Ucraina, le sanzioni Ue contro ministri e banche di Putin: «E questo è solo l'inizio»

Nel mirino il cerchio magico di Putin: colpiti anche alti funzionari e militari

Giovedì 24 Febbraio 2022 di Gabriele Rosana
Rappresaglia di Bruxelles contro ministri e banche: «E questo è solo l'inizio»

Ministri, alti funzionari e vari oligarchi del cerchio magico di Vladimir Putin finiscono, insieme ai bond russi, nella prima black list preparata dai Paesi Ue: «Ma non è che l'inizio», mettono in chiaro a Bruxelles.

Dopo le ultime verifiche degli esperti legali, le sanzioni sono state adottate e sono entrate in vigore ieri, 48 ore dopo l'annuncio con cui Vladimir Putin ha riconosciuto le due entità separatiste di Donetsk e Lugansk, dove ha inviato forze dell'esercito russo. «Com'era quella storia dell'Unione europea lenta e goffa?», ha twittato l'ambasciatore Ue a Kiev Matti Maasikas.

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UNANIMITÀ
L'Europa c'è, vuole fare sul serio, anche se gradualmente, schierando un fronte comune: per approvare le misure restrittive serve infatti l'unanimità dei 27 Stati membri, e pure il premier ungherese Viktor Orbán - in tempi normali il maggiore indiziato di simpatie filorusse - ha fatto sapere a più riprese che sta con i partner europei e sostiene con convinzione la reazione contro Mosca. Si comincia per step, ma è più che un avvertimento, d'accordo con gli alleati che infatti seguono lo stesso schema - da Washington a Londra, da Tokyo a Ottawa -: dopo la fase uno, infatti, è sempre più probabile (e inevitabile) che ci sia una fase due, soprattutto in caso di avanzata verso ovest, nel resto del Donbass non occupato. Per questo i leader arrivano oggi a Bruxelles per una riunione straordinaria: si confronteranno sulle prossime mosse con i telefoni sottochiave, com'è ormai prassi quando il Consiglio europeo discute di Russia.

PUNTO DI PARTENZA
Le sanzioni appena adottate - un pacchetto lungo centinaia di pagine - sono un punto di partenza, a cui va aggiunto l'alt, per ora temporaneo, all'autorizzazione del gasdotto Nord Stream 2: anzitutto c'è lo stop all'acquisto e allo scambio dei titoli di Stato della Russia, della sua Banca centrale e di altre entità finanziarie legate a Mosca. Come fatto anche dagli Usa, l'Ue vuole mettere un freno alla possibilità per la Russia di finanziare il proprio debito sul mercato dei capitali. Una mossa destinata a non fare troppo male, però, secondo vari analisti, vista la tradizionale scarsa presenza di titoli russi nei portafogli di investimento.
È comunque la misura più generalizzata tra quelle approvate ieri dagli ambasciatori Ue, che per il resto sono mirate: nell'obiettivo finisce chi ha avuto un ruolo attivo o ha facilitato l'illegale riconoscimento delle due autoproclamate repubbliche, così come i beni prodotti a Donetsk e Lugansk e i traffici commerciali con i due territori, storico polo produttivo di acciaio e carbone in crisi dopo le ostilità iniziate nel 2014.
Nella lista non figura il nome di Putin, che però potrebbe comparire in un secondo momento. L'esponente di maggiore spessore del governo russo sanzionato - come anticipato nel pomeriggio da Washington Post e New York Times - è il ministro della Difesa Sergei Shoigu, finito nella black list insieme al collega dello Sviluppo economico Maxim Reshetnikov e al capo di gabinetto di Putin Anton Vaino: i tre sono in compagnia di altre 20 personalità a vario titolo coinvolte nell'operazione e nell'incursione di lunedì sera e ai 351 deputati della Duma che hanno votato il riconoscimento.

A loro vengono negati i visti per l'Europa e congelati beni e conti correnti nel continente (che spesso gli oligarchi schermano, tuttavia, con prestanome). Al gruppo si aggiungono personalità vicinissime a Putin come Yevgeniy Prigozhin, il capo di fatto dei mercenari della Wagner già sanzionati dall'Ue per le operazioni destabilizzatrici in Africa, e i suoi familiari, e il vicepresidente della banca Vtb Denis Bortnikov, e pure tre istituti di credito privati già nel pacchetto di Usa e Uk (Veb, Promsvyazbank e Bank Rossiya).

PROPAGANDA INVASIVA
Colpiti anche i vertici dell'esercito, dal comandante della Marina a quello delle forze di terra. Ma quanto sta avvenendo nell'est dell'Ucraina - e su questo punto Bruxelles è sempre stata chiara - non è un'operazione di aggressione convenzionale che riguarda il solo apparato militare. C'è tutta una rete di disinformazione profonda e di propaganda invasiva che innerva le operazioni dirette dal Cremlino e che infatti finisce nel mirino: sanzioni per la direttrice di Russia Today Margarita Simonyan, la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, il direttore di un gruppo editoriale attivo in Crimea e pure un conduttore tv.
 

Ultimo aggiornamento: 09:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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