Trump annulla il vertice con Putin al G20 di Buenos Aires per la crisi in Ucraina

Giovedì 29 Novembre 2018 di Flavio Pompetti
Donald Trump
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Donald Trump non si siederà a parlare con Vladimir Putin al G20 di Buenos Aires. L'incontro, confermato fino al momento in cui il presidente degli Usa è salito sull'Air Force One che l'avrebbe portato in Argentina, è saltato pochi minuti dopo l'imbarco, per volontà dell'amministrazione statunitense.
RAPPORTI
Uno schiaffo alla diplomazia di Mosca, e una conferma dell'atteggiamento con il quale Trump ama presentarsi ai summit internazionali. Ancora una volta dopo le intemperanze al G7 canadese di giugno, e dopo gli attacchi a 360 gradi contro gli alleati all'appuntamento della Nato a Bruxelles a luglio, il leader del mondo occidentale si presenta ai lavori del forum internazionale con la minaccia di seminare scompiglio nel corso delle 48 ore della sua visita.
La giornata di ieri si era aperta con la conferma da parte del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che l'incontro tra i due capi di stato era stato fissato per sabato, con rapporti bilaterali, sicurezza strategica e disarmamento in agenda. Interrogato dai giornalisti sul prato della Casa Bianca, Trump aveva detto che la sua diplomazia stava ancora negoziando i dettagli, ma che era contento di tornare a sedersi con Putin perché lo scambio avvenuto a Helsinki a metà luglio non era stato completo: «È un buon momento per tornare a parlare». A bordo dell'aereo è stato raggiunto al telefono dal segretario di Stato Mike Pompeo, dal capo del gabinetto John Kelly e dal consigliere per la Sicurezza Nazionale John Bolton che chiamava dal Brasile. Al termine della consultazione è stato lo stesso Trump ad annunciare la revoca con un tweet, motivandola con la crisi nel mare di Azov iniziata quattro giorni fa: «Dal momento che le navi e i marinai non sono state restituite dalla Russia all'Ucraina, ho pensato che sarebbe stato bene per tutte le parti coinvolte annullare la seduta già fissata in Argentina con il presidente Putin. Mi auguro ancora che questa possa avvenire appena la situazione sarà risolta».
IL MESSAGGIO
Dmitry Peskov si stava a sua volta imbarcando alla volta di Buenos Aires quando ha letto il messaggio. Il portavoce russo non ha potuto non sottolineare che una decisione di questa portata era stata trasmessa dagli statunitensi tramite la rete social, ma ha fatto buon viso a cattivo gioco: «Vuol dire che il presidente Putin avrà un paio d'ore in più per avere altri incontri proficui».
Il summit di Buenos Aires parte quindi già zoppo, con l'incontro di vetrina rimosso dal programma. La cancellazione aiuta a concentrare ancora di più le attese sulla cena che Trump avrà con Xi Jinping domani sera. Le diplomazie dei due Paesi l'hanno programmata con largo anticipo, nella speranza che potesse fare da palcoscenico ad una clamorosa riappacificazione tra i due leader sul fronte della guerra commerciale che li vede impegnati. Le dichiarazioni nell'entourage della Casa Bianca parlano invece di rassegnazione e di corsa cieca verso il precipizio: Trump è tornato a ventilare l'ipotesi di alzare di nuovo la posta, e di puntare l'intero pacchetto da 276 miliardi di dollari delle importazioni dalla Cina non ancora soggette a dazi, sulla casella dello scontro finale.
L'esclusione del falco Peter Navarro dal tavolo della cena aveva fatto sperare in un colpo di scena, ma la sua successiva riammissione fa temere che la cena possa fare da palcoscenico ad un nuovo attacco. Non solo. Washington si è opposta a qualsiasi formulazione del comunicato finale del G20 che faccia riferimento alla necessità di facilitare gli scambi internazionali e di evitare il protezionismo. Il testo non c'è ancora e l'incertezza grava sull'intero summit.

 

Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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