Omicidio di Gilberta Palleschi, primo sconto di pena all'assassino

Domenica 23 Giugno 2019 di Vincenzo Caramadre
Omicidio di Gilberta Palleschi, primo sconto di pena all'assassino
Duecentoventicinque giorni di carcere in meno. Antonio Palleschi, il 48enne di Sora, reo confesso dell’omicidio della professoressa Gilberta Palleschi, ha maturato il primo sconto di pena, così come comunicato con un’ordinanza dal Tribunale di Sorveglianza di Frosinone.
Il computo riguarda i primi quattro anni di carcere che il 48enne ha già scontato a Cassino. Lo sconto di pena è stato richiesto dall’avvocato Antonio De Cristofano così come previsto dall’ordinamento penitenziario. Il condannato, che dà prova di partecipazione all’opera di rieducazione, ha diritto a 45 giorni in meno di carcere ogni sei mesi di detenzione.

A Palleschi, per ora, sarebbero spettati 360 giorni. Il Tribunale di Sorveglianza ne ha concessi 225 perché il muratore di Sora non si è sempre contraddistinto per buona condotta. In questi quattro anni, infatti, nei suoi confronti sono state emesse tre sanzioni disciplinari. Provvedimenti che hanno inciso nel calcolo dello sconto di pena.

La professoressa Gilberta Palleschi venne assassinata il primo novembre 2014 a Sora mentre faceva jogging e il suo corpo ritrovato 40 giorni dopo a Campoli Appennino. Palleschi venne arrestato il 10 dicembre.
L’uomo in primo grado al Tribunale di Cassino era stato condannato all’ergastolo, ma in Corte d’Appello c’era stato lo sconto di pena per una vizio parziale di mente provocato da un incidente stradale ed era stato condannato a 20 anni. La detenzione di Antonio Palleschi scadrà il 9 dicembre 2034, quindi potrà usufruire anche di altri sconti.
Approssimativamente, grazie alla liberazione anticipata, potrebbe lasciare il carcere circa tre anni e mezzo prima. Quindi intorno al 2030. Non sarà comunque un cittadino libero. Ritenuto socialmente pericoloso al termine della pena detentiva andrà per 3 anni in una Rems. Pena non ritenuta con congrua dai familiari della donna, assistiti dall’avvocato Massimiliano Contucci.

Nelle settimane scorse c’era stata un’altra polemica. I familiari hanno espresso la loro indignazione, appellandosi al ministro del’Interno Matteo Salvini, per il modico indennizzo, 7.200 euro, che lo Stato riconosce e vittime di reati commessi con violenza, salvo rare eccezioni.
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