Ufo e Uap, la Nasa crea una commissione per svelare il mistero dei Fenomeni aerei non identificati Video

Giovedì 9 Giugno 2022 di Paolo Ricci Bitti
Ufo e Uap, la Nasa crea una commissione per svelare il mistero dei Fenomeni aerei non identificati

Dopo il ministero della Difesa, anche la Nasa ha istituito una commissione per studiare i Fenomeni aerei non identificati, ovvero Uap, ovvero l'acronimo che cerca da qualche anno con scarso successo di sostituire Ufo, Oggetti volanti non identificati.

Uno studio, questione non da poco, che avverrà "in maniera trasperente con i dati sempre accessibili a tutti".

Di commissioni, ufficiali  e non, sugli Ufo, ne esistono parecchie e da decenni negli Stati Uniti a cominciare quelle insediate dalla Dia, Defense Intelligence Agency, che tiene sotto osservazione le forze armate dei paesi stranieri "per prevenire e vincere le guerre". Ma sui lavori di queste commissioni c'era sempre, almeno a fino a pochissimo tempo fa, il timbro "classificato" (segreto).

Inoltre la Nasa (National Aeronautics and Space Administration, ente responsabile delle attività aeronautiche e aerospaziali di interesse civile degli Stati Uniti) è l'ente americano che dispone di più mezzi e di più conoscenze per indagare questi fenomeni come magari fa già da decenni ma senza renderlo noto. La Nasa, proiettata alla riconquista della Luna con la missionen Artemis, diventa così un'alleata della Space Force, la sesta forza armata degli Stati Uniti istituita definitivamente da Donald Trump e dello stesso ministero della Difesa: un conferma del momento topico dell'argomento che il mese scorso è approdato finalmente al Congresso dove si è ribadito che sì, ci sono evidenze di fenomeni (non si arriva a dire "oggetti") nei cieli che proprio non si riesce a spiegare nemmeno tirando in ballo ipotetici mezzi (bellici?) segreti di altre potenze. Tra l'altro la "copertura" dei satelliti rende ormai assai improbabile testare segretamente eventuali velivoli di nuova concezione e con prestazioni esasperate.

Che si tratti di oggetti che volano in maniera del tutto anticonvenzionale e con capacità strabilianti (velocità e angoli di virata) lo dicono invece esplicitamente i piloti dell'Us Navy che almeno dal 2014 hanno visto Uap inquadrati dalle telecamere dei loro jet F/A 18 Super Hornet.    

Filmati gelosamente custoditi dal Pentagono fino a quando qualcuno dei "custodi" ha deciso di rompere la cortina di segretezza rimettendoci il posto. Il riferimento riporta al 2018, a quanto annunciato a Roma nel corso del convegno annuale del Cun (Centro ufologico nazionale) a cui parteciparono Luis Elizondo, ex agente e ex dirigente del programma segreto Aatip (Advanced Aerospace Threat Identification Program), in precedenza Aawsap (Advanced Aerospace Weapons System Application Program), della Dia, e  Tom DeLonge, front man della band americana Blink182, fondatore della To the stars academy of Art and Science.  Elizondo, ora a fianco di DeLonge, munifico filantropo di queste ricerche, raccontò di essere uscito dalla Dia non condividendo la cappa di segretezza imposta ai quei programmi.

 

Da quell'anno, da quei filmati, almeno tre, oggettivamente inquietanti soprattutto se si ascoltano le conversazioni dei piloti, il tema degli Uap è risalito con forza sempre più a galla.

La Dia ha persino affidato "metamateriali", ovvero materiali ritenuti di origine non terrestre, e quindi alieni, custoditi dal Pentagono a una dei più noti appaltatori della Difesa degli Stati Uniti, la Bigelow Aerospace del Nevada. 

Paolo Ricci Bitti

La nota della Nasa diffusa nel pomeriggio del 9 giugno 2022


La Nasa ha costituito fin dall'autunno scorso un gruppo di studio per esaminare i fenomeni aerei non identificati (Uap) – ovvero eventi nel cielo che non possono essere identificati come aerei o fenomeni naturali noti – da una prospettiva scientifica. Lo studio si concentrerà sull'identificazione dei dati disponibili, sul modo migliore per raccogliere i dati futuri e su come la Nasa può utilizzare tali dati per far avanzare la comprensione scientifica degli Uap. Il numero limitato di osservazioni attualmente rende difficile trarre conclusioni scientifiche sulla natura di tali eventi. Fenomeni non identificati nell'atmosfera sono di interesse sia per la sicurezza nazionale sia per la sicurezza aerea.

Stabilire quali eventi sono naturali fornisce un primo passo fondamentale per identificare o mitigare tali fenomeni, in linea con uno degli obiettivi della Nasa per garantire la sicurezza degli aeromobili. Non ci sono prove che gli Uap siano di origine extraterrestre.

"La Nasa ritiene che gli strumenti della scoperta scientifica siano potenti e si applichino anche qui", ha affermato Thomas Zurbuchen, amministratore associato per la scienza presso il quartier generale della Nasa a Washington. “Abbiamo accesso a un'ampia gamma di osservazioni della Terra dallo spazio, e questa è la linfa vitale dell'indagine scientifica. Abbiamo gli strumenti e il team che possono aiutarci a migliorare la nostra comprensione dell'ignoto. Questa è la definizione stessa di cosa sia la scienza. Questo è quello che facciamo”.

L'agenzia non fa parte della Unidentified Aerial Phenomena Task Force del Dipartimento della Difesa o del suo successore, l'Airborne Object Identification and Management Synchronization Group. La Nasa, tuttavia, si è ampiamente coordinata in tutto il governo su come applicare gli strumenti della scienza per far luce sulla natura e l'origine di fenomeni aerei non identificati.


Il team di studio indipendente dell'agenzia sarà guidato dall'astrofisico David Spergel, presidente della Simons Foundation di New York City, e in precedenza presidente del dipartimento di astrofisica alla Princeton University di Princeton, nel New Jersey. Daniel Evans, l'assistente vice amministratore associato per la ricerca presso la direzione della missione scientifica della Nasa, fungerà da funzionario della Nasa responsabile dell'orchestrazione dello studio.

"Data la scarsità di osservazioni, il nostro primo compito è semplicemente raccogliere una gamma di  dati più solida possibile", ha affermato Spergel. "Identificheremo quali dati - da civili, governo, organizzazioni non profit, aziende - esistono, cos'altro dovremmo cercare di raccogliere e come analizzarli nel migliore dei modi".

Lo studio dovrebbe richiedere circa nove mesi per essere completato. Si assicurerà la consulenza di esperti nelle comunità scientifica, aeronautica e di analisi dei dati per concentrarsi sul modo migliore per raccogliere nuovi dati e migliorare le osservazioni degli Uap.

"Coerentemente con i principi di apertura, trasparenza e integrità scientifica della Nasa, questo rapporto sarà condiviso pubblicamente", ha affermato Evans.

"Tutti i dati della Nasa sono disponibili al pubblico - prendiamo sul serio questo obbligo - e li rendiamo facilmente accessibili a chiunque possa vederli o studiarli".

Sebbene non correlato a questo nuovo studio, la Nasa ha un programma di astrobiologia attivo che si concentra sulle origini, l'evoluzione e la distribuzione della vita oltre la Terra. Dallo studio dell'acqua su Marte all'esplorazione di promettenti "mondi oceanici", come Titano ed Europa, le missioni scientifiche della Nasa stanno collaborando con l'obiettivo di trovare segni di vita oltre la Terra.

Inoltre, la ricerca della vita da parte dell'agenzia include anche l'utilizzo di missioni come il Transiting Exoplanet Survey Satellite e il telescopio spaziale Hubble, per cercare esopianeti abitabili, mentre il James Webb Space Telescope cercherà di individuare biofirme nelle atmosfere intorno ad altri pianeti che potrebbero suggerire che un esopianeta ospita piante e animali come fa il nostro". 

Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 12:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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