Trump alle deputate di origine straniera: «Tornatevene a casa». Critiche da tutto il mondo (compreso Boris Johnson)

Martedì 16 Luglio 2019
Alexandria Ocasio-Cortez e Ilhan Omar, due delle deputate attaccate da Trump
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I tweet di Trump raramente passano inosservati, ma quello postato oggi contro le deputate democratiche di origine straniera ha destato un clamore tale da far intervenire capi di Stato e governanti di mezzo mondo. Tra coloro che si sono sentiti in dovere di prendere le distanze ci sono anche molti amici del presidente Usa, come il probabile prossimo leader dei conservatori britannici Boris Johnson, e diversi esponenti del Partito repubblicano, il partito di Trump.

«Tornate da dove siete venute».
Recitava così il tweet postato in mattinata dal presidente degli Stati Uniti contro quattro deputate entrate nel Congresso americano dopo le elezioni di metà mandato dello scorso novembre. Un attacco diretto alle «deputate democratiche
progressiste” che vengono da Paesi i cui governi sono una catastrofe totale e completa, i peggiori, i più inetti del mondo», ha scritto Trump. E poi, in un tweet successivo: «Perché non tornano indietro e aiutano a migliorare i luoghi nefasti e distrutti dai crimini dai quali sono venute? Quei posti hanno davvero bisogno del vostro aiuto, vi conviene partire subito. Sono sicuro che Nancy Pelosi sarà davvero contenta di organizzarvi subito il viaggio di andata», con un sarcastico riferimento alla democratica che presiede il Congresso. Trump nei suoi tweet non faceva nomi, ma il riferimento è evidente alle deputate criticate più volte negli ultimi giorni negli ultimi giorni, ovvero Alexandria Ocasio-Cortez di New York (di origini portoricane), Rashida Tlaib del Michigan, prima donna di religione islamica a venir eletta al Congresso, Ayanna Pressley del Massachusetts e Ilhan Omar del Minnesota, nata a Mogadiscio e giunta negli Stati Uniti a 10 anni, diventata cittadina statunitense nel 2000.

Subito si sono levate le accuse di razzismo, dagli oppositori di Trump ma non solo. Tra le critiche giunte da tutto il mondo c'è quella della prima ministra (dimissionaria) del Regno Unito Theresa May, che ha definito 
«completamente inaccettabili» le parole del capo della Casa Bianca. Ma anche i due sfidanti per la successione alla guida del governo inglese hanno preso posizione: l'attuale ministro degli Esteri Jeremy Hunt, e il favoritissimo Boris Johnson, che pure nelle scorse settimane aveva ricevuto da Trump una vera e propria investitura come miglior premier possibile per Londra: anche Johnson parla di attacchi «inaccettabili».

Il premier canadese Justin Trudeau è intervenuto così: «Penso che i canadesi, e di fatto tutto il mondo, sappiano esattamente ciò che penso dei suoi commenti. Non è come vediamo le cose in Canada: un canadese è un canadese. La diversità del nostro Paese è una delle nostre forze più grandi e una fonte di forza e di orgoglio incredibile per i canadesi, e noi continueremo a difenderla». E un discreto numero di parlamentari repubblicani ha condannato i tweet di Trump: alla senatrice Susan Collins si sono aggiunti i colleghi Lisa Murkovski, Pat Toomey, Tim Scott (unico senatore nero del Partito repubblicano), o il deputato William Hurd (unico afroamericano repubblicano al Congresso). «Non c'è alcuna scusa per i perfidi commenti del presidente, sono assolutamente inaccettabili e questo deve finire», ha twittato Lisa Murkowski. «Il presidente è intervenuto con attacchi personali inaccettabili e un linguaggio offensivo sul piano razziale». Silenzio invece dai vertici del partito.

La speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi menzionata da Trump in uno dei suoi contestati tweet, ha preannunciato una risoluzione di condanna del presidente. 
«Questa settimana il presidente è andato oltre i suoi bassi standard usando un linguaggio vergognoso contro membri del Congresso. Questa mattina ha raddoppiato i suoi attacchi contro quattro nostre colleghe suggerendo che si scusino con lui», ha scritto la Pelosi in una lettera rivolta ai deputati del suo partito.

(Nella foto Alexandria Ocasio-Cortez e Ilhan Omar, due delle deputate attaccate da Trump).
Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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