Trump «teneva i piani segreti nucleari degli Usa in casa»: il tycoon incriminato per i documenti riservati di Mar-a-Lago

Il procuratore speciale Jack Smith chiede un processo «rapido»

Venerdì 9 Giugno 2023
Trump incriminato per i documenti riservati di Mar-a-Lago: «Teneva piani segreti nucleari in casa»

Piani militari, programmi nucleari e strategie in caso di attacco. Portando centinaia di documenti classificati dalla Casa Bianca a Mar-a-Lago, dove sono stati esposti ad un via vai continuo come fossero oggetti di un qualunque traslosoc, Donald Trump ha messo a rischio gli Stati Uniti e violato le leggi americane. È questa la pesante conclusione del procuratore speciale Jack Smith che ha incriminato il tycoon con ben 37 capi d'accusa nell'ambito dell'indagine sulle carte segrete di Mar-a-Lago e adesso chiede un processo «rapido» per il primo ex presidente americano ad affrontare accuse federali e a rischiare l'arresto anche se dovesse tornare alla Casa Bianca.

La notizia della seconda incriminazione in pochi mesi, dopo quella per il caso dei pagamenti alla pornostar Stormy Daniels, l'ha anticipata giovedì sera lo stesso Trump sul suo social media Truth annunciando di essere stato convocato per martedì prossimo in un tribunale di Miami. «Questo è un giorno buio per l'America.

Siamo un Paese in serio e rapido declino», ha attaccato dal suo bunker di Bedminster. Quasi 24 ore e decine di speculazioni di media ed analisti dopo il dipartimento di Giustizia ha reso noti gli atti di accusa a carico dell'ex presidente. «La violazione dei segreti militari ha messo gli Stati Uniti in pericolo», ha dichiarato il procuratore in una breve dichiarazione.

I documenti segreti

Tra le carte classificate sequestrate dall'Fbi lo scorso 8 agosto, infatti, ci sono piani del Pentagono contro eventuali attacchi, elenchi di armi e strategie di difesa, informazioni sui punti deboli degli Stati Uniti e perfino carte sulle capacità nucleari non solo dell'America ma anche di Paesi stranieri. In tutto 102 file - 27 trovati nell'ufficio di Trump, 75 nel magazzino - con un classificazione che va da «top secret» a «riservati».

Non solo, dall'accuse emerge che le scatole con i documenti segreti fossero conservate in un modo a dir poco imprudente, nascoste dentro ad una doccia, in una camera da letto e addirittura nella sala da ballo di Mar-a-Lago dove si tenevano decine di ricevimenti. In una foto quasi incredibile si vedono i contenitori impilati sul palco della White and Gold Ballroom da gennaio al 15 marzo 2021, per poi essere spostati dallo stesso ex presidente con l'assistente Wal Nauta, anche lui incriminato.

«Jack Smith è uno squlibrato e un mio hater», ha attaccato Trump dopo la pubblicazione dell'accusa. Il tycoon, che in queste ore ha liquidato i suoi avvocati Jim Trusty e John Rowley e ha deciso di farsi rappresentare da altri due studi locali, ha annunciato che martedì in Florida si dichiarerà innocente. Nell'aula del tribunale si troverà davanti la giudice Aileen Cannon, nominata da lui stesso, allora presidente, nel 2019. Fu lei l'anno scorso a decidere di rinviare la perquisizione dell'Fbi in Florida, sentenza che fu poi ribaltata, e sarà lei a stabilire una data per il processo. Anche in questo caso la sua sentenza potrà essere contestata allungando ulteriormente i tempi del procedimento, come vorrebbero gli avvocati di Trump che tenteranno ad ogni costo di evitare un processo prima delle elezioni presidenziali del novembre 2024.

Il processo

Ma il procuratore speciale ha fatto sapere che chiederà un processo «rapido nel rispetto dell'interesse pubblico e i diritti dell'imputato». La sfida più grande per Smith era dimostrare che l'ex presidente fosse consapevole che nelle centinaia di scatoloni portati via c'erano file secretati e, dagli atti resi pubblici, sembra proprio che questa evidenza sia stata trovata. In uno dei documenti si legge, infatti, che Trump ha chiesto ai suoi assistenti di «nascondere o distruggere» le carte prima dell'arrivo dell'Fbi. In un altro intima ai suoi avvocati di «non guardare» nelle scatole. «Non voglio che nessuno lo faccia». Infine c'è una registrazione audio nella quale ammette di essere in possesso di carte top secret. «Come presidente, avrei potuto declassificarle ma ora non posso più».

Mentre Joe Biden continua a mantenere la linea della distanza - «non ho mai parlato con con il ministro della Giustizia Merrick Garland del caso e non ho intenzione di farlo» - il partito repubblicano, ad eccezione del suo ex braccio destro Mike Pence, si è schierato compatto al fianco di Trump. «È inconcepibile per un presidente incriminare un candidato che lo sfida», ha attaccato lo speaker della Camera, Kevin McCarthy, e Ron DeSantis ha accusato Biden di «usare la legge federale come un'arma». Resta da vedere quanto il Grand old party riterrà conveniente avere un candidato che può essere arrestato in qualunque momento, prima o dopo il suo ingresso alla Casa Bianca.

Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 17:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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