Talebani, cosa vietano alle donne

Sabato 14 Agosto 2021 di Leonardo Jattarelli
Alcuni soldati dell'esercito talebano
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Ormai l'esercito talebano si trova alle porte di Kabul e sarà molto difficile trovare una via diplomatica per arrestare l'inarrestabile.  Ahmed Rashid, esperto pakistano di fama mondiale, autore del bestseller I Talebani, è convinto che la «strategia militare dei Talebani» non sia solo frutto degli eredi del movimento fondato dal mullah Omar. In un’intervista, Rashid rileva gli «errori fatti da tutti», dal governo del presidente Ashraf Ghani, dagli Stati Uniti, «soprattuto nei negoziati». Ricorda le «concessioni» ai Talebani, dal rilascio di 5.000 prigionieri 
talebani dalle carceri dell’Afghanistan ai «viaggi nella regione», fino agli «incontri con diversi governi». Gli americani, dice, «sono i primi colpevoli per aver ignorato la realtà della situazione» e «hanno trattato i 
talebani come una normale foreign entity», mentre il movimento fondato dal mullah Omar ha usato il tempo per «pianificare la strategia di attacco a Kabul». 

Ma vediamo di capire chi sono i talebani, come nascono, quali sono le loro leggi e il loro pensiero.

 

L'identità

I talebani sono un gruppo islamista radicato in Afghanistan. Si definiscono “studenti coranici” che hanno l’obiettivo finale di giungere all’originaria interpretazione dell’Islam e del suo testo sacro: il Corano. Sono prevalentemente di etnia Pashtun, la più diffusa in Afghanistan e presente anche in Pakistan.
Essere talebani vuol dire appartenere e obbedire al regime islamico fondamentalista, oppressivo e dittatoriale, imposto in Afghanistan da una consorteria di studenti coranici dal 1996 al 2002. Nascono come gruppo di studenti di scuola coranica in Afghanistan e Pakistan negli anni ‘90. Tra il 1995 e il 1996 hanno vinto la guerra civile afgana scoppiata tra gruppi rivali di mujaheddin successiva al ritiro dell’URSS (l’URSS ha occupato l’Afghanistan tra il 1979 e il 1989).
Sviluppatisi come movimento politico e militare per la difesa dell’Afghanistan nella guerriglia successiva al crollo del regime sovietico, i talebani sono noti per essersi fatti portatori dell’ideale politico-religioso che vorrebbe recuperare tutto il portato culturale, sociale, giuridico ed economico dell’Islam per costituire un Emirato. Dopo una sanguinosa guerra civile che li ha visti prevalere su Tagiki ed Uzbeki,  hanno governato su gran parte dell’Afghanistan (escluse le regioni più a occidente e a settentrione) dal 1996 al 2001, ricevendo un riconoscimento diplomatico solo da parte di tre nazioni: Emirati Arabi Uniti, Pakistan e Arabia Saudita.
I membri più influenti, tra cui il mullā Mohammed Omar, capo religioso del movimento, erano ʿulamāʾ (studiosi religiosi islamici).

Ostili ad adattare la loro patria alle società più moderne del pianeta, hanno sempre respinto ogni tentativo di interpretazione che non fosse inquadrato nella più conservatrice tradizione spirituale e culturale del pensiero islamico, adottando un atteggiamento repressivo nei confronti degli oppositori.

 

Il pensiero

Il pensiero dei talebani è stato descritto come «un’innovativa combinazione di Shari’a e Pashtunwali», il codice d’onore delle genti pashtun. S’ispirerebbe all’interpretazione dell’Islam della corrente sunnita Deobandi, che enfatizza la solidarietà, l’austerità e la famiglia (gestita dagli uomini). Tale ideologia è portata avanti anche dai membri dell’organizzazione fondamentalista pakistana Jami’at Ulema-ye Islam (JUI) e da gruppi ad essa associati. Altre importanti influenze per i talebani sono quella dal movimento islamico wahhabita, cui aderiscono i loro finanziatori sauditi, e quella del jihadismo e del panislamismo dell’antico alleato militare, Osama bin Laden. L’ideologia talebana si distingue dall’Islam praticato dai mujaheddin reduci dalla guerra anti-sovietica, essendo costoro maggiormente legati al misticismo sufi di tipo naqshbandi e a un’interpretazione tradizionalista del Corano.

 

La legge

Una volta al potere, i talebani istituirono la shari’a (legge islamica). La riforma talebana del governo fu in parte diretta da studiosi di diritto. In base a un decreto emanato nel dicembre del 1996 e che si richiamava esplicitamente al classico precetto di «comandare il bene e punire il male» (al-amr bi-l-maʿrūf wa al-nāḥi ʿan al-munkar), si tornò a far ricorso all’amputazione di una o anche di entrambe le mani per il reato di furto e alla lapidazione per gli adulteri conclamati.
I talebani bandirono inoltre tutte le forme di spettacolo televisivo, immagini, musica e danza, fosse anche in occasione delle tradizionali cerimonie nuziali. E' illegale portare la barba troppo corta o radersi del tutto mentre è severamente punito il tagliare i capelli alla moda “occidentale”. Il gioco d’azzardo viene bollato come stregoneria ed severamente punito non pregare nei momenti di elezione della ṣalāt. I talebani istituirino anche la polizia religiosa, sull’esempio dei muṭawwiʿīn sauditi.

 

Le donne

La politica dei talebani sancisce la proibizione del lavoro femminile e l’esclusione delle ragazze da forme di istruzione mista. Da anni, Malala Yousafzai lotta contro questi ideali. Nel 2012 le hanno sparato alla testa con armi da fuoco, ma è sopravvissuta e ha continuato la sua lotta, tanto da ricevere il Nobel per la pace nel 2014 insieme all’indiano Kailash Satyarthi.
Il ministro talebano degli Affari Religiosi, al-Ḥajj Maulwi Qalamuddin, dichiarò al The New York Times che: «Ad una nazione in fiamme il mondo vuol dare un fiammifero. Perché c’è tutta questa preoccupazione per le donne? Il pane costa troppo. Non c’è lavoro. Anche i ragazzi non vanno a scuola. Eppure sento solo parlare delle donne. Dov’era il mondo quando qui gli uomini violavano tutte le donne che volevano?».


L'istruzione

La voce dei talebani: «Contrariamente a quanto riportato dalla stampa circa l’istruzione delle ragazze, le cifre ottenute dal settore dell’educazione in Afghanistan rivelano che l’istruzione femminile nell’Afghanistan rurale è in crescita. Secondo una ricerca condotta dal Comitato Svedese per l’Afghanistan (SCA), quasi l’80% delle scuole femminili situate nelle aree rurali sotto l’amministrazione dello Stato Islamico dell’Afghanistan sta operando a pieno regime.»
Il rapporto Unesco: «L’editto dei talebani sull’educazione femminile ha portato ad un calo del 65% delle loro iscrizioni. Nelle scuole gestite dal Direttorato dell’Educazione, solo l’1% degli studenti è composto da ragazze. Anche la percentuale di insegnanti donne è scivolata dal 59,2 per cento del 1990 al 13,5 per cento del 1999».

 

I divieti per le donne

Divieto assoluto di eseguire lavori all’esterno delle mura domestiche, inclusi insegnanti, ingegneri e la maggior parte dei professionisti. Solo alcune donne medico e infermiere hanno il permesso di lavorare in alcuni ospedali di Kabul. Divieto assoluto di uscire di casa se non accompagante da un mahram (parente stretto: padre, fratello o marito). Divieto di trattare con negozianti di sesso maschile e di studiare in scuole, università o altre istituzioni educative (i talebani hanno convertito le scuole femminili in seminari religiosi). Obbligo di indossare un lungo velo (Burqa) che le copre da capo a piedi.
Frustrate, percosse, invettiva verbale, sono la punizione per quelle donne che non vestono secondo le regole imposte dai talebani, o che non sono accompagnate da un mahram. Frustate in pubblico per le donne che non hanno le caviglie coperte. Lapidazione pubblica per le donne accusate di avere relazioni sessuali al di fuori del matrimonio (anche se vittime di violenza sessuale). (Un gran mumero di amanti sono state lapidate a morte in virtù questa regola). Divieto di uso di cosmetici. (A molte donne con unghie dipinte sono state tagliate le dita). Divieto di parlare o di dare la mano a uomini diversi da un mahram. Divieto di ridere ad alta voce. (Nessun estraneo dovrebbe sentire la voce di una donna). Divieto di portare tacchi alti poiché producono suono quando camminano (un uomo non deve sentire i passi di una donna) e divieto di andare in taxi senza un mahram o di apparire in radio, televisione, o in incontri pubblici di qualsiasi tipo. Divieto di praticare sport o di entrare in un centro sportivo o in un club, di andare in bicicletta o motocicletta, anche con il mahram, di indossare vestiti di colori vivaci, in quanto «colori sessualmente provocanti».

Modifica di tutti i nomi di luogo inclusa la parola «donna». Per esempio, i «giardini per donne» sono stati chiamati «giardini di primavera». Divieto di apparire sui balconi delle loro case, oscuramento di tutte le finestre in modo che le donne non possano essere viste dall’esterno. Divieto per i sarti maschili di prendere misure per le donne o cucire vestiti femminili e chiusura di tutti i bagni pubblici femminili. Divieto per uomini e donne di viaggiare sugli stessi bus. Sui bus si può leggere «per soli uomini» (o «per sole donne», ma le donne non possono viaggiare senza accompagnatore ...). Infine, divieto di utilizzare pantaloni larghi, anche sotto il burqa.
divieto di essere fotografate o filmate, divieto di stampare su giornali e libri foto di donne, o di appenderle sulle pareti delle case o nei negozi.

Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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