Terza guerra mondiale, la minaccia della Russia: «Se Ucraina nella Nato escalation garantita»

Il vice segretario del Consiglio di Sicurezza russo Alexander Venediktov parla all'Occidente: «Alleanza atlantica capisce natura suicida di questo passo»

Giovedì 13 Ottobre 2022 di Ste. P.
Terza guerra mondiale, la minaccia della Russia: «Se Ucraina nella Nato escalationn garantita»

Terza guerra mondiale - La evoca il vice segretario del Consiglio di Sicurezza russo Alexander Venediktov. «L'adesione dell'Ucraina alla NATO può portare alla Terza Guerra Mondiale e la stessa NATO lo capisce», ha dichiarato Venediktov in una lunga intervista all'agenzia Tass. Secondo Venediktov, la richiesta di adesione rapida dell'Ucraina alla NATO è «piuttosto una mossa propagandistica».

«Kiev sa bene che un passo del genere significherebbe un'escalation garantita verso la Terza guerra mondiale», ha detto Venediktov. «A quanto pare, è su questo che contano: creare rumore informativo e attirare ancora una volta l'attenzione su di sé», ha osservato Venediktov.

«Ma dato che molti membri del regime di Kiev sono fuori dal contatto con la realtà, non mi sorprenderei se alcuni là fuori si aspettassero davvero che il loro Paese venga ammesso nella NATO», ha aggiunto. «Siamo anche consapevoli che, nonostante le dichiarazioni di non essere coinvolti negli eventi in Ucraina, le azioni reali intraprese dagli occidentali dimostrano che essi sono parte diretta del conflitto», ha affermato il funzionario.

Poi ha richiamato l'attenzione sul fatto che «l'adesione dell'Ucraina alla NATO darà automaticamente al coinvolgimento dell'Occidente (nel conflitto) una nuova qualità, entrerà in vigore il quinto articolo (sulla difesa collettiva)».

Il vicesegretario del Consiglio di sicurezza ha sottolineato le gravi conseguenze di tali azioni per tutta l'umanità, riporta l'agenzia russa.

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«Gli stessi membri della NATO comprendono la natura suicida di questo passo (ammettere l'Ucraina nella NATO)», ha detto. Venediktov ha osservato che «la richiesta di Kiev è stata immediatamente sostenuta dagli europei dell'Est, compresi i baltici».

«Ma le potenze più serie, e persino la stessa Bruxelles, hanno reagito a questa iniziativa senza entusiasmo e hanno immediatamente presentato una serie di controargomentazioni standard: il mancato rispetto degli standard del blocco, l'esistenza di dispute territoriali e così via», ha dichiarato Venediktov. «In ogni caso, la posizione della Russia rimane invariata: l'adesione dell'Ucraina alla NATO o ad altre alleanze formate sotto gli auspici degli Stati Uniti è per noi inaccettabile», ha concluso il vicesegretario del Consiglio di sicurezza russo. 

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Russia, Venediktov: «Gli obiettivi dichiarati all'inizio dell'operazione militare speciale in Ucraina non sono cambiati»

La Russia è pronta ai colloqui con l'Ucraina, ma è difficile identificarne le priorità nel caso in cui i presidenti dei due Paesi si incontrino, ha dichiarato alla Tass il vice segretario del Consiglio di sicurezza russo Alexander Venediktov. «Ora è difficile identificare i compiti prioritari in caso di negoziati tra i presidenti, perché in generale non vediamo ancora il desiderio di Kiev di tenere dei colloqui. Da parte nostra, siamo pronti ai negoziati», ha detto Venediktov, rispondendo a una domanda se l'agenda dei colloqui, nel caso in cui i presidenti di Russia e Ucraina si incontrassero, si concentrerebbe sul riconoscimento delle nuove regioni russe o su un cessate il fuoco.

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Come ha sottolineato Venediktov, «gli obiettivi dichiarati all'inizio dell'operazione militare speciale in Ucraina non sono cambiati». «Naturalmente si trasformano con il tempo e, ad esempio, gli accordi raggiunti a Istanbul (durante i colloqui tra le delegazioni russa e ucraina a fine marzo), che avrebbero potuto essere sostanzialmente approvati da noi, hanno perso la loro rilevanza nella fase attuale». Non chiarisce gli obiettivi territoriali, non parla delle annessioni russe in Ucraine corroborate dai referendum farsa svolti appena tre settimane fa. Le parole di Venediktov arrivano a poche ore di distanza dalla risoluzione Onu che condanna chiaramente i «cosiddetti referendum illegali» e la «tentata annessione illegale» della Russia delle 4 province dell' Ucraina. L'Onu giudica l'annessione non valida ai sensi del diritto internazionale. I Paesi che hanno votato a favore sono 143, 5 contrari e 35 astenuti. Per il via libera della risoluzione serviva la maggioranza dei due terzi dei paesi presenti (le astensioni non contano). Il segretario generale Antonio Guterresnon ha dato adito a dubbi: «Qualsiasi annessione del territorio di uno stato da parte di un altro stato risultante dalla minaccia o dall'uso della forza è una violazione dei principi della Carta e del diritto internazionale». Riafferma poi l'impegno degli stati per la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale dell' Ucraina all'interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti. 

«I colloqui tra le delegazioni russa e ucraina sono iniziati il 28 febbraio, alcuni giorni dopo che la Russia ha lanciato la sua operazione militare speciale in Ucraina. Diversi round si sono svolti in Bielorussia, dopodiché le parti hanno continuato i loro contatti in videoconferenza. Un nuovo incontro si è svolto a Istanbul a fine marzo. Tuttavia, l'Ucraina si è successivamente allontanata dagli accordi raggiunti», dice Venediktov alla Tass. «Mosca - si legge ancora sul sito dell'agenzia russa - ha sottolineato che il congelamento dei colloqui è stato interamente un'iniziativa di Kiev. A fine ottobre, il Presidente ucraino Vladimir Zelensky ha promulgato una decisione del Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale dell'Ucraina sull'impossibilità di colloqui con il Presidente russo Vladimir Putin»

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Zelensky: «Non si tratta con Putin»

La Russia «va isolata diplomaticamente», la diplomazia è uno strumento «possente» ma non ci può essere finché «le armi parlano». Lo ha detto il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky intervenendo all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. «Dobbiamo riconoscere un fatto ovvio: non può esserci dialogo con questo leader della Russia, che non ha futuro», scriveva già giorni fa Volodymyr Zelensky su Telegram. «I colloqui possono svolgersi o con un altro capo della Russia - che rispetterà la Carta delle Nazioni Unite, i principi fondamentali dell'umanità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina - o in una configurazione diversa, in modo che questo terrorista non abbia l'opportunità di influenzare le decisioni chiave. Ora una persona sta bloccando la pace e questa persona è a Mosca», ha aggiunto.

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Venediktov spiega la dottrina nucleare russa

La dottrina nucleare russa, come tutti i documenti di pianificazione strategica, tiene conto di una varietà di scenari e il fatto stesso di un cambiamento della situazione internazionale non richiede un suo adeguamento, ha dichiarato il vice segretario del Consiglio di Sicurezza russo Alexander Venediktov in un altro lancio separato ma parte della stessa lunga intervista alla Tass. 

Il funzionario ha sottolineato che la politica statale russa sulla deterrenza nucleare «documenta in modo esaustivo le condizioni per l'uso delle armi nucleari da parte della Russia». «Questa è la differenza tra la nostra dottrina e la Nuclear Posture Review degli Stati Uniti. Nel nostro documento tutto è chiaramente spiegato, mentre nel loro è vago, incomprensibile. Gli esperti non riescono ancora a capire bene in quali casi gli americani si riservano il diritto di colpire, anche in via preventiva», ha detto Venediktov.

Sopra: bambini giocano davanti al monumento dedicato alla prima bomba nucleare tattica sovietica RDS-4 prodotta in serie, in piazza Fedora Poletayeva a Mosca. La bomba nucleare tattica sovietica RDS-4, soprannominata "Tatyana", con una potenza di 28 kt, è stata testata per la prima volta il 23 agosto 1953 nel sito di prova di Semipalatinsk (foto EPA - 13 ottobre 2022).

L'onore delle armi a Trump e la stoccata a Biden

Ha inoltre osservato che la Nuclear Posture Review statunitense è stata adottata sotto il presidente Donald Trump, e l'attuale amministrazione della Casa Bianca «non è ancora in grado di sviluppare una propria versione, la cui pubblicazione è stata rinviata più volte». Secondo la dottrina nucleare russa, scrive la Tass, l'uso di armi nucleari da parte della Russia è possibile solo se il nemico utilizza questo o altri tipi di armi di distruzione di massa contro la Federazione Russa e i suoi alleati, se ci sono informazioni affidabili sul lancio di missili balistici per attaccare la Russia e i suoi alleati, se il nemico influenza gli oggetti necessari per le azioni di ritorsione delle forze nucleari, così come in caso di aggressione contro la Federazione Russa con l'uso di armi convenzionali, quando l'esistenza stessa dello Stato è minacciata.

Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 09:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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