Ufo e Uap, nuove conferme: «Gli Usa hanno recuperato astronavi di origine aliena», le rivelazioni di un ex ufficiale dell'Intelligence

David Charles Grusch, 36 anni, ha denunciato anche di essere stato minacciato per le sue dichiarazioni. I precedenti in Italia, la nota del Centro ufologioc nazionale

Giovedì 8 Giugno 2023 di Paolo Ricci Bitti
Ufo e Uap, nuove conferme: «Gli Usa hanno recuperato astronavi di origine aliena», le rivelazioni di un ex ufficiale dell'Intelligence

Astronavi "esotiche" o aliene e metamateriali (ovvero materiali con caratteristiche non identificabili con quelle naturali a noi note): a 16 anni dalle prime rivelazioni, ecco dagli Usa un'altra notevole tessera nello scenario sempre meno nebbioso degli Ufo (oggetti volanti non identificati) o Uap (Unidentified aerial phenomena, ovvero fenomeni aerei non identificati). 

David Charles Grusch, 36 anni, ex ufficiale decorato in Afghanistan, veterano della National Geospatial-Intelligence Agency (NGA) e del National Reconnaissance Office (NRO), per tre anni alla Task Force sui fenomeni aerei non identificati e poi, fino al 2022, ai vertici dello stesso NGA per l'analisi UAP, insomma un tipo dalle spesse, credenziali, afferma che gli Stati Uniti, e non solo, hanno a disposizione da anni velivoli (astronavi) intatti o rottami di velivoli definiti di natura "non umana".

Oppure, meglio, la tecnologica attuale non permette di creare questi mezzi volanti per di più costruiti con metamateriali. La definizione "non umana" o aliena deriva anche dalla considerazione che, data la copertura satellitare che comprende ogni angolo del pianeta, diventa formalmente impossibile per qualcuno (una grande potenza, insomma) effettuare in segreto test di macchine volanti dalle prestazioni strabilianti (vedi i "tic-tac" riprese dai piloti della marina americana): le grandi potenze rivali se ne accorgerebbero, per non dire, in riferimento agli Usa, probabilissime fughe di notizie dall'interno.  

Per Grusch il Congresso dispone già di "informazioni classificate" su questi velivoli "non costruiti dall'uomo" recuperati. Epperò, nelle relazioni recenti sul fenomeno degli Uap, questi argomenti non sono stati rivelati. Inoltre l'ex ufficiale sostiene di essere minacciato di ritorsioni legali per aver rivelato queste infromazioni. 

Come riporta il sito americano thedebrief.com, l'ex militare sostiene che i recuperi di rottami o di velivoli alieni avviene "da decenni" e che riguardano anche paesi alleati degli Stati Uniti. Secondo gli accertamenti raccontati da Grusch gli oggetti recuperati sono "di origine esotica (intelligenza non umana, origine extraterrestre o sconosciuta) sulla base delle morfologie del veicolo e dei test di scienza dei materiali e del possesso di disposizioni atomiche uniche e firme radiologiche".

Parole che riecheggiano quelle di Luis Elizondo, ex agente e ex dirigente del programma segreto Aatip (Advanced Aerospace Threat Identification Program), in precedenza Aawsap (Advanced Aerospace Weapons System Application Program), della Dia, e  di Tom DeLonge, ex front man della band americana Blink182, fondatore della To the stars academy of Art and Science.  Elizondo, ora a fianco di DeLonge, munifico filantropo di queste ricerche, raccontò di essere uscito dalla Dia non condividendo la cappa di segretezza imposta ai quei programmi. Proprio a Roma nel 2018 Elizondo e DeLonge ne parlarono durante il convegno anuale del Centro ufologico nazionale.

E poi c'è anche Jonathan Gray, ufficiale della United States Intelligence Community in servizio per il National Air and Space Intelligence Center (NASIC) che aggiunge: “Il fenomeno dell'intelligenza non umana è reale. Non siamo soli - ha detto Gray - I recuperi di questo tipo non sono limitati agli Stati Uniti. Questo è un fenomeno globale, eppure una soluzione globale continua a sfuggirci”. E ancora: "Gli studi e le ricerche di materiali "esotici", risalenti all'inizio del XX secolo, non dovrebbe più rimanere un segreto. L'origine della maggior parte di questi materiali è stata poi spiegata e attribuita all'uomo e alle sua tecnologice, manon  non tutti, e qualsiasi numero superiore a zero in questa categoria rappresenta una percentuale statistica innegabilmente significativa".

 

La nota del Cun

Alla luce dei recenti accadimenti, di cui per ultimo le dichiarazioni dell’ex ufficiale di intelligence statunitense David Grusch, il CUN e il CIFAS esprimono la loro soddisfazione per questi importanti sviluppi in atto del graduale processo di ’disclosure’ in corso negli Stati Uniti, teso a portare alla luce del sole la concreta realtà del fenomeno UFO/UAP in tutti i suoi aspetti. Solo una decisa e sincera volontà politica supportata da un genuino interesse accademico, come sta avvenendo oggi negli Stati Uniti potranno consentire di far luce sulla annosa questione dei fenomeni anomali non identificati, con il potenziale di imprimere una svolta senza precedenti, nelle conoscenze scientifiche dell’umanità e di rispondere alla sua più grande domanda: “Siamo soli nell’universo?”. Il CUN e il CIFAS auspicano che anche l’Italia voglia farsi parte diligente in questo processo e, abbandonando ogni stigma, procedere con la messa in campo di un serio studio accademico sul fenomeno. Il CUN e il CIFAS esprimono inoltre la più ferma condanna ed esecrazione per gli atti di intimidazione e molestie subite dal Gruppo Indipendente della NASA per la Ricerca sugli UFO/UAP e anche dall’Ufficio AARO del Ministero della Difesa USA, che sta attivamente indagando da una prospettiva militare sul fenomeno.

I precedenti

Già due anni fa era emerso che analizzare rottami di Ufo era fra i compiti istituzionali della Dia, Defense Intelligence Agency, che tiene sotto osservazione le forze armate dei paesi stranieri "per prevenire e vincere le guerre". E in effetti non potrebbe esserci qualcosa di più "straniero" di un Ufo.  Rimbombò allora in maniera parecchio stentorea la clamorosa conferma che la Dia ha scritto a proposito di "metamateriali" ritenuti non di origine terrestre, e quindi alieni, posseduti dal Pentagono e affidati allo studio di uno dei più noti appaltatori della Difesa degli Stati Uniti, la Bigelow Aerospace del Nevada. La risposta, a lungo attesa, era infine quella giunta al ricercatore americano Anthony Bragalia che si è appellato al Freedom Of Information Act (la legge sulla Libertà di Informazione). 

Una poderosa ammissione che rafforza quanto annunciato nel dicembre del 2018 a Roma nel corso del convegno annuale del Cun (Centro ufologico nazionale) a cui parteciparono Luis Elizondo e Tom DeLonge.

Furono loro due a mettere  in scacco il Pentagono incassando la fiducia del New York Times che con uno scoop del dicembre 2017 obbligò la Difesa americana a rilasciare tre video girati da piloti militari americani. Video che nel 2019 vennero certificati definitivamente dal Governo americano: gli oggetti ripresi dalle telecamere dei caccia F-18 della Marina sono oggetti volanti non identificati, Ufo, o, meglio, come si dice adesso Uap, Fenomeni aerei non identificati. E sempre loro a Roma rivelarono che il Pentagono da anni possiede detriti di materiali con caratteristiche non riscontrabili in materiali conosciuti sulla Terra e non attribuibili a meteoriti. 

E' chiaro che va sempre specificato che per materiali oppure velivoli oppure oggetti "alieni" si intende alla lettera che si ritengono "estranei" alle nostre conoscenze attuali e non necessariamente provenienti da altri pianeti. Conoscenze ufficiali, va aggiunto, perché in passato fenomeni ritenuti alieni erano in realtà originati da esperienze più che terrestri, ma tenute segrete da questo o quello stato per motivi militari.    

A ogni modo ora è stato lo stesso Cun a riportare la lunga lettera-dossier (oltre 150 pagine)  scritta, a tre anni dalla richiesta, dalla Dia a Bragalia che interrogava l'ente americano su detriti, residui, relitti e rottami derivati da incidenti di oggetti volanti non identicati. Agli archivi sono ben registrati ad esempio l'episodio di Ubatuba in Brasile nel 1957 e a Firenze nel 1954 da cui provengono materiali oggetto di indagini che non ne chiarirono la provenienza.

Di queste schegge di materiali "alieni" ne mostrarono in video gli stessi Elizondo e DeLonge a Roma nel 2018.

La caratteristiche che rendono questi materiali ignoti sono relativi al loro comportamento rispetto alla luce e ai campi elettromagnetici. 

E non è che questi frammenti arrivano dall'Area 51 a Roswell? Prima o poi c'è sempre chi fa questa domanda e la risposta non può che essere "forse". Bragalia non lo escuse. Speculazioni meno scontate, invece, sono relative alle ipotesi che questi materiali potrebbero far fare un balzo alle nostre conoscenze tecnlogiche permettedoci di produrre nuove leghe metalliche. Ad esempio Bragalia citava, dopo aver letto la risposta della Dia, il caso del Nitonol,  lega "a memoria di forma" di Nichel e Titanio superesistente e superelastico con cui si realizzano oggetti deformabili e in grado di recuperare almeno in parte la forma originale con mille applicazioni dall'industria alla chirurgia. Viene usata dagli anni Settanta con una storia che riecheggia temi de "L'uomo che cadde sulla Terra" il romanzo di fantascienza di Walter Tevis (La regina degli scacchi) da cui venne tratto il film con David Bowie. Fantascienza, appunto, per adesso. Non è fantascienza invece cià che da anni fanno gli astronauti sulle stazioni spaziali conducendo esperimenti su liquidi e metalli e sul loro uso combinato che non è possibile sulla Terra, ma che lo diventa in situazioni di microgravità.

I metamateriali

Il ricercatore americano, riferendosi al dossier disvelato dalla Dia, citava le fenomenali qualità dei metamateriali riconducibili agli studi sui detriti alieni.Ad esempio si indica la capacità di ridurre la luminosità fino alla completa invisibilità anche da parte dei radar (tecnologie applicate negli aerei stealth) oppure la capacità di comprimere i campi elettromagnetici, proprietà dalle infinite applicazioni a cominciare dalla progettezione di processori e componenti per computer.   

Bragalia, infine, faceva  notare i tanti Omissis contenuti nei documenti che la Dia gli ha trasmesso, a cominciare da nomi degli scienziati che hanno studiato questi detriti alieni. 

Paolo Ricci Bitti

Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 13:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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