Guerra nucleare, Xi Jinping e la telefonata con Zelensky: cosa significa la mossa di Pechino. L'inviato «speciale» a Kiev e la reazione di Putin

Quello tra Xi Jinping e Volodymyr Zelensky è il primo contatto telefonico tra il leader cinese e il presidente ucraino dall'invasione russa dell'Ucraina, da 14 mesi

Mercoledì 26 Aprile 2023 di Simone Pierini
Guerra nucleare, Xi Jinping e la telefonata con Zelensky: cosa significa la mossa di Pechino. L'inviato «speciale» a Kiev e la reazione di Putin

La telefonata di Xi Jinping a Zelensky e il ruolo della Cina nella guerra in Ucraina. Dopo la visita del presidente cinese da Putin a Mosca è finalmente arrivato anche il confronto con il leader ucraino. Quello tra Xi Jinping e Volodymyr Zelensky è il primo contatto telefonico tra il leader cinese e il presidente ucraino dall'invasione russa dell'Ucraina, da 14 mesi. Il 24 febbraio del 2022 il leader russo Vladimir Putin lanciò quella che per il Cremlino è una «operazione militare speciale» in Ucraina, 20 giorni dopo aver consolidato a Pechino con Xi un'intesa «senza limiti». Il contatto tra Xi e Zelensky era particolarmente atteso dalla visita del 20 marzo di Xi a Mosca, dopo quella saltata di Antony Blinken in Cina, dopo il mandato di arresto della Corte penale internazionale contro Putin.

I media cinesi descrivevano la visita a Mosca del leader cinese - al suo terzo mandato e accusato di sostenere il Cremlino - come un «viaggio di pace». E Zelensky aveva sollecitato il contatto con Xi, che anche oggi è tornato a insistere su «dialogo» e «negoziati» come «unica via d'uscita» per porre fine al conflitto in Ucraina. 

Il colloquio tra Xi e Zelensky

Un «lungo e significativo colloquio telefonico», così come è stato definito da Zelensky nei minuti successivi, che potrebbe aprire a nuovi scenari. E subito dopo ha nominato Pavel Ryabikin ambasciatore dell'Ucraina presso la Repubblica popolare cinese. Lo riporta Unian. Il neo ambasciatore ucraino in Cina, Pavel Ryabikin, ha guidato in passato il ministero delle Industrie strategiche dell'Ucraina, Paese che non ha un ambasciatore in Cina dal febbraio 2021.

«Il dialogo e la negoziazione sono l'unica via d'uscita praticabile», secondo il presidente cinese Xi Jinping che ha voluto sottolineare che «non ci sono vincitori in una guerra nucleare». Nell'affrontare la questione nucleare, «tutte le parti interessate dovrebbero rimanere calme e sobrie, concentrarsi veramente sul futuro e sul destino di se stesse e di tutta l'umanità, e gestire e controllare congiuntamente la crisi», ha aggiunto Xi, nel resoconto del network statale Cctv.

«Il rispetto reciproco di sovranità e integrità territoriale è la base politica delle relazioni Cina-Ucraina». Ha sottolineato ancora Xi, aggiungendo che «le relazioni Cina-Ucraina hanno attraversato 31 anni di sviluppo e raggiunto il livello di partenariato strategico. Apprezzo la ripetuta enfasi del presidente Zelensky su sviluppo delle relazioni e cooperazione con la Cina e ringrazio l'Ucraina per aver fornito grande assistenza all'evacuazione dei cittadini cinesi» nel 2022.

La prima mossa di Pechino

La prima mossa di Pechino si è tramutata nell'invio di un «rappresentante speciale del governo per gli affari eurasiatici» che farà visita proprio in Ucraina (e in altri Paesi) per condurre «una comunicazione approfondita con tutte le parti sulla soluzione politica della crisi ucraina». Cosa significa? Secondo quanto fa trapelare Pechino la complessa evoluzione della crisi ucraina «ha avuto un forte impatto sulla situazione internazionale» e la Cina «si è sempre schierata dalla parte della pace e la sua posizione centrale è quella di promuovere la pace e i colloqui». Sono le parole pronunciate da Xi nel corso della telefonata arrivata su richiesta di Zelensky, elemento che il ministero degli Esteri cinese ha voluto precisare, forse per mantenere quella tanto promossa equidistanza tra le parti (e per non innervosire Putin).

 

Il documento sulla guerra

Su questa base, Pechino ha anche pubblicato il documento «La posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi ucraina», rimarcando che «la Cina non è né l'artefice né la parte coinvolta nella crisi ucraina». Tuttavia, «in qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'Onu e di grande Paese responsabile, non guarderemo il fuoco dall'altra parte, né aggiungeremo benzina al fuoco e usaremo la crisi come opportunità per trarne profitto». La Cina, ha continuato Xi, «persisterà» quindi «nel persuadere la pace e promuovere i colloqui e farà i propri sforzi per fermare la guerra, cessare il fuoco e ripristinare la pace il prima possibile», inviando, come detto, «un rappresentante speciale del governo cinese per gli affari eurasiatici».

La reazione di Mosca

Da Mosca è arrivata subito una prima reazione. A parlare, per conto del Cremlino, è stata la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Kiev «rifiuta ogni sana iniziativa per la soluzione del conflitto», riferisce l'agenzia Ria Novosti. «Prendiamo atto della disponibilità cinese a compiere sforzi per i negoziati ma riteniamo che il problema non sia la mancanza di buoni piani», ha aggiunto la stessa Zakharova su Telegram «Le autorità ucraine e i loro curatori occidentali - ha aggiunto - hanno già dimostrato la loro capacità di ostacolare le iniziative di pace. Pertanto, qualsiasi appello alla pace difficilmente può essere adeguatamente percepito dai burattini controllati da Washington».

Il commento degli Stati Uniti

«Siamo contenti che Xi e Zelensky si siano parlati. È da tempo che chiediamo che la Cina ascolti la prospettiva ucraina». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby, in un briefing con la stampa. «Non possiamo sapere se questa telefonata portare a qualcosa. Sta all'Ucraina e Zelensky decidere se vogliono sedersi al tavolo dei negoziati per la pace», ha sottolineato.

Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 11:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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