Per errore vengono scambiate le provette delle biopsie e viene sottoposta ad un intervento chirurgico per un tumore più invasivo di quello che avrebbe dovuto subire.
IL DOCUMENTO
E pertanto, si legge nel documento della Asl, la paziente «era stata sottoposta ad un intervento chirurgico più invasivo sulla scorta della diagnosi di una forma tumorale maligna». Un errore nel quale era evidente l'errore dell'azienda sanitaria. In base all'esito della perizia il tribunale di Frosinone, lo scorso 17 luglio, ha emesso un'ordinanza in cui condanna la Asl a pagare 11.427 euro, compresi interessi e rivalutazione monetaria, per il danno biologico; 1.500 euro per il danno da consenso informato (l'autorizzazione che esprime il paziente dopo essere stato informato sull'intervento che andrà a svolgere); e poi altre somme per il rimborso del consulente tecnico, delle spese legali e di giudizio, per un totale di 20.264 euro. L'intervento più invasivo, fortunatamente, non ha comportato dei danni permanenti e invalidanti. In tal caso la somma da risarcire sarebbe stata molto più alta. Ma alla donna è stato comunque riconosciuto per le lesioni temporanee, sia fisiche che psicologiche, causate da un intervento chirurgico più invasivo di quello che, in base alla sua patologia tumorale, avrebbe dovuto subire.