce rossa, è stato anche manager dell'ospedale Sant'Andrea di Roma. «Lo era da ragazzo ed è rimasto sempre una persona di cuore - esterna Cesare - Parla spesso di pronto soccorso perché lui l'ospedale, la sanità, ce l'ha proprio a cuore».

Non manca un aneddoto. Cesare, elettricista, stava facendo dei lavori nel reparto di medicina nucleare del Sant'Andrea. A un certo punto, dopo un'équipe di medici, è comparso il direttore generale: suo cugino Francesco. Cesare stava lavorando lì da tre giorni, ma non lo aveva cercato: «Preferivo non disturbarlo, lui era il direttore, io in fondo stavo con gli abiti da lavoro. Per questo, quando mi ha salutato calorosamente, gli ho detto che stavo lì dalla mattina». Lì per lì erano rimasti che si sarebbero visti l'indomani per un caffè. «Quando è ripassato coi camici bianchi, invece, si è fermato e ha detto: «Andate avanti, devo salutare mio cugino - conclude Cesare Rocca - Mi ha riempito di orgoglio, in famiglia non sono tutti avvocati e ingegneri ma anche operai e disoccupati. Per lui sono tutti alla pari».
 

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