Sudan, cosa sta succedendo? Perché è scoppiata la guerra (e il legame con la Wagner). Stasera italiani a Ciampino

La rivalità politica tra il presidente Abdel-Fattah al-Burhan e il vicepresidente filorusso Mohamed Hamdan Dagalo, i due generali ai vertici del Consiglio sovrano, ha fatto sprofondare nel caos il Paese. Gli scontri si sono estesi dalla capitale Khartoum ad altre città

Domenica 23 Aprile 2023
Sudan, cosa sta succedeno? Perché è scoppiata la guerra: le rivalità politiche e il legame con la Wagner

La rivalità politica tra i due generali ai vertici del Consiglio sovrano - l’organo civile-militare che, dopo colpi di Stato del 2019 e del 2021, è alla guida del Paese - ha fatto sprofondare nel caos il Sudan. Scontri e violenze vanno avanti da più di una settimana e dalla capitale Khartoum si sono estesi anche ad altre città. A capo dei due schieramenti ci sono il presidente Abdel-Fattah al-Burhan e il vicepresidente filorusso Mohamed Hamdan Dagalo.

Sul campo, da un lato i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf, Rapid Support Forces), agli ordini di Dagalo e composte da circa 100mila uomini, e dall’altro lato l’esercito, comandato dal presidente al-Burhan. Da giorni si susseguono sparatorie, raid aerei, mobilitazioni di blindati. 

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Ma quando è iniziata la guerra civile? I primi scontri risalgono al 15 aprile, quando la rivalità tra i due generali è esplosa. Dagalo guida le Rfs, costituite principalmente dalla milizia araba dei “Janjaweed”, i “diavoli a cavallo”). Sono vicine ai mercenari filorussi della Wagner, che stanno combattendo in Ucraina

 


Anni fa Al-Burhan e Dagalo erano alleati: nel 2019 hanno guidato il golpe contro l’ex presidente e dittatore Omar al-Bashir, destituito dopo trent’anni di governo. Il passo successivo è stato il governo transitorio che avrebbe dovuto portare alle elezioni democratiche. Ma è ansata diversamente. Nel 2021, infatti, il governo transitorio è stato fatto cadere: al suo posto, Dagalo e al-Burhan hanno dato vita all’alleanza militare del Consiglio Sovrano. Un'alleanza che, però, è sempre stata in bilico e ha avuto una vita molto breve.

Verso la fine del 2022 sono iniziate ad emergere le prime, vistose, crepe. L’esercito governativo ha infatti acconsentito a riprendere la via della democratizzazione. La richiesta è stata di integrare le Rsf nell’esercito, in modo da formare un unico corpo militare entro una massimo di 2 anni. La proposta di Dagalo era diversa: voleva un processo per l’integrazione decisamente più lento, che sarebbe potuto durare fino a 10 anni. Da quel momento è iniziata la lotta per il potere, che è sfociata nello scontro armato.

Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 10:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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