Cassino, alla festa in maschera con la pelliccia rubata, incastrato dalla foto sui social: condannato

Venerdì 17 Febbraio 2023 di Vincenzo Caramadre
Cassino, alla festa in maschera con la pelliccia rubata, incastrato dalla foto sui social: condannato

"Galeotto fu il libro e chi lo scrisse". Recita Dante nel verso 136 del Canto V° dell'Inferno, nella Divina Commedia. Nella storia finita al centro del processo non c'entrano i libri, non c'entra l'amore, ma forse c'entra la voglia di apparire, con tanto di pellicina, sui social che gli è costata la condanna a sei mesi di reclusione (pena sospesa). Galeotta fu la foto sui social, dunque, per un 23enne del cassinate. La vicenda, il cui epilogo c'è stato lunedì scorso al tribunale di Cassino, risale al 2015 e inizia con un furto in abitazione. Siamo nella Valle di Comino dove, nella primavera di quell'anno viene consumato un colpo in una casa isolata e occupata solo in maniera saltuaria dai proprietari. I ladri asportano oggetti di valore tra cui posate, argenteria e, non da ultimo per valore, una costosa pelliccia di alta sartoria. Una capo caro ai proprietari di casa perché ereditato da una nonna.
LA FOTO
Un furto che, per le modalità, e la conclusione somiglia a uno dei tanti che, ogni giorno, vengono messi a segno e che turbano chi lo subisce. Insomma un copione visto e rivisto. Ma questa volta il copione subisce qualche aggiustamento. Uno dei proprietari di casa, infatti, "sfogliando" la sua pagina sociale si imbatte in una foto di un profilo collegato ad un suo amico (un amico dell'amico, si direbbe, nella vita reale), il quale nel corso di festa in maschera indossa una pelliccia simile a quella appartenuta a sua nonna. Decide, così, di analizzare bene l'immagine e ben presto scopre che si tratta proprio del costoso capo di abbigliamento sparito dall'abitazione di famiglia. Dopo un consulto in famiglia decide di sporgere denuncia contro la persona che indossava quella pelliccia. Fonte di prova? La foto trovata sui social.
LE INDAGINI
Partono le indagini nel corso delle quali viene rintracciato il ragazzo che indossava la pelliccia. Nel giro di poco la pelliccia viene riconsegnata ai legittimi proprietari. Il fascicolo viene chiuso e il caso approda in tribunale a Cassino, dove il 23enne, tramite i suoi legali, si è dovuto difendere dalla doppia accusa di furto aggravato e ricettazione. Ebbene all'esito del dibattimento il pm ha chiesto l'assoluzione per entrambe i reati, ma il tribunale ha accolto solo in parte la conclusione della pubblica accusa, alla quale ovviamente si era associata anche la difesa. Per cui ha assolto il giovane dal furto, ma lo ha condannato a sei mesi per una ipotesi lieve di ricettazione.
 

Ultimo aggiornamento: 15:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA