Julie Morris, vicepreside di un istituto elementare, è stata condannata a 13 anni e 4 mesi dopo che lei e il suo compagno si sono filmati mentre violentavano e abusavano sessualmente di un bambino.
Il procuratore John Wyn Williams ha detto che la coppia si è conosciuta su un'app di incontri nel 2016 e, secondo le prime ricostruzioni, la loro relazione sarebbe stata molto «intensa dal punto di vista sessuale». Williams ha dichiarato anche che da subito tra i due sarebbe nata una certa affinità in merito a delle perverzioni specifiche, il che avrebbe «portato alcune delle loro fantasie sessuali a diventare realtà». Ha aggiunto che dopo aver sequestrato un telefono durante un mandato, la polizia ha trovato una conversazione sugli abusi sessuali sui bambini che coinvolgeva Morris. Gli agenti hanno esaminato 175.000 pagine di messaggi tra i due. Moltissimi di questi rigaurdavano piani su come adescare minori.
La corte ha riferito che Morris avrebbe scattato foto di bambini e le avrebbe inviate al suo partner per «alimentare la sua predilezione per i più piccoli». Il giudice Andrew Menary ha dichiarato: «Ogni tanto si vedono casi le cui circostanze sono quasi incredibili. Questo è uno di quei casi. Dimostra che la depravazione umana in realtà non conosce limiti». Durante un'interrogatorio, poi, Morris rilascia una dichiarazione che fa rabbrividire. L'uomo avrebbe infatti detto che la sua giovane vittima era consenziente. Mairead Neeson, procuratore senior del CPS, ha affermato che il caso è stato uno dei peggiori che avesse visto nella sua carriera, aggiungendo: «Le descrizioni di ciò che hanno fatto sono così orribili che quando ho finito di leggerle sono scoppiata in lacrime. È un bambino a cui è stata rubata l'innocenza».