Omicidio di Thomas, testimoni sotto torchio: riascoltate in Procura una decina di persone

Gli investigatori verificare se quanto detto un mese fa ha avuto riscontro oppure no nel corso delle indagini

Venerdì 17 Marzo 2023 di Giovanni Del Giaccio
Omicidio di Thomas, testimoni sotto torchio: riascoltate in Procura una decina di persone

Hanno ascoltato nuovamente i testimoni, cercando di fare il punto, cogliere contraddizioni, verificare se quanto detto un mese fa ha avuto riscontro oppure no nel corso dell'inchiesta sull'omicidio di Thomas Bricca.

Una settimana dopo avere incontrato i genitori della vittima, in Procura sono stati sentiti una decina di testi per avere un quadro cristallizzato della situazione. Cosa hanno detto è riservato, ma gli investigatori intendono fissare per bene ogni passaggio prima di compiere eventuali altre mosse.

Al momento restano indagati Mattia Toson, accusato di omicidio, e il nonno Luciano Dell'Uomo di falsa testimonianza.

Il primo, presentandosi in caserma due giorni dopo il delitto, insieme al fratello, ha fornito un alibi che presenta diversi "buchi" e nel corso del lungo interrogatorio dei magistrati si sarebbe più volte contraddetto sugli spostamenti della sera del delitto. Il secondo, invece, ha raccontato agli investigatori che voleva disfarsi del sistema di videosorveglianza installato nell'abitazione alle "Fraschette" ma nel frattempo ha distrutto la memoria dell'impianto (che bisogno c'era?) e ha cercato di occultare una scacciacani. L'intento, secondo chi indaga, era quello di "coprire" eventuali malefatte del nipote.

LA RICOSTRUZIONE

Toson ha sempre detto che la sera del 30 gennaio - al momento degli spari al "Girone" - era a una cena organizzata dagli Spada, sempre ad Alatri. Lo stesso hanno riferito il fratello e il padre, pure sospettati ma non indagati, e alcuni dei testimoni ascoltati. La versione di altri, però, è diversa: c'è chi ricorda di averlo visto arrivare più tardi e sconvolto, chi di averlo visto andare via in anticipo accompagnato proprio dal genitore. C'è anche il particolare - che però non trova conferma negli ambienti investigativi - di un video che riprende lo "scambio" tra lo scooter con i sicari che salgono sull'auto pulita consegnata da una persona che scende e prende il ciclomotore. Se fosse Mattia o meno non è dato saperlo, le immagini non sono chiare.

Mancano l'arma del delitto - un revolver calibro 38 - e il ciclomotore usato dai sicari per arrivare al "Girone" e aprire il fuoco sparando nel mucchio ovvero a quello «con il giubbotto bianco» che però non doveva essere Thomas, bensì Omar Haudy, uno dei partecipanti alle risse dei giorni precedenti il quale ha ammesso in un video su instagram che era il bersaglio della "vendetta" per quanto accaduto il giorno prima. La domenica, 29 gennaio, un parente dei Toson era stato malmenato ed era rimasto "appeso" a una balaustra.

Le perquisizioni svolte in località "Fraschette" dopo che in una intercettazione è stato ascoltato che c'era da togliere «quella cosa» non hanno avuto esito. Si attende adesso l'esame del telefono cellulare di Toson per verificare quali "celle" ha agganciato quella sera ed eventuali messaggi che potranno essere recuperati dalla memoria, nonché l'elenco delle chiamate, per verificare definitivamente il suo alibi per quella sera. A quel punto, mettendo insieme anche le testimonianze nuovamente raccolte, il quadro sarà più chiaro per tutti e si potrà dare ai familiari del ragazzo ucciso, agli amici e alla città di Alatri la giustizia che viene chiesta dal primo giorno.
 

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