Morto Terry Wayne Wallis, l'uomo che si risvegliò dopo 19 anni di coma (e non smise più di parlare)

Domenica 3 Aprile 2022 di Francesca Nunberg
Morto Terry Wayne Wallis, si era svegliato dopo 19 anni dal coma: la storia dell'uomo del miracolo

Riportando la sua storia, il New York Post lo ha definito un “Rip van Winkle della vita reale” e in effetti le similitudini tra il racconto dello scrittore inglese Washington Irving del 1819 e le vicende terrene di questo signore dell’Arkansas sono notevoli.

L’uomo in questione si chiama Terry Wayne Wallis, 57 anni, ed è morto martedì scorso a Searcy per cause non specificate. Ma vent’anni fa Terry era stato sulle prime pagine di tutti i giornali perché, sopravvissuto a un incidente d’auto mortale dopo il quale era rimasto in coma per 19 anni, nel 2003 si era risvegliato sorprendendo il mondo. E da allora, dicono i suoi familiari, non aveva più smesso di parlare.

La storia di Terry Wayne Wallis

Nel 1984 Wallis era al volante di una macchina che precipitò in un torrente uccidendo l’amico che era con lui e rendendolo un tetraplegico in coma con poche speranze di recupero. Sua figlia Amber era nata solo sei settimane prima del terribile incidente. Diciannove anni dopo, nel giugno 2003, Wallis aprì gli occhi e sbalordì le infermiere quando chiese di sua madre e della sua bibita preferita. «Ha iniziato con la parola “mamma”, poi ha detto “Pepsy” e poi “latte”», raccontò all’epoca Alesha Badgley dello Stone County Rehabilitation Center. La famiglia di Wallis è stata ovviamente sopraffatta da emozioni diverse quando l’uomo si è svegliato. «È stato difficile affrontarlo. È stata dura realizzare che era proprio l’uomo che avevo sposato», disse la moglie Sandi, che scoppiò in lacrime quando Terry riprese a parlare per la prima volta. «Non potrei dirvi il mio primo pensiero, sono semplicemente caduta sul pavimento... È un miracolo», disse la madre Angilee all’epoca (poi morta nel 2018). Nel necrologio sul Post è scritto che «Sua madre e tutta la sua famiglia si sono presi cura di lui senza sosta durante il coma e dopo». La famiglia era composta dal papà Jerry Wallis, dalla figlia Amber Wallis, dai nipoti Victoria, Blazen e Arrow Wallis, nonché da diversi fratelli e numerosi altri nipoti.

A lavorare di fantasia si possono trovare varie analogie con il racconto di Irving che fa parte della raccolta intitolata “Il libro degli schizzi di Geoffrey Crayon”. La storia di Rip van Winkle è ambientata nel periodo della rivoluzione americana, tra il 1770 e il 1790: l’uomo, di origini olandesi, vive in un villaggio ai piedi delle Catskill Mountains di New York. È affabile e generoso, amato da tutti tranne che dalla moglie, che lo rimprovera per la pigrizia che lo porta a trascurare la casa e la fattoria. Così un giorno, per sfuggire ai continui rimproveri della donna, fugge sulle montagne, dove incontra degli uomini vestiti in maniera strana - che si dice siano i fantasmi dell’equipaggio di Henry Hudson - che giocano e bevono. Partecipa ai loro festini finché si siede a terra sotto un albero e si addormenta profondamente.

Il risveglio dopo 20 anni

Dopo vent’anni, Rip si sveglia e ritorna nel suo villaggio, senza immaginare di aver dormito così a lungo. Arrivato a casa, scopre che la moglie non c’è più e che i suoi amici sono emigrati o morti in guerra e si mette nei guai dichiarandosi un fedele suddito di Re George III, non sapendo che nel frattempo la rivoluzione ha reso l’America indipendente dall’Inghilterra. Viene però riconosciuto da un vecchio del posto. La figlia di Rip, ormai adulta, lo ospita a casa sua. Rip ritorna alla sua pigrizia e nonostante l’assurdità della sua storia, viene creduto dai vecchi coloni olandesi, alcuni dei quali, scontenti della vita con le proprie mogli, iniziano a desiderare di avere la sua stessa sorte.

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 00:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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