Il coronavirus colpisce (indirettamente) le aziende florovivaistiche, genera disoccupati, spedisce le piante al macero mentre la liquidità scivola via e i migliori guadagni dell’anno, quelli primaverili, vengono bruciati. Inceneriti come i gerani, le primule, le petunie, le viole, le calle e i tulipani sradicati e abbondonati a marcire nei campi per diventare, nella migliore delle ipotesi, concime. Venderli è impossibile. Tutta la filiera è bloccata per il lockdown.
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