Roma, partiti in piazza per ricordare Navalny. Fischi per il leghista Romeo

Lunedì 19 Febbraio 2024
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Sotto la statua di Marco Aurelio una gigantografia dell'oppositore russo Aleksey Navalny è divenuta il punto di incontro - per deporre fiori e biglietti - nella serata che la politica italiana ha dedicato all'oppositore di Putin, morto venerdì scorso, in circostanze misteriose in una prigione russa.

La manifestazione convocata da Carlo Calenda, dopo qualche distinguo, vede in piazza delegazioni di tutti i partiti, in un omaggio bipartisan, rovinato però dalla contestazione a un esponente della Lega, che agiterà un po' la serata.

Alle 18 alla spicciolata dalle scale del Campidoglio arrivano esponenti di tutte le forze, che si uniscono ai tantissimi presenti, a partire dai russi dissidenti e dagli ucraini in piazza con le loro bandiere. Si nota un cartello con la scritta "Putin Killer", mentre altri ricordano anche Anna Politkovskaja, la giornalista freddata a Mosca nel 2006. La leader del Pd, Elly Schlein non si tira indietro: «I democratici come noi non possono tollerare in nessun paese la compressione dei diritti fondamentali e quindi è importante essere qui dopo l'uccisione politica di Navalny di cui c'è un solo responsabile: il regime russo di Putin». Parole che risuonano in piazza, condivise da quasi tutti i politici. Lo dice Pier Ferdinando Casini («qui per ricordare un eroe della libertà»), lo dice l'organizzatore Calenda, lo ribadisce dal palco il sindaco Roberto Gualtieri.

«Siamo in tantissimi qui in Piazza del Campidoglio per esprimere lo sdegno e la condanna per la morte di Navalny -dice il primo cittadino romano, mentre in piazza fa capolino pure la sua predecessora, la pentastellata Virginia Raggi- . Chiunque ami i valori della libertà e della democrazia non può accettare questa morte in silenzio». Quando arriva in piazza, poco minuti prima, il leghista Massimiliano Romeo, però la commozione bipartisan lascia il posto alla contestazione. A qualcuno non va bene che ci siano pure i leghisti, accusati di essere sempre stati vicini a Putin. Un sedicente presidente dell'Anpi Roma centro non si fa pregare: «Vergogna, vergogna», è il coro che intona con altri presenti. «Siete sempre stati con Putin e ora venite qui a far finta di piangere». Parole che non scompongono più di tanto il capogruppo leghista, pressato pure dai giornalisti che gli ricordano la t-shirt di Salvini con il volto di Putin. «È roba del passato», replica secco. Poi prova a dire la sua: «Abbiamo a che fare con un regime autoritario», aggiunge rispondendo a chi gli chiede delle responsabilità della morte di Navalny. «Basta strumentalizzare, piuttosto diciamo che qualcun altro faceva accordi che penalizzavano il nostro Paese, a livello energetico, proprio a favore della Russia di Putin». Quindi si unisce agli altri, con fiaccola in mano. Prova a frenare le polemiche alla fine Calenda: «Sono contento che tutte le forze politiche siano oggi qua - afferma il leader di Azione a fine evento - non è una cosa comune per l'Italia. È segnale importante di solidarietà per chi muore per la libertà, lo sono i dissidenti russi e lo sono anche gli ucraini», conclude, annunciando che sarà in Ucraina il 24 febbraio, anniversario dell'inizio dell'aggressione russa. Altri parlamentari, come Scalfarotto e Della Vedova invece chiederanno il visto per partecipare ai funerali di Navalny.

Ultimo aggiornamento: 22:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA