Ragazza molestata all'università di Cassino, ex dipendente sott'accusa. Rettore e altre due persone indagati per omessa denuncia

Giovedì 15 Aprile 2021
Il rettorato dell'Università di Cassino

Un bacio, rubato, per i corridoi dell’Università di Cassino e continue molestie: indagato un ex dipendente 66 enne all’Ateneo.

Ieri all’uomo è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Il pubblico ministero Eugenio Rubolino ipotizza i reati di violenza sessuale e violenza privata.

Sul registro degli indagati, per l’ipotesi di omessa denuncia, il rettore Giovanni Betta e altre due persone. Secondo le accuse, pur essendo a conoscenza degli episodi non li avrebbero segnalati all’autorità giudiziaria.

I fatti risalgono alla primavera di due anni fa, quando l’impiegato del Cudari (Centro Universitario Diversamente Abili Ricerca Innovazione), in pensione da alcune settimane, avrebbe avvicinato un’addetta del Servizio civile in un corridoio e le avrebbe dato un bacio sulla bocca. Un gesto repentino e inaspettato che la donna non ha mandato giù. C’è stata, dunque, la denuncia alla Squadra Mobile della questura di Frosinone. Un caso molto delicato che ha portato, non appena segnalato alle autorità amministrative dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, all’immediato trasferimento dell’indagato ad altro ufficio. Un provvedimento cautelativo in fase d’indagine.

La polizia per oltre un anno ha eseguito accertamenti specifici con intercettazioni telefoniche, ma anche escussioni testimoniali. Al 66enne viene contestato anche la violenza privata perché avrebbe messo in piedi una seria di ritorsioni sul posto di lavoro alla collega.

Ora, dopo l’ avviso di conclusione delle indagini preliminari, ha venti giorni di tempo per depositare una memoria, oppure chiedere di essere interrogato. «Abbiamo già avanzato la richiesta d’interrogatorio, il mio assistito è pronto a difendersi dalle accuse che gli vengono mosse», ha affermato il suo legale di fiducia, l’avvocato Gabriele Picano. «Siamo sicuri che, nel caso di rinvio a giudizio, dimostreremo l’innocenza per entrambe i capi d’imputazione – prosegue il legale –. Il mio assistito non aveva ruoli dirigenziali, come avrebbe potuto mettere in atto ritorsioni sul posto di lavoro?».

Il rettore Betta, il quale per ora non ha voluto rilasciare dichiarazioni, è difeso dall’avvocato Piepaolo Dell’Anno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche