L'Ucraina che resiste al buio e al gelo: in ospedale si opera alla luce delle torce

Ancora bombe: 4 morti a Kherson e 10 a Kiev

Venerdì 25 Novembre 2022 di Mauro Evangelisti
L'Ucraina che resiste al buio e al gelo: in ospedale si opera alla luce delle torce

Medici costretti a operare al buio, con l'aiuto delle torce, ospedali sotto pressione perché i generatori alternativi, quando c'è un blackout causato dai bombardamenti ordinati da Putin in tutta l'Ucraina, rischiano di non reggere. Con l'intensificarsi degli attacchi, che l'altro giorno nella sola Kiev hanno causato dieci vittime (tra cui due bambini), e ieri a Kherson quattro morti, il governo ha suggerito ai cittadini che ne hanno la possibilità di trasferirsi, temporaneamente, all'estero, tanto che i paesi del gruppo Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) avvertono: rischiamo una nuova emergenza profughi.
BISTURI
Restano al buio le sale operatorie.

C'è una immagine drammatica a Kiev: un ospedale che si ritrova senza corrente perché il generatore autonomo, dopo il blackout, non è ripartito. Si tratta del Kyiv Heart Institute dove si stava eseguendo un intervento al cuore. Hanno dovuto accendere delle torce a batteria. «Ce la caviamo, ma ogni ora diventa sempre più difficile. Continuiamo a fare solo operazioni di emergenza. Trascorreremo la notte in clinica, dobbiamo controllare la situazione» si legge sul profilo Facebook dell'istituto.

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In Ucraina resistenza significa non arrendersi al gelo, al riscaldamento spento, ai rubinetti a secco che ti costringono ad andare alle fontane. Il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko: «Il 70 per cento dei cittadini è senza corrente. Sta riprendendo l'approvvigionamento idrico». «Di notte fa molto freddo. Siamo pieni di coperte. E in città sono state allestite delle tende, con i generatori. Possono ospitare un centinaio di persone. Andiamo lì, quando manca la corrente, per riscaldarci e per ricaricare i telefoni. Ormai siamo abituati sia ai missili, sia ai blackout» dice Salvatore Barone, 69 anni, poliziotto siciliano in pensione trapiantato a Mykolaiv. Fin dall'inizio dell'aggressione russa ha detto che non avrebbe lasciato l'Ucraina. E non si muove dalla sua casa nella cittadina a sud del Paese, quella che ha fermato l'avanzata russa. Anche nella vicina Odessa ciclicamente si affronta la mancanza di energia elettrica, gas e acqua corrente, a causa dei feroci attacchi russi che prendono di mira le infrastrutture energetiche per condannare i cittadini ucraini a un inverno al freddo e al buio. «Ma questa strategia non funzionerà - osserva Ugo Poletti, giornalista ed editore in Ucraina, autore del libro Nel cuore in Odessa - gli ucraini ormai si sono compattati, sono sempre più uniti e abituati a resistere. Forse nei paesi dell'Unione europea pensano che questi attacchi possono convincere gli ucraini ad arrendersi, ma in Ucraina tutti sanno che non succederà». Anche a Odessa si rischia di vedere finire l'autonomia energetica degli ospedali, ieri si parlava di dieci ore ancora e poi sarebbe stato necessario ventilare manualmente i bambini ricoverati.

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CRIMINI
Ma la voglia di reagire degli ucraini la vedi anche nello spirito di adattamento di chi va con il phon al supermercato ad asciugarsi i capelli o di chi cucina salsicce, imbevute nel cognac, semplicemente con il fuoco. A volte nei rifugi antiaerei si riuniscono molte persone, in locali angusti, proprio per vincere il freddo. Zelensky, parlando al Consiglio di sicurezza dell'Onu, ha spiegato: «Ci sono milioni di persone al gelo. Gli attacchi alle infrastrutture energetiche dei russi sono un crimine contro l'umanità».
 

 

Ultimo aggiornamento: 15:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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