Covid, Oms: «Testare tutti i casi sospetti, anche se vaccinati». Oms lancia guida

Martedì 29 Giugno 2021
Covid, Oms: «Testare tutti i casi sospetti, anche se vaccinati». Oms lancia guida

L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lancia una nuova guida diffusa per fornire 'raccomandazioni per le strategie nazionali sui test e per le capacità diagnostiche'. Tra le indicazioni, nero su bianco si legge: «Tutte le persone che rientrano nella definizione di sospetto caso Covid dovrebbero essere testate per Sars-CoV-2, indipendentemente dallo stato vaccinale», dal fatto cioè che siano vaccinate contro Covid o no, «o dalla storia di malattia».

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Nella guida viene ribadito che «i test diagnostici per Sars-CoV-2 sono una componente fondamentale della strategia generale di prevenzione e controllo di Covid-19».

E i Paesi «dovrebbero avere una strategia nazionale in atto, con obiettivi chiari che possano essere adattati in base ai cambiamenti della situazione epidemiologica, alle risorse e agli strumenti disponibili e al contesto specifico del Paese. È poi fondamentale che questa attività di testing sia collegata ad azioni di sanità pubblica per garantire cure e supporto clinici appropriati e per effettuare il tracciamento dei contatti per spezzare le catene di trasmissione» del virus. L'Oms ribadisce dunque che in presenza di un sospetto di Covid anche un vaccinato dovrebbe essere sottoposto a test diagnostico.

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«Le persone che soddisfano la definizione di caso sospetto - si legge - dovrebbero avere la priorità per il test. Se le risorse sono vincolate e non è possibile testare tutte queste persone con sospetto Covid, dovrebbe essere data priorità per il test a chi è a rischio di sviluppare malattia grave; a operatori sanitari o ricoverati in strutture sanitarie; nell'ambito di un sospetto focolaio alla prima persona sintomatica o sottoinsieme di sintomatici in un ambiente chiuso (per esempio in strutture per l'assistenza a lungo termine)». I test di amplificazione degli acidi nucleici (Naat), quindi i tamponi molecolari, sono lo standard di riferimento per la diagnosi dell'infezione acuta da Sars-CoV-2. Ma i Paesi possono utilizzare test antigenici di qualità (a flusso laterale) o test rapidi (Ag-Rdt) per ottenere un'elevata copertura testando idealmente il prima possibile tutti i sintomatici inquadrati come casi sospetti (entro la prima settimana di malattia).

Lo screening diffuso su persone asintomatiche, puntualizza l'Oms, «non è una strategia attualmente raccomandata a causa dei costi significativi ad esso associati e la mancanza di dati sulla sua efficacia operativa. L'esecuzione del test su persone asintomatiche è attualmente raccomandata solo per gruppi specifici, compresi i contatti di casi confermati o probabili di Covid e gruppi frequentemente esposti come gli operatori sanitari e gli operatori delle strutture di assistenza a lungo termine». Per quanto riguarda l'uso dell'autotest, «andrebbero fatte alcune considerazioni», sul fatto che si ottenga «un migliore accesso ai test» e sui «potenziali rischi che possono influenzare il controllo dell'epidemia. I potenziali benefici e danni dell'autotest, informa quindi l'Oms, saranno affrontati in un documento di orientamento separato. Un accenno viene riservato ai test Naat per la rilevazione delle mutazioni. Questi possono essere utilizzati come strumento di screening per le varianti di Sars-CoV-2, «ma la presenza di una specifica variante deve essere confermata mediante sequenziamento. Tali test dovrebbero essere adeguatamente convalidati per il loro scopo», avverte l'Oms.

Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 10:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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