Ucraina, razzi russi sulla base militare vicina a Leopoli e al confine Ue: 35 morti

Raid a 25 chilometri dal territorio polacco. II blitz dei russi causa 35 morti e 134 feriti. La struttura ospitava militari olandesi. Mosca: «Abbiamo ucciso i mercenari»

Domenica 13 Marzo 2022
Ucraina, attacco a Leopoli, bombardamenti per tutta la notte Israele pronta a ospitare l'incontro fra Putin e Zelensky
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Mai la guerra era arrivata tanto vicina alla Nato.

E così, quando ieri mattina tra le 3,30 e le 6,30, è scattata l’allerta a Yavoriv si è capito molto chiaramente che Vladimir Putin stava alzando ulteriormente il tiro. Una trentina di missili russi hanno colpito l’International center for peacekeeping and security, in questa città patrimonio dell’Unesco che si trova a soli 25 chilometri dal confine con la Polonia, paese membro dell’Alleanza, e a 30 chilometri a nord-est da Leopoli. Le sirene hanno suonato a lungo su Yavoriv, considerata bastione Ovest della resistenza e hub degli aiuti umanitari e militari. Le esplosioni sono state udite distintamente, mentre aerei da combattimento sfrecciavano sui cieli di Leopoli. La raffica di missili è partita dalla base aerea di Saratov, in Russia, e ha causato almeno 35 morti e 134 feriti, tra i quali ci sono anche cittadini olandesi affiliati alla legione di combattenti stranieri. «È stato un raid contro “mercenari stranieri e armi straniere”. Ne sono stati uccisi almeno 180», ha proclamato Mosca, affidando il messaggio al portavoce del ministero della Difesa, Igor Konashenko.

 

Il centro di Yavoriv è un’importante base militare ucraina. Qui dal 2015 gli Stati Uniti hanno inviato regolarmente istruttori per l’addestramento e la base ha ospitato anche esercitazioni Nato internazionali. Sono mesi che i soldati di Kiev si addestrano, aiutati dagli stranieri, all’uso dei razzi anti-carroarmato forniti dall’Occidente. E non è casuale che l’attacco russo sia arrivato il giorno dopo l’avvertimento del Cremlino: «I convogli di armi sono un obiettivo legittimo per le forze armate russe», ha dichiarato il vice ministro degli Esteri della Federazione, Sergei Ryabkov. E le sue parole sono state subito commentate dalla Polonia, primo paese a reagire alla minaccia: «Se mi state chiedendo se la Russia possa usare armi chimiche, penso che Putin possa usare qualunque cosa in questo momento, specialmente quando si trova in una situazione difficile», ha spiegato il presidente polacco Andrzej Duda in un’intervista alla Bbc. Interpellato sulla possibilità che questo possa portare a un intervento della Nato, Duda ha risposto: «Certo, tutti speriamo che non osi farlo. Ma, se usasse armi di distruzione di massa, questo sarebbe un cambio di gioco completo».

I rischi

E anche il primo ministro Mateusz Morawiecki, in una intervista al Messaggero, ha sottolineato: «La Nato deve rafforzare il suo fianco orientale e far capire chiaramente alla Russia che non c’è alcuna» possibilità di «espansione della sua sfera di influenza». Riguardo, poi, alla possibilità di un attacco alla Polonia, evocata nei giorni scorsi anche dal presidente ucraino Zelensky, la risposta è stata netta: «I paesi Baltici e la Polonia sono nel mirino. Dopo quello che stiamo vedendo, nessuno dovrebbe dubitare che tutta l’Europa sia a rischio. La Polonia - ha concluso -, in quanto paese di frontiera della Nato, è in questo momento critico particolarmente coinvolta nelle attività dell’Alleanza. Temo che le azioni di Putin mireranno a incrementare le provocazioni contro l’Alleanza. In questo gioco di nervi dobbiamo mantenere la calma». 
La minaccia di armi chimiche ha fatto dire al consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jack Sullivan, che se Putin le userà «pagherà un prezzo alto». E il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha ribadito: «Dobbiamo rimanere vigili perché è possibile che Putin stia pianificando missioni con le armi chimiche». Stoltenberg ha poi respinto le affermazioni del governo russo secondo cui gli Stati Uniti hanno gestito laboratori segreti in Ucraina per lo sviluppo di armi biologiche.
La manovra dello zar per esasperare le tensioni al confine con l’Ucraina ha portato all’attacco all’International center, e anche alla parte ovest del paese, finora sostanzialmente risparmiata dai bombardamenti russi. Probabilmente anche in risposta a quanto annunciato dal presidente americano Joe Biden, che ha comunicato di aver stanziato altri 200 milioni di dollari di aiuti in armi e forniture militari per Kiev. Se oggi l’Ucraina riesce a resistere con tanta determinazione all’avanzata nemica, è soprattutto grazie alle armi anti-carro e anti-aereo fornite dall’Occidente. E colpire questi rifornimenti per Mosca vuol dire bloccare il pilastro principale della difesa di Kiev.

Le vittime

La battaglia, intanto, prosegue senza tregua su altri fronti. Ieri il difensore civico per i diritti umani dell’Ucraina, Liudmila Denisova, ha accusato la Russia di aver usato munizioni al fosforo vietate, in un attacco notturno alla città di Popasna nella regione orientale di Luhansk. Mentre i militari del Cremlino non mollano la pressione su Mariupol, ormai allo stremo. Oltre 2.180 persone sono state uccise in città da inizio guerra. Ospedali, scuole, tutto è stato colpito da terra e dal cielo: solo nelle ultime 24 ore ci sono stati almeno 22 bombardamenti contro obiettivi civili e sono cadute più di 100 bombe. Un raid russo ha colpito una scuola a Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina a circa 100 km a est di Odessa. I soccorritori hanno passato la notte a scavare tra le macerie. È di 2 morti e 2 feriti il bilancio dell’attacco. Si stima che circa un milione di persone siano senza gas e riscaldamento, mentre si sta lavorando per riparare i danni che i bombardamenti hanno causato a Donetsk, Luhansk e Mykolaiv.
E continua la fuga dei civili, con Kiev che fa sapere di essere stata in grado di evacuare circa 125 mila persone usando i corridoi umanitari. Anche se i bombardamenti continuano senza tregua a Irpin, dove ieri è stato ucciso a un check point russo, Brent Renaud, giornalista americano pluripremiato. E a Volnovaha nel Donetsk, città sotto il controllo russo, gli occupanti hanno ucciso il cappellano dell’esercito Platon Morgunov. 
«L’impegno maggiore ora è Mariupol - ha insistito il presidente ucraino Zelensky - Il nostro sforzo diplomatico è focalizzato sugli aiuti per raggiungere la città». E un convoglio umanitario diretto al porto assediato, dopo essere partito da Zaporizhzia, sta procedendo il suo cammino. Le forze armate russe hanno colpito anche la base aerea di Ivano-Frankivsk (nella parte occidentale del Paese). A riferirlo è il Kyiv Independent, citando il sindaco della città Ruslan Martsinkiv, il quale ha spiegato che l’aeroporto è stato nel mirino degli attacchi russi per il secondo giorno di fila. Il primo cittadino ha sollecitato le persone che abitano nei dintorni dell’aeroporto di trasferirsi.

L’ambasciata

Bombe anche nelle vicinanze di Leopoli, dove si trova la sede attuale dell’ambasciata italiana. L’Italia è l’unico paese del G7, insieme alla Francia, a essere rimasta con la sede diplomatica operativa. E ieri sera l’ambasciatore Pier Francesco Zazo è intervenuto durante la trasmissione “Che tempo che fa” per ribadire che l’Italia rimarrà lì, almeno finché le condizioni lo consentiranno. «Inizialmente c’erano 2.000 italiani presenti in Ucraina - ha spiegato il diplomatico -, ora ne sono rimasti circa 400. E hanno scelto di restare, perché la loro vita l’hanno fatta qui, hanno moglie e figli. Poi, purtroppo - ha aggiunto - ci sono anche alcune persone che sono rimaste intrappolate e hanno difficoltà a lasciare il paese. Per noi questo è un grande problema. Stiamo cercando di fare il nostro meglio per aiutarli». Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha precisato che sono 34 i connazionali ancora bloccati: «Duecento li abbiamo già salvati, per i 34 che sono ancora intrappolati lavoriamo ogni giorno per portarli fuori. Ma se l’evacuazione non può avvenire in sicurezza, preferiamo dire loro di aspettare». Ma Putin vincerà la guerra? «Militarmente parlando - ha detto Zazo - la Russia è superiore. Potrà arrivare con i carri armati al centro delle città ucraine, ma non sarà in grado di insediare un regime fantoccio filo-russo. Persino nelle città già conquistate c’è una sollevazione popolare. E c’è il rischio di una guerriglia urbana».

Ucraina, la diretta

Ore 23.10 - «Condanniamo l'attacco russo al Centro Internazionale per il mantenimento della pace e della sicurezza a Yavoriv, vicino al confine dell'Ucraina con la Polonia. La brutalità deve fermarsi». Lo twitta il segretario di Stato Antony Blinken commentando l'attacco vicino a Leopoli.

Ore 23.00 - «È un incontro storico. Se gli Usa e la Cina si parlano vuol dire che sta andando avanti la linea che noi incoraggiamo in tutte le sedi». Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in merito al colloquio in programma domani a Roma tra il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jack Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi. «Abbiamo sentito i cinesi, i turchi, gli israeliani - ha aggiunto Di Maio - bisogna parlare con tutti per arrivare prima a una tregua umanitaria e poi ad un accordo di pace».

Ore 22.50 - Ci sono 34 italiani bloccati in Ucraina nelle città assediate dalle forze russe, tra cui Mariupol. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un'intervista a 'Non è l'arenà. «Duecento li abbiamo già salvati - ha precisato Di Maio - per i 34 che sono ancora intrappolati lavoriamo ogni giorno per portarli fuori. Se l'evacuazione non può avvenire in sicurezza preferiamo dire loro di aspettare».

Ore 22.35 -  La Russia mette in guardia le aziende occidentali nel Paese: i manager che criticano il governo potrebbero essere arrestati e gli asset delle società che si ritirano dal paese potrebbero essere sequestrati. Lo riporta il Wall Street Journal, secondo il quale nelle ultime settimane la giustizia russa ha avvertito McDonald's, Ibm e Yum Brands, la società a cui fa capo Kfc.

Ore 22.00 - La priorità della Cina è impedire che la «situazione tesa» in Ucraina subisca un'ulteriore escalation o «diventi fuori controllo». Così l'ambasciata cinese negli Stati Uniti replica alle notizie di stampa riguardo alla richiesta russa di assistenza militare a Pechino. «L'attuale situazione in Ucraina è veramente sconcertante» ha affermato il portavoce dell'ambasciata, Liu Pengyu.

Ore 20.27 - La Nato non permetterà che alcun «centimetro dell'Europa» venga attaccato dalla Russia. Lo ha detto il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, a Che tempo che fa. Spiegando che non si potrà fare la No flay zone «che »significherebbe fare la guerra con la Russia, ha ricordato il sostegno all'Ucraina e le sanzioni a Mosca «che sono importanti». Poi c'è l'invio degli armamenti: «c'è stata una risoluzione unanime del parlamento» per consentire l'invio di armi per la «difesa contraerea e controcarro, che tutti i paesi europei stanno mandando in Ucraina». E le modalità di trasporto sono decise a livello europeo, ha concluso il ministro.

Ore 19.30 - I colloqui tra la delegazione russa e quella ucraina riprenderanno domani, ma ancora in videoconferenza. Lo ha annunciato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass.

Ore 18.55 Gli Stati Uniti sono pronti a difendere ogni centimetro del territorio della Nato se necessario. Lo afferma il portavoce del Pentagono, John Kirby, sottolineando che con la «Russia siamo stati chiari sul fatto che il territorio della Nato sarà difeso non solo dagli Stati Uniti ma da tutti gli alleati».

Ore 18.30 - Oltre 800 persone sono arrestate in tutta la Russia durante le proteste contro l'invasione dell'Ucraina. Lo riferisce il sito OVD-Info precisando che 817 manifestanti sono stati portati via dalla polizia in 37 città.

Ore 18.00 - La fornitura di elettricità alla centrale nucleare di Chernobyl è ripresa regolarmente. Lo afferma l'azienda statale ucraina che gestice le centrali atomiche, Energoatom, citata dal canale bielorusso Nexta, sottolineando che i sistemi di raffreddamento sono tornati a operare normalmente. Nelle scorse ore, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica aveva riferito che l'impianto funzionava ancora grazie a generatori diesel esterni.

Ore 17.45 - «La guerra non è solo uno scontro militare sul suolo ucraino. È anche una feroce battaglia nello spazio dell'informazione. Vorrei ringraziare Meta e una serie di altre piattaforme che hanno una posizione attiva, aiutano e sono fianco a fianco con gli ucraini». Lo scrive su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 17.30 - l portavoce della Difesa russa, Igor Konashenkov, ha affermato che «fino a 180 mercenari stranieri e una grande quantità di armi straniere sono stati eliminati». Nella struttura colpita, ha aggiunto, «il regime di Kiev aveva creato un centro per l'addestramento al combattimento e il coordinamento dei mercenari stranieri, prima di inviarli nelle aree delle operazioni di combattimento contro le forze russe, e un deposito di armi straniere ed equipaggiamento militare». Le vittime del bombardamento confermate dalle autorità di Kiev sono al momento 35, mentre i feriti ammontano a 134.

Ore 17.20 - «Continueremo a eliminare i mercenari stranieri che arrivano in Ucraina». Lo ha dichiarato il ministero della Difesa russo, citato dalla Tass, dopo aver rivendicato l'uccisione di diversi stranieri nel raid sulla base ucraina di Yavoriv, vicino al confine polacco.

Ore 17.03 - Il raid russo sulla base ucraina di Yavoriv, vicino al confine polacco, «ha ucciso mercenari stranieri e distrutto armi straniere». Lo afferma il ministero della Difesa di Mosca, citato dalla Tass.

Ore 17.00 - Un numero imprecisato di cittadini olandesi, affiliati alla legione di combattenti stranieri volontari, è rimasto ferito nei raid missilistici russi di oggi sulla base militare ucraina di Yavoriv, vicino al confine polacco. Lo afferma il coordinatore nazionale olandese dei combattenti, Gert Snitselaar, citato dal De Telegraaf. Le autorità olandesi non commentano per il momento.

Ore 16.50 - Il sindaco di Irpin Oleksandr Markushin ha annunciato che ai giornalisti non sarà più consentito l'accesso alla città per ragioni di sicurezza dopo la morte del reporter Usa Brent Renaud. Lo riferiscono i media ucraini.

Ore 16.40 - Il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e negoziatore di Kiev, Mykhailo Podoliak, ha detto oggi di aspettarsi «risultati concreti» nei prossimi giorni nei colloqui con la Russia. Mosca «è diventata molto più sensibile alla posizione ucraina» e «ha iniziato a parlare in modo costruttivo», ha aggiunto Podoliak in un video pubblicato sul suo profilo Twitter, riecheggiando le aperture di ieri di Zelensky. «Le nostre proposte sono sul tavolo. Sono molto forti. Tra queste - ha spiegato - ci sono il ritiro delle truppe e il cessate il fuoco».

Ore 16.25 - Trecento persone sono state arrestate per «manifestazioni non autorizzate» a Mosca. Lo riferisce l'agenzia russa Tass, citando la polizia. Manifestazioni contro la guerra in Ucraina si stanno svolgendo in tutta la Russia. In mattinata la ong OVD-Info aveva parlato di «almeno 268» persone fermate «in 23 città», citando anche Mosca e San Pietroburgo.

Ore 16.10 - Un raid russo ha colpito una scuola a Mykolaiv, nel sud dell'Ucraina a circa 100 km a est di Odessa. Lo ha reso noto il governatore regionale, Vitaly Kim, spiegando che al momento i soccorritori stanno scavando tra le macerie.

Ore 15.44 - Nuove proteste della popolazione ucraina nelle città occupate dalla Russia. Migliaia di persone sono scese in strada per manifestare contro la presenza delle forze di Mosca anche a Berdyansk, circa 80 km a ovest della città assediata di Mariupol. Lo riporta la Ukarinska Pravda, pubblicando un video in cui i dimostranti, alcuni avvolti nella bandiera ucraina, ulrano lo slogan: «Berdyansk è Ucraina». Cortei si sono svolti tra ieri e oggi in altre città occupate, tra cui Kherson e Melitopol.

Ore 15.28 - Il consigliere alla Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, mette in guardia Pechino: ogni mossa da parte della Cina o di altri Paesi per offrire un'ancora di salvezza alla Russia o aiutarla a evadere le sanzioni occidentali avrà conseguenze.

Ore 15.23 - La Russia pagherà un prezzo alto se usa le armi chimiche. Lo ribadisce il consigliere alla Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, in un'intervista a Abc.

Ore 15.03 - La Russia sta trasferendo in Ucraina combattenti dalla Siria, dalla Serbia e dal Nagorno-Karabakh per rafforzare la sue truppe e le sta raggruppando in vista di un'offensiva. Lo ha affermato lo Stato maggiore delle forze armate ucraine citate da The Kyiv Independent.

Ore 14.43 - «Gli occupanti hanno inferto un colpo di artiglieria al collegio psiconeurologico Pushcha-Vodytsya». È la notizia diffusa dai canali telegram ucraini. «Il personale e i reparti sono stati evacuati in anticipo. Un proiettile ha colpito il locale caldaia, il tetto è stato danneggiato e all'interno è tutto distrutto, mentre un secondo colpo ha centrato l'obitorio. A seguito dell'onda d'urto, anche l'edificio residenziale dell'istituto è stato parzialmente distrutto», spiegano gli ucraini.

Ore 14.33 - Sono stati fatti «progressi sostanziali» dalle delegazioni di Russia e Ucraina rispetto alla fase iniziale dei negoziati. Lo ha dichiarato uno dei negoziatori russi, Leonid Slutsky, citato dall'agenzia Sputnik. Secondo Slutsky, «presto» le parti potrebbero riuscire a raggiungere una posizione comune.

Ore 14.30 - La Russia subirà «gravi conseguenze» per quanto sta facendo: lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, intervistato dalla Cnn subito dopo la diffusione della notizia di un video operatore americano ucciso in Ucraina.

Ore 14.09 - Il giornalista del New York Times, Brent Renaud, e il collega rimasto ferito stavano filmando i profughi in fuga da Irpin quando sono stati sorpresi da colpi di arma da fuoco ad un checkpoint. Renaud è stato colpito al collo ed è morto all'istante mentre il collega è stato trasferito in ospedale. In un video sui social si può ascoltare la versione del giornalista ferito che racconta di come Renaud sia stato colpito al collo dai proiettili. «Stavamo filmando i profughi in fuga», dice. La Russia subirà «gravi conseguenze» per quanto sta facendo: lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, intervistato dalla Cnn subito dopo la diffusione della notizia di un video operatore americano ucciso in Ucraina.

«Siamo profondamente rattristati dalla morte di Brent Renaud. Brent era un fotografo e un regista di talento che negli anni passati aveva collaborato con noi». Lo scrive il New York Times in un comunicato dopo l'uccisione di Renaud a Irpin. «Anche se aveva collaborato con il Nyt in passato (più recentemente nel 2015) non si trovava in missione in Ucraina per il quotidiano. Le prime informazioni riferiscono che lavorava per noi perché è stato trovato con il tesserino del giornale che gli era stato dato per una missione anni fa», si legge ancora nella nota.

Ore 14 - Potrebbe tenersi domani e martedì il quarto round di colloqui fra Kiev e Mosca. Lo riferisce il consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podoliak, scrive il Kyiv Independent. Nei precedenti incontri tra le delegazioni non è stato ottenuto nessun risultato concreto.

Ore 13.51 -  Un giornalista americano del New York Times, Brent Renaud, è stato ucciso e un suo collega è stato ferito ad Irpin, nei sobborghi di Kiev, dalle forse russe. Lo annunciano le forze di sicurezza ucraine.

Ore 13.32 - «Siamo stati in grado di evacuare circa 125mila persone usando i corridoi umanitari». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. «L'impegno maggiore ora è Mariupol - ha aggiunto - Il nostro sforzo diplomatico è focalizzato sugli aiuti per raggiungere la città».

13.09. Fra le oltre 200 persone già arrestate in Russia in coincidenza con un'altra domenica di proteste contro la guerra, ci sono anche nove giornalisti, fermati a San Pietroburgo, rende noto la piattaforma Avtovaz Live, citata dal Moscow Times.

12.57. Nuovi colloqui tra Russia e Ucraina potrebbero aver luogo la prossima settimana, «già domani o dopodomani». Lo ha detto Mykhailo Podoliak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, come riferisce la Cnn. «Non appena saranno stabiliti i reciproci formati, sarà programmato il quarto round di negoziati. Potrebbe essere domani, dopodomani», ha detto domenica Podoliak a Belta, l'agenzia di stampa statale bielorussa. «Ci sono varie proposte sul tavolo dei negoziati ora», anche «su una soluzione politica e, soprattutto, su una soluzione militare. Intendo una formula per un cessate il fuoco e il ritiro delle truppe», ha detto.

12.54. Nessuno esclude la possibilità di un incontro tra Putin e Zelensky, ma bisogna capire di che cosa discutere in questo incontro e quale dovrà essere il risultato. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato da Interfax.

 

Ore 12.20. Circa 1 milione di persone sono senza gas e riscaldamento in Ucraina, a causa degli attacchi russi. Lo ha reso noto il fornitore di gas del paese, secondo quanto riporta il Guardian.

Ore 11.10.  Nove persone sono rimaste uccise da alcuni proiettili di artiglieria che hanno colpito un supermercato a Mykolaiv, nel sud dell'Ucraina. Lo ha annunciato il governatore della regione di Mykolaiv, Vitaliy Kim, citato dai media locali.

Ore 10.45. Se la Russia userà armi chimiche in Ucraina, la Nato potrebbe riconsiderare la sua decisione di non intervenire direttamente nel conflitto. Lo ha detto oggi il presidente polacco, Andrzej Duda , intervistato dalla Bbc. «Se mi chiedete se Putin può usare armi chimiche, penso che possa fare qualsiasi cosa, specialmente perché è in una situazione difficile. Politicamente ha già perso la guerra e militarmente non la sta vincendo», ha commentato. «Ovviamente tutti sperano che non oserà una cosa del genere», ha proseguito Duda, parlando delle armi chimiche. «Ma se usa armi di distruzione di massa, questo segnerebbe un punto di svolta. Sicuramente (la Nato) si dovrebbe sedere al tavolo e pensare seriamente a cosa fare, perché comincerebbe a diventare pericoloso, non solo per l'Europa, ma per il mondo», ha rimarcato Duda, rispondendo alla domanda se l'uso di armi chimiche potrebbe provocare un intervento diretto della Nato.

Ore 10.10.  Un altro sindaco ucraino è stato rapito dalle forze armate russe: si tratta del primo cittadino della città occupata di Dniprorudne, nella parte sudorientale del Paese, nella regione di Zaporizhzhia. Lo riporta il Kyiv Independent. Il sindaco di Dniprorudne, Yevhen Matviiv, è il secondo sindaco rapito, dopo quello di Melitopol, da quando è iniziata l'invasione russa in Ucraina. «I crimini di guerra stanno diventando sistemici», afferma il governatore della regione di Zaporizhzhia Olexandr Starukh

Ore 9.30Almeno 35 persone - riporta il Guardian - sono rimaste uccise nell'attacco avvenuto stamane al centro militare internazionale per il mantenimento della pace (Center for Peacekeeping and Security di Yavoriv), 30 chilometri a sud-ovest di Leopoli mentre i feriti sono oltre 130. Lo riferisce il governatore della regione, scrivono i media internazionali. Maksym Kozytskyy ha confermato che la Russia ha lanciato 30 razzi contro il complesso che si trova a circa 25 km dal confine con la Polonia mentre le prime informazioni parlavano di 8 missili.

Nel centro vengono addestrati i soldati "peacekeeper", ovvero impegnati in missioni di enti internazionali, a cominciare dall'Onu, che puntano a riportare o a mantenere la pace in zone di conflitto. Nella base si sono alternati negli ultimi anni militari dei paesi europei e anche degli Stati Uniti. 

Questo è un nuovo attacco terroristico sulla pace e la sicurezza vicina al confine con Ue e Nato». Lo afferma su Twitter il ministro della difesa ucraino Oleksii Reznikov, precisando che «lì lavorano istruttori stranieri». «Informazioni sulle vittime sono in corso di accertamento», aggiunge il ministro che lancia un appello: «Serve agire per mettere fine a questo. Chiudete i cieli!». Qui dal 2015 gli Stati Uniti hanno inviato regolarmente istruttori per l’addestramento e la base ha ospitato anche esercitazioni Nato internazionali.

Ore 9.15.  Le forze russe stanno tentando di circondare quelle ucraine nell'est del Paese avanzando dalla direzione di Kharkiv e Mariupol. Lo ha detto stamane il ministero della Difesa britannico. «Le forze russe stanno tentando di circondare le forze ucraine nell'est del Paese mentre avanzano dalla direzione di Kharkiv a nord e Mariupol a sud», scrive il ministero su Twitter citando l'Intelligence. «Le forze russe che avanzano dalla Crimea stanno tentando di aggirare Mykolaiv mentre cercano di arrivare a ovest verso Odessa», ha aggiunto. Il ministero osserva che la Russia sta «pagando un prezzo elevato per ogni avanzata» poiché le forze armate ucraine continuano a offrire una strenua resistenza in tutto il Paese.

Ore 9. Un macchinista è morto e un altro è rimasto ferito dalle schegge di un proiettile che hanno colpito un treno passeggeri nella regione di Donetsk, nell' Ucraina orientale. Secondo il Kyiv Independent, il treno - diretto a Lyman - è stato colpito da schegge di proiettile vicino alla stazione di Brusyn, a nord di Slovyansk.

Ore 8.35. «Ora che sono state prodotte queste accuse false, dobbiamo rimanere vigili perché è possibile che la Russia stessa stia pianificando missioni con armi chimiche». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, respingendo le affermazioni del governo russo secondo cui gli Stati Uniti hanno gestito laboratori segreti in Ucraina per lo sviluppo di armi biologiche. «Vediamo con orrore il numero crescente di vittime civili e l'insensata distruzione da parte delle forze russe. Il popolo ucraino sta resistendo con coraggio e determinazione, ma è probabile che i prossimi giorni porteranno una sofferenza ancora maggiore», ha detto Stoltenberg al quotidiano Welt am Sonntag. Il segretario generale della Nato ha ribadito l'appello al presidente russo Vladimir Putin a «porre fine a questa guerra, ritirare tutte le forze e impegnarsi nella diplomazia». Stoltenberg infine ha di nuovo escluso che la Nato possa imporre una no-fly zone sull' Ucraina. Ciò significherebbe attaccare le forze russe con il rischio di «uno scontro diretto e un'escalation incontrollabile. Dobbiamo porre fine a questa guerra e non estenderla», ha sottolineato.

Ore 8.10.  Sono 3.687 gli obiettivi militari ucraini distrutti dall'inizio dell'offensiva militare. Lo ha annunciato il ministero della Difesa russo, citato dall'agenzia di stampa Tass. Secondo il maggior generale Igor Konashenkov, nelle ultime 24 ore la difesa aerea russa ha abbattuto anche un aereo Su-24 dell'aviazione ucraina e due droni per un totale di 99 aerei militari e 128 velivoli senza pilota.

Ore 7.50. Le forze russe hanno colpito una base aerea a Ivano-Frankivsk, nell' Ucraina occidentale. Lo ha riferito il sindaco della città, Ruslan Martsinkiv, citato dal Kyiv Independent. Secondo il sindaco, lo scalo è stato obiettivo dei russi per il secondo giorno consecutivo. Martsinkiv ha quindi esortato le persone che vivono nella zona ad andarsene. 

Ore 7.40. «Il male che bombarda di proposito le città pacifiche. Il male che spara anche contro le ambulanze e fa saltare in aria gli ospedali non si fermerà in un solo Paese. L'ho detto in una manifestazione molto importante a sostegno del nostro popolo, che è stata organizzata in Europa. Più di centomila persone nelle piazze d'Italia e di altri Paesi del continente si sono radunate per una manifestazione a sostegno dell' Ucraina e contro l'aggressione russa». Lo ha dichiarato in un discorso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riferendosi alla manifestazione di Firenze, dove ieri è intervenuto in collegamento. «Milioni di persone hanno ascoltato il mio appello in seguito grazie alle trasmissioni e alle registrazioni. Ora godiamo del più grande sostegno nella storia dell' Ucraina per le nostre aspirazioni e la nostra indipendenza», ha aggiunto il leader ucraino. «Tutti i corridoi umanitari concordati hanno funzionato. Sono state evacuate 12.729 persone. Il convoglio umanitario arriverà a Mariupol nel pomeriggio. A causa della complessità del percorso hanno dovuto passare la notte a Berdyansk». Lo ha detto nella notte il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

Ore 7.30 Diverse esplosioni sono state registrate a Leopoli e Kherson, rispettivamente nell'ovest e nel sud dell' Ucraina. Lo ha riferito su Twitter il Kyiv Independent. Altri media locali hanno riportato la notizia che otto missili sono stati lanciati contro Leopoli e che è stato colpito anche l'International Center for Peacekeeping and Security. Secondo il deputato di Leopoli, Igor Zinkevych, le esplosioni delle ultime ore sono state provocate dalla contraerea ucraina entrata in azione contro i missili russi. «Tutte le unità militari stanno funzionando al massimo, ulteriori informazioni saranno fornite dal governatore della regione», ha dichiarato. Il comando militare della regionale di Leopoli ha confermato che è stato colpito con otto missili il Centro internazionale per il mantenimento della pace e la sicurezza (Ipsc l'acronimo in inglese) a Yavoriv, vicino al confine con la Polonia. Come riporta la Bbc, si tratta di una base distante 30 chilometri da Leopoli, creata nel 2007 per addestrare le forze armate ucraine, soprattutto per le missioni di peacekeeping. Ospita regolarmente anche truppe internazionali. Un documento della Nato sul centro dichiara che nell'Ipsc si addestrano allo sminamento i militari ucraini e di altre nazioni. La Bbc precisa che la base è una delle due in Ucraina dove si svolgono esercitazioni militari internazionali.

Ore 7.10 Gli obitori delle città bielorusse di Mozyr e Gomel «sono pieni di cadaveri di soldati russi». Lo scrive il portale Ukrainskaya Pravda, secondo cui diversi testimoni «alla stazione di Mozyr sono rimasti scioccati» dal numero di vittime «caricate sul treno: la gente ha iniziato a girare video, ma i militari li hanno raggiunti e hanno ordinato loro di rimuoverli». Nel vicino villaggio di Kamianka «il cimitero è stato recintato, a nessuno è stato permesso di entrare, ed hanno iniziato a seppellire i russi». Secondo un'altra fonte citata dal giornale online l'ospedale di Mozyr è pieno di russi feriti, che sono curati da medici «minacciati» se avessero rivelato la reale situazione.

Ore 6. «Dobbiamo restare vigili perché è possibile che la Russia possa pianificare operazioni con armi chimiche» e questo sarebbe un «crimine di guerra». Lo afferma il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un'intervista al quotidiano tedesco Welt am Sonntag riportata da Cncb

Ore 5. La Russia potrebbe essere disponibile a tenere negoziati con l'Ucraina a Gerusalemme, come proposto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo afferma il Jerusalem Post, spiegando di averlo appreso da una «fonte diplomatica» dopo un colloquio telefonico avvenuto oggi tra lo stesso Zelensky e il primo ministro israeliano Naftali Bennett. Tuttavia, aggiunge la fonte, Israele «non è sicuro» di voler ospitare i colloqui».

La notte

Le sirene suonano in piena notte in tutta l' Ucraina, anche in quell'ovest finora considerato relativamente al sicuro dall'avanzata della Russia. Esplosioni sono state riportate infatti anche a Leopoli che, secondo il Kyiv Independent, è sotto attacco di missili. Mentre Kiev appare sempre più accerchiata e Mariupol allo stremo, l'esercito di Mosca colpisce con violenza anche Kherson dove solo poche ora fa il consiglio regionale ha respinto il possibile referendum russo per l'indipendenza per creare una Repubblica popolare simile a quelle create nel 2014 e nel 2015 nelle province del Donetsk e del Luhansk.

Il referundum farsa

Un «referendum farsa» per creare una «pseudo-repubblica» con l'obiettivo di dividere il Paese, tuonano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba. «Gli occupanti del territorio della regione di Kherson stanno cercando di ripetere la triste esperienza della formazione delle pseudo-repubbliche. Stanno ricattando le autorità locali, stanno cercando qualcuno da corrompere», è il messaggio lanciato da Zelensky in tarda serata. Sempre volitivo e con il piglio che lo contraddistingue, il presidente ucraino quindi ribadisce: «Gli invasori russi non possono conquistarci. Non hanno la forza e lo spirito. Si appoggiano solo alla violenza, al terrore e alle armi».

Poi si sofferma sui corridoi umanitari, tramite i quali 12.729 persone sono state evacuate sabato, e torna a chiedere più aiuti. All' Ucraina servono aiuti militari ma anche umanitari. Dal 2 al 12 marzo 40.000 tonnellate di aiuti sono arrivati nel Paese: le scorte di beni essenziali non mancano e possono durare per mesi. Nonostante questo, il premier Denys Shmyhal ha vietato le esportazioni di beni come farina, grano saraceno, carne, uova, olio, zucchero e altri prodotti di base. La situazione sta precipitando in molte aree, con i russi che continuano la loro avanzata e che hanno colpito dall'inizio della guerra - secondo le analisi del Washington Post - almeno nove strutture sanitarie. Un dato che, se certificato, sarebbe in violazione delle norme umanitarie internazionale. Il timore per i civili aumenta con il passare delle ore, così come sale la paura che Mosca possa usare le armi chimiche. «Dobbiamo restare vigili, perché è possibile che la Russia possa pianificare operazioni con armi chimiche» e questo sarebbe un «crimine di guerra», avverte il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un'intervista al quotidiano tedesco Welt am Sonntag.

Guarda con preoccupazione all' Ucraina la vicina Moldavia, giunta quasi al «limite» delle sue capacità di accoglienza di rifugiati, dice il ministro degli Esteri, Nicu Popescu, mettendo in guardia sul rischio di una «completa catastrofe per la situazione umanitaria» nel caso di un attacco russo a Odessa, che si trova a soli 48 chilometri dal confine.

La giornata

«Venticinque chilometri? No, no, sono solo a quindici. A breve qui a Kiev assisteremo a qualcosa che la storia non ha mai visto». Sono le sette della sera, l’esercito russo ha bombardato, nella periferia della Capitale ucraina, soprattutto a nord-ovest: sono andati a fuoco due depositi di petrolio e un magazzino di prodotti alimentari congelati. L’obiettivo è chiaro: avanzare e lasciare senza cibo, senza riscaldamento e senza elettricità Kiev, riproporre in scala maggiore ciò che si è visto drammaticamente a Mariupol dove sta avvenendo una catastrofe umanitaria. «Non sarà così semplice per i russi - continua però Michele un quarantenne calabrese che lavorava da qualche anno a Kiev e che ha deciso di restare con la compagna ucraina a difendere la città - io mi aspetto uno scontro militare di grandi proporzioni, gli ucraini non si arrendono, speriamo che non si debba combattere strada per strada».

FEROCIA

Quasi contemporaneamente i servizi di sicurezza ucraini fanno sapere di avere intercettato le conversazioni telefoniche degli invasori: «A Kharkiv hanno ordinato ai soldati russi di sparare anche ai civili, bambini compresi». A Kherson, secondo la testimonianza di un cronista locale, «le forze di sicurezza russe cercano e trattengono attivisti ucraini, giornalisti, ex militari». La grande paura è che uno scenario di questo tipo si possa ripetere anche nelle Capitale. «Ma qui sono pronti a difendersi», giura Michele. Poco dopo un drone russo che volava sui cieli di Kiev è stato abbattuto dagli ucraini. Secondo le autorità ucraine però ieri i russi hanno ucciso sette civili: «Hanno sparato contro un convoglio che li stava evacuando». L’Onu ieri ha diffuso questo bilancio: 579 civili rimasti uccisi dall’inizio dell’invasione, tra cui 42 bambini (ieri Zelensky ha parlato di 79 bimbi vittime dalla guerra), 1.002 i feriti (54 bambini).

AVANZATA

Le parole di Michele, nel cuore di una città in cui risuonano le sirene degli allarmi antiaerei, ma in cui ancora i supermercati e le farmacie hanno merce negli scaffali, ricordano quelle pronunciate poco prima dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: «I russi possono prendere Kiev solo radendola al suolo». L’avanzata dell’esercito di Putin è stata meno rapida di quanto previsto. Sono già trascorse più di due settimane da quando, il 24 febbraio, è iniziata l’invasione, ma la Capitale non è stata occupata. L’altro obiettivo chiave, il porto di Odessa, il più importante dell’Ucraina, non è stato preso. Il bilancio dei soldati invasori uccisi è molto alto, superiore alle aspettative: secondo gli ucraini sono almeno 12.000 («le più grandi perdite da decenni» osserva Zelensky). E ieri - dicono gli ucraini - è stato catturato un altro combattente della terribile milizia privata Wagner. Certo, sono dati di parte, però il ricorso ai mercenari siriani e ai militari di leva conferma le difficoltà russe. Questo non significa che Putin intenda fermarsi: la centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata presa. Mariupol, a est, è semidistrutta e in periferia avanzano i russi (anche se ieri sera è stata diffusa una notizia non confermata, forse l’assedio sta vacillando: Volnovakha, città sull’autostrada verso Donetsk, è stata ripresa dalle truppe ucraine). Nella parte meridionale del Paese, lungo la costa del mar Nero, si sta sviluppando l’offensiva di Mykolaiv, dove ieri sono stati bombardati ospedali e scuole. Questa città è un punto di passaggio fondamentale per i russi che puntano non solo a raggiungere Odessa, ma a occupare senza interruzioni tutta l’area che va da Est fino alla Transnistria, l’anomalo e non riconosciuto pseudo stato che si trova in un lembo della Moldova, dove già ci sono forze armate fedeli a Putin.

Mosca ieri è tornata a minacciare l’Occidente e chiunque tenti di aiutare l’Ucraina nella sua difesa contro l’esercito invasore. Il viceministro della Difesa russo, Sergei Ryabkov, ha avvertito: «I convogli con le armi inviate in Ucraina saranno un legittimo bersaglio. Il trasferimento avventato di sistemi anti aereo e anti carro porteranno a gravi conseguenze». Si tratta di un punto nevralgico della resistenza all’invasione russa. L’Ucraina chiede all’Europa e alla Nato di garantire una no fly zone, il divieto di sorvolo che bloccherebbe i caccia russi. I leader occidentali hanno detto di no, perché significherebbe allargare pericolosamente il conflitto. Però è assicurato il sostegno con l’invio di aiuti. Biden intende mandare armi di ultima generazione, la Casa Bianca ha autorizzato uno stanziamento di 200 milioni di dollari, dopo che il congresso aveva approvato un pacchetto di aiuti per l’emergenza in Ucraina di 13,6 miliardi. Mosca, però, minaccia una risposta militare che potrebbe avere conseguenze imprevedibili.

 

SIRIA E CECENIA

Se la tensione sale, se le trattative diplomatiche non fanno sostanziali passi avanti, la sofferenza e il dolore che devono affrontare i cittadini ucraini aumenta di giorno in giorno. Il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, ha denunciato: «La Russia nel mio Paese sta usando le stesse tattiche che ha applicato in Siria», vale a dire bombarda spietatamente anche dove ci sono civili, come visto, per altro, anche in Cecenia. Ha aggiunto: «A Kherson i russi vogliono organizzare un referendum farsa». Ha negato che Mariupol sia sotto il controllo delle forze spedite da Putin, ma nella città in cui è stato bombardato l’ospedale, la situazione è drammatica, perché mancano cibo, acqua, corrente elettrica. Ieri i missili sono arrivati anche vicino alla moschea, dove c’erano 30 cittadini turchi. Il presidente dell’Associazione della Moschea Souleiman, Ismail Hacioglu, ha confermato a una tv turca; «I russi bombardano un quartiere a due chilometri, un razzo è caduto a 700 metri dalla moschea».

DENUNCIA

Proseguendo verso ovest, sempre sul Mar d’Azov, dopo meno di 200 chilometri, a Malitopol, i russi hanno prima rapito il sindaco Ivan Fedorov (due giorni fa), poi, di fronte alle proteste della popolazione hanno sequestrato anche l’organizzatrice. In 2.000 erano scesi in piazza, davanti al palazzo regionale presidiato dalle forze armate occupanti. I russi hanno preso Olga Gaisumova, una attivista locale, dopo che una decina di uomini sono scesi da un convoglio di macchine e hanno lanciato fumogeni. Zelensky teme che i russi stiano torturando Fedorov per costringerlo a registrare un video in cui assicura sostegno agli invasori. Ha chiesto a Macron e Sholz di mediare con Putin per la liberazione. Ormai i bombardamenti e i lanci di missili stanno coinvolgendo varie città, in differenti aree dell’Ucraina, dopo il fallimento dell’azione di terra - o più correttamente a fronte di una minore efficace rispetto a quella prevista. Nella regione di Kirovograd (Ucraina centrale) missili contro l’aeroporto militare di Kanatovo. Esplosioni a Dnipro e Kropyvnytskyi, nel centro del Paese. Ha raccontato proprio il sindaco di Dnipro, Borys Filatov: «I nostri sistemi di difesa aerea hanno respinto un attacco russo all’alba».

Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 06:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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