Syobody Avenue è un bel viale alberato nella zona Est di Mariupol, non lontano dalla costa sul Mar d'Azov.
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— Agenzia Agenpress.it (@Agenpress) May 29, 2022
ASSEDIO
Secondo Andriushenko «i russi stanno portando qui le salme, che sono stati portate via dai cimiteri, quando hanno tentato di ripristinare l'approvvigionamento idrico e in parte quelle che sono state riesumate. Li stanno semplicemente ammassando come rifiuti». Prima della guerra Mariupol era una vivace e graziosa città affacciata sul Mar d'Azov di 430 mila abitanti. Oggi è un cumulo di rovine: il 90 per cento degli edifici è stato distrutto o danneggiato, una parte della popolazione è fuggita prima dell'assedio, l'altra ha dovuto sopportare sofferenze, tra carenza d'acqua e cibo. Qui fu bombardato l'ospedale dove c'erano donne in stato interessante, qui i missili hanno abbattuto il Teatro che veniva utilizzato come rifugio (indagini indipendenti parlano di almeno 600 vittime). Si stima che a Mariupol siano morti almeno 22mila civili. Ad oggi, nonostante i russi abbiano il pieno controllo della città, mancano ancora corrente elettrica, acqua e gas.
A Mariupol per 86 giorni c'è stato l'assedio dei 2.500 soldati ucraini asserragliati, insieme a molti civili, nei sotterranei dell'acciaieria Azovstal. Si tratta di un porto molto importante, che oggi i militari di Putin stanno usando per sottrarre risorse all'Ucraina. Secondo Andriushenko «continua il saccheggio del metallo operato dai russi: arrivano delle navi che poi portano il materiale a Rostov sul Don». Spiega Lyudmilla Denisova, commissaria parlamentare ucraina per i diritti umani: «Dopo il grano, ora i russi portano via il metallo dai territori ucraini».