Suicida in un carcere francese l'agente amico di Epstein accusato di stupro e di procacciare modelle

Domenica 20 Febbraio 2022
Jean-Luc Brunel

PARIGI Aveva sempre negato tutto, Jean-Luc Brunel: le accuse di molestie sessuali, di stupro, di aver abusato delle modelle della sua agenzia, della baby-sitter dei suoi figli, di aver reclutato ragazze per Jeffrey Epstein e i suoi giri di prostituzione tra i magnati del mondo. Da otto mesi era in detenzione provvisoria nel carcere parigino della Santé: l'accusa che lo aveva portato in prigione nel giugno scorso era di violenza sessuale su minore di 15 anni. Questa volta la prescrizione non sarebbe arrivata, ma lui non ha aspettato la fine dell'inchiesta: nella notte tra venerdì e sabato si è impiccato. Un agente lo ha trovato nella sua cella quando non c'era più niente da fare. La stessa fine che ha scelto Epstein nell'agosto del 2019. La procura di Parigi non ha per ora confermato le cause della morte e un'inchiesta è stata aperta dal terzo distretto della polizia giudiziaria.
Brunel aveva 76 anni, per decenni aveva regnato nel mondo della moda grazie alla sua prestigiosa agenzia Karin Models, fondata nel '78, che aveva poi esportato anche negli Usa come MC2 Model Management. Il suo nome era apparso fin dalla prima inchiesta contro Epstein nel 2007. La polizia della Florida aveva ritrovato molti scambi di sms tra i due, in particolare uno in cui Jean-Luc comunicava al suo amico miliardario che «c'è una prof che può insegnare russo. Ha due volte otto anni, non bionda». Brunel aveva già passato un periodo in carcere nel dicembre 2020, sempre con l'accusa di violenze e molestie sessuali. Allora era stato fermato all'aeroporto parigino Charles-de-Gaulle mentre stava per imbarcarsi per Dakar. Nel novembre scorso era stato liberato per qualche giorno prima di tornare di nuovo in prigione, decisione contro la quale aveva presentato ricorso in Cassazione.
L'ACCUSA DELLA GIUFFREAnche Virginia Giuffre, una delle principali accusatrici nell'affare Epstein, che ha appena concluso un accordo con il principe Andrea, aveva tirato in ballo Brunel e denunciato di «essere stata costretta ad avere rapporti sessuali con lui» all'epoca in cui non aveva ancora 17 anni serviva da schiava sessuale a Epstein e a tutto il suo ricco entourage. Giuffré aveva raccontato di essere stata violentata più volte da Brunel sull'isola Little Saint-James, proprietà di Epstein: «Mi dispiace di non poterlo affrontare in un processo - ha scritto ieri su Twitter Giuffre - dove avrebbe dovuto rendere conto delle sue azioni, ma sono felice di aver potuto testimoniare l'anno scorso e averlo portato in prigione». «È stato massacrato da un sistema mediatico-giudiziario sul quale bisognerebbe interrogarsi - hanno invece commentato i legali di Brunel - Si è sempre dichiarato innocente, e ha fatto di tutto per provarlo. La sua decisione non è stata dettata dai sensi di colpa, ma da un profondo senso di ingiustizia».
Francesca Pierantozzi
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Ultimo aggiornamento: 09:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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