Ucraina, la guerra nei cieli: niente F-16 per Kiev, Mosca può approfittarne. I negoziati restano un rebus

Gli Stati Uniti auspicano l’inizio delle trattative una volta che gli ucraini siano stati messi in una posizione di forza dopo il contrattacco

Mercoledì 19 Aprile 2023 di Marco Ventura
Ucraina, la guerra nei cieli: niente F-16 per Kiev, Mosca può approfittarne. I negoziati restano un rebus

«Se perdiamo la battaglia per i cieli ci troveremo in una situazione critica, pericolosissima.

I russi potranno distruggere qualsiasi città, come hanno fatto in Siria. Potranno colpire anche le centrali nucleari e dovremo lottare per proteggere le nostre truppe in prima linea. Abbiamo bisogno degli F-16, subito!».

L’appello del portavoce dell’aviazione ucraina, Yuri Inhat, conferma le rivelazioni nelle carte segrete dell’aviere “di prima” Jack Teixeira, che gli ucraini stiano esaurendo le munizioni della contraerea, per il 90 per cento missili Buk e S-300 dell’epoca sovietica, prodotti in Russia e non più rimpiazzabili dai primi di maggio. «Il problema è dove andarli a prendere, gli slovacchi ce ne hanno forniti alcuni, ma prima o poi li finiremo». Stando al Pentagono, sarebbe a rischio la controffensiva di primavera che “Newsweek”, visionati 50 documenti top secret, scrive che dovrebbe scattare il 30 aprile. I russi adesso fanno alzare i caccia con una versione modificata di bombe FAB-500, con alette GPS che le trasformano da ordigni inerti in bombe di precisione per ogni condizione meteo. «Prima ne scaricavano poche al giorno, adesso un paio di dozzine lungo tutta la linea di contatto», spiega il colonnello Inhat. I Su-34 e 35 volano per 60 km fino al bersaglio e le difese ucraine non bastano più a contenerli.


RICHIESTE
«Ci servono sistemi di difesa aerea avanzati, i Patriot, o caccia moderni come gli F-16». Putin ha risparmiato le forze aeree, all’indomani dell’invasione, perché gli ucraini erano in grado di abbatterle. Ma adesso si ricominciano a vedere i jet russi. Inoltre, secondo l’intelligence britannica e l’Institute for the Study of War sarebbe tornato a capo della “operazione speciale” in Ucraina il generale Mikhail Teplinsky, comandante delle truppe avio-trasportate, silurato in gennaio perché vicino ai mercenari di Prigozhin: i “marines russi” collaborano di nuovo con il gruppo Wagner nella presa completa di Bakhmut, pur avendo perso tra il 40 e il 50 per cento degli effettivi e le nuove reclute non abbiano un addestramento adeguato.

Sarà comunque possibile, per gli ucraini, lanciare l’offensiva di primavera? E arriverà nei prossimi mesi il momento tanto atteso di avviare un negoziato di pace, una volta che sia i russi, sia gli ucraini, avranno dato fondo a tutte le capacità offensive a loro disposizione? Prigozhin, in modo criptico, lo ha perfino teorizzato: l’offensiva ucraina sarà micidiale, bene che i russi si trincerino dietro le difese che hanno costruito in questi mesi e dichiarino di avere raggiunto i loro obiettivi: la Crimea, annessa già nel 2014, tutta la fascia costiera del Mar d’Azov, la regione a sud di Kherson, e un ampio settore di Lugansk e Donetsk. Il Donbass. Putin potrebbe negoziare. Colin Kahl, il sottosegretario alla Difesa Usa per la Policy, auspica l’inizio delle trattative una volta che gli ucraini siano stati messi in una posizione di forza dopo il contrattacco.

Per questo niente F-16, arriverebbero tardi. «Una motivazione poco credibile», secondo il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa ed ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica. «Se si fosse provveduto a impostarne per tempo la transizione, gli ucraini oggi avrebbero una robusta capacità di forze aerotattiche. Gli F-16 non li hanno solo gli Usa, sono tra i velivoli più diffusi al mondo. Se il gruppo di contatto sulla guerra in Ucraina lo volesse, in pochi mesi realisticamente gli ucraini potrebbero essere dotati di questi caccia che muterebbero le sorti militari».

Ma Tricarico non crede che l’aviazione possa essere per Putin un asso nella manica. «I criteri di impiego delle forze aeree russe sono obsoleti, e queste forze altamente vulnerabili. Gli ucraini possono sorvegliare in profondità la provenienza della minaccia aerea». Se un Sukhoi decolla, lo vedono subito. Il che rafforza l’ipotesi che la controffensiva possa consentire a Zelensky «di negoziare non in ginocchio, ma da una posizione di forza. Sperando che non succeda come per l’Afghanistan, quando gli americani trattarono separatamente a Doha coi talebani».

Ultimo aggiornamento: 15:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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