Gestivano un supermercato della catena Super U, a L'Arbresle, cittadina francese non distante da Lione e ora, per colpa della loro singolare passione, sono a spasso. Sì, perchè i due, Jacques A. e sua moglie Martine, a quella passione proprio non avevano saputo rinunciare. Così, avevano continuato a viaggiare in Paesi come il Sudafrica dove, con qualche migliaio di dollari in tasca, è ancora consentito sparare a quasi tutto. E allora, eccoli ritratti soddisfatti e con un sorriso grande così, dopo aver ucciso un grosso leone, in posa per l'immancabile foto di rito.
Cile, nudo nella gabbia dei leoni tenta suicidio spettacolare: uccidono i felini e lo salvano
I bufali uccidono il leone: la dura legge della Savana
E sarebbero state proprio quelle foto, fino a qualche settimana fa così desiderate e, forse, oggi maledette, a procurare guai ai due che, una volta rientrati in Francia, erano stati oggetto di pesanti critiche. Quelle immagini, tenute nascoste dai coniugi, avevano cominciato a circolare sui social dopo la pubblicazione di una delle compagnie dedite alla caccia grossa che li aveva ospitati e così, in men che non si dica e con la frittata ormai bella che fatta, la situazione aveva cominciato a farsi pesante, tanto che persino il Sindaco di Lione, Gérard Collomb, era entrato nel merito ricordando che "cacciare specie protette è un atto criminale".
Inutile sottolineare poi, il tam tam mediatico che, in rete, sarebbe stato amplificato e che, alla fine, avrebbe significato la perdita del lavoro da parte dei due cacciatori.