Carrozzina rotta, l'odissea di un disabile: «Mio figlio bloccato in casa per colpa della burocrazia»

La storia di Giuseppe, 21 anni, di Sora: "Speriamo che prima di Natale possa uscire come i suoi coetanei"

Venerdì 25 Novembre 2022 di Roberta Pugliesi
Carrozzina rotta, l'odissea di un disabile: «Mio figlio bloccato in casa per colpa della burocrazia»

Si rompe la sedia a rotelle e per un ragazzo disabile e la sua famiglia inizia un nuovo calvario. È la storia di Giuseppe, un ragazzo di 21 anni dei quali 12 vissuti tra mille difficoltà, paure, dolori, rinunce.

Con un'alleata: la sua carrozzina. Ed è proprio attraverso il suo utilizzo che Giuseppe è riuscito ad alleviare le proprie fragilità e a trovare l'equilibrio per raggiungere traguardi importanti. Come la maturità che ha conseguito lo scorso anno con ottimi voti.

«Giuseppe è affetto da una grave patologia che in brevissimo tempo lo ha costretto all'utilizzo della carrozzina. Non una qualunque ma una appositamente realizzata per lui che non ha più la funzionalità degli arti e che deve stare in posizione eretta, con il busto assicurato alla carrozzella da fasce, altrimenti rischierebbe di soffocare. Grazie alla sua intelligenza vivace, supportato dall'amore dei suoi familiari e sostenuto dalla forza di volontà di sua madre riesce comunque ad avere molti momenti di svago ed allegria, tra una lezione di fisioterapia ed una con il logopedista.

LA TESTIMONIANZA

«Ma da alcuni giorni Giuseppe è costretto a dover fare a meno della sua migliore amica - spiega la mamma - perché purtroppo si è rotta ma del resto sono anni che la utilizza. Abbiamo chiamato il centro di assistenza per farla riparare ma gli operatori della società che è di Roma ci hanno detto che ci vuole del tempo garantendoci comunque di fare il possibile per venire a Sora e ripararla. Sono passati giorni e nessuno si è visto. Ci siamo quindi recati all'Asl per chiedere una nuova sedia a rotelle ma perché Giuseppe possa averne una nuova occorre un certificato medico che attesti le sue condizioni. Abbiamo quindi contattato l'ospedale pediatrico Bambino Gesù che conosce bene Giuseppe e che in questi lunghi anni lo ha visto crescere e ci hanno fissato l'appuntamento per il 15 dicembre. I tempi si allungano e l'attesa per mio figlio è estenuante perché nel frattempo è chiuso in casa, non può muoversi e le mie braccia non bastano per garantire condizioni di sicurezza».

Non può quindi viaggiare in auto come un ragazzo normodotato, non può utilizzare un'altra carrozzina perché rischierebbe di cadere in avanti o di soffocare. Tutto questo per la madre appare inverosimile e inaccettabile.

«Mi domando se nel 2022 è possibile che per colpa della burocrazia un ragazzo di 21 anni sia costretto a subire un simile trattamento. Giuseppe è fortunato perché ha chi lo ama con tutte le forze e lo supporta ogni giorno in questa battaglia ma se non avesse avuto noi come avrebbe fatto? Si parla tanto di diritti dei diversamente abili, dell'abbattimento delle barriere architettoniche, della semplificazione burocratica e invece le cose vanno sempre peggio e per i familiari dei disabili e per loro la vita è tutt'altro che facile. Siamo soli in balia di noi stessi».

Non cerca e non vuole la pietà e la compassione di nessuno la mamma di Giuseppe ma pretende per suo figlio ciò che gli spetta di diritto, ossia l'assistenza. «Speriamo che prima di Natale Giuseppe possa avere la sua carrozzina riparata. Anche lui ha diritto a passeggiare sotto le luci natalizie, a respirare l'aria di festa come tutti i ragazzi della sua età».
 

Ultimo aggiornamento: 17:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA