Ucraina, strage a Donetsk. Ribelli: combatteremo fino alla vittoria

Mercoledì 28 Maggio 2014
Ucraina, strage a Donetsk. Ribelli: combatteremo fino alla vittoria
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Non combatteremo fino alla fine, ma fino alla vittoria. A parlare, all'indomani della strage che ha causato la morte di almeno 100 persone a Donetsk, è il leader dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dnr), Denis Pushilin. Nella città è in vigore il coprifuoco dalle 20 alle 6 del mattino. Oggi caccia militari hanno sorvolato l'area.

Raffiche di mitragliatrici sono risuonate nei pressi della sede dell'Sbu, i servizi segreti ucraini, a Donetsk. Lo riferiscono numerosi testimoni oculari. La sede si trova nei pressi del palazzo dell'amministrazione, occupata dai separatisti. Anche la sede dello Sbu è occupata dai ribelli. Altre sparatorie si sono verificate in una strada parallela, Artyom street, in quella che appare un'offensiva delle forze ucraine nel tentativo di sfondare il ''fronte nord" della città.

Gli osservatori Osce «Non sappiamo nulla, né dove siano. Abbiamo messo in guardia sul fatto che da Kiev ci si può aspettare di tutto», ha spiegato inoltre Pushilin in merito sulla sorte dei 4 osservatori Osce fermati lunedì scorso nei pressi della città.

Obama: non è una guerra fredda «Questa non è una nuova guerra fredda», ha detto intanto il presidente americano, Barack Obama, sottolineando come la linea degli Usa sulla crisi Ucraina è quella di «agire insieme agli alleati e alla comunità internazionale che hanno dato al popolo ucraino la possibilità di votare e scegliere i loro futuro».

Ucraina: sul gas pronti a causa contro Mosca L'Ucraina è pronta a ricorrere all'Istituto arbitrale della Camera di Commercio di Stoccolma per risolvere la diatriba con Mosca per il gas, ha fatto sapere il ministro degli Esteri di Kiev, Andrii Deshizia, in un'intervista all'Ansa. «Siamo pronti - ha detto il ministro - a pagare il debito se si trova un accordo sul prezzo, che deve essere un prezzo di mercato e non un prezzo politico». Deshizia ha sostenuto anche la necessità di rinegoziare il debito a fronte dell'annessione della Crimea.

Il debito Secondo il capo della diplomazia ucraina, deve anche essere discusso l'ammontare del debito, che per la Russia è di 3,5 miliardi di dollari e arriverà addirittura a oltre 5,2 miliardi di dollari il 7 giugno, ma per il ministro l'entità del debito «deve essere negoziata, perchè con l'annessione della Crimea la Russia ci deve una cifra molto più alta».

Il Cremlino Per il Cremlino l'uso della forza nell'est ucraino porta la crisi ad un «vicolo cieco» dopo il quale sarà sempre più difficile organizzare il dialogo tra Kiev e le regioni separatiste, ha ribadito il consigliere diplomatico presidenziale Iuri Ushakov, parlando di «provocatorie azioni di forza». La richiesta di aiuto al Cremlino dei leader separatisti filorussi di Donetsk? «Io questo appello non l'ho ancora visto, non è passato dalla mia scrivania», ha risposto ai giornalisti. Quanto all'eventuale reazione di Mosca, Ushakov ha aggiunto che «prima bisogna leggerlo».

Putin-Hollande Il presidente francese Francois Hollande avrà «un incontro a quattr'occhi» con il presidente russo Vladimir Putin durante le cerimonie di commemorazione dello sbarco alleato in Normandia il 6 giugno. «Ho invitato Putin il 6 giugno» ed «avremo dei colloqui» in particolare sulla crisi ucraina, ha aggiunto il presidente francese.

Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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