Ragazza falciata sulla Cassino-Sora, chiesti gli arresti domiciliari per il pirata della strada

Venerdì 30 Dicembre 2022 di Marina Mingarelli
Ragazza falciata sulla Cassino-Sora, chiesti gli arresti domiciliari per il pirata della strada

Fuggì dopo aver investito e ucciso una ragazza di 23 anni, il pubblico ministero impugna la scarcerazione e chiede gli arresti domiciliari. La decisione verrà presa nell'udienza fissata per il 24 gennaio davanti al Riesame di Roma. Davanti ai giudici del tribunale della libertà comparirà L.S., operaio di 44 anni, di Sant'Elia Fiumerapido accusato di omicidio stradale per l'investimento di Diana Maria Zaharie, una ragazza di 23 anni di nazionalità rumena, avvenuto lo scorso 12 settembre.

La ragazza si trovava a piedi nudi sulla superstrada Cassino-Sora dopo essere uscita dall'ospedale di Cassino. L'automobilista, dopo l'impatto, era fuggito. Il corpo della romena che si trovava sul ciglio della strada era stato notato da una infermiera del Santa Scolastica che si stava recando in ospedale per prendere servizio.

La vittima, il giorno della tragedia, era in stato confusionale. Nel pomeriggio qualcuno, vedendola barcollare in mezzo alla strada, aveva chiamato i carabinieri. Erano le 18. La donna, che aveva dimostrato non poche difficoltà a parlare italiano, è stata quindi caricata a bordo dell'ambulanza del 118 e accolta nel Pronto Soccorso dell'Ospedale di Cassino in stato confusionale: dopo aver fatto l'accettazione non si è però fatta refertare e già in serata avrebbe abbandonato il nosocomio per poi girovagare attorno al Santa Scolastica fino a quando non ha deciso di imboccare la strada a scorrimento veloce. L'investimento, secondo la ricostruzione dei carabinieri, è avvenuto intorno alle 5.30. L'automobilista complice l'oscurità, non aveva visto la ragazza che camminava lungo l'arteria e l'aveva travolta in pieno. Immediate le indagini per identificare il pirata della strada. Grazie alle registrazioni delle telecamere e ad altri elementi, i carabinieri dopo circa due settimane sono riusciti a chiudere il cerchio intorno all'operaio di Sant'Elia.

A quel punto l'uomo era stato arrestato ma nel corso della convalida gli avvocati Emilio Roncone e Antonio Ceccani avevano sostenuto che il loro assistito aveva agito in quel modo perché preso dal panico. Il giudice lo aveva rimesso in libertà senza disporre alcuna misura restrittiva. Il pubblico ministero Emanuele De Franco ha però impugnato chiedendo al tribunale del riesame che venga applicata all'automobilista la detenzione dei domiciliari. Il 24 gennaio l'udienza.
 

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