Stuprata ma la figlia del premier non denunciò: «Mio padre me lo impedì»

Lunedì 9 Dicembre 2019
Rosslyn Dillon
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Fu stuprata, e non lo dise a nessuno. Perché il padre le chiese così. Adesso fa causa e chiede un risarcimento. Il caso riguarda la figlia dell'ex premier australiano Bob Hawke, morto lo scorso maggio: la donna sostiene di essere stata violentata nel 1983 da un collega di suo padre, che la convinse a non sporgere denuncia per non correre il rischio che lo scandalo potesse rovinargli la carriera politica.

Lei si chiama Rosslyn Dillon e le sue accuse sono state rese pubbliche in un documento pubblicato ora dal quotidiano australiano New Daily. La donna afferma di essere stata stuprata tre volte dal deputato del Labour, Bill Landeryou, che era un collega del padre. Entrambi oggi sono morti. Alla terza violenza subita, la donna andò dal padre per dirgli che avrebbe denunciato il fatto alla polizia. Ma l'uomo le disse di non farlo. «Non puoi. Non posso avere controversie in questo momento. Mi dispiace, sto correndo per la leadership del partito», si legge nei documenti del tribunale al quale la vittima ha fatto ricorso per chiedere 2,7 milioni di dollari sulle proprietà del padre.

La sorella della donna, Sue Pieters-Hawke, ha raccontato al quotidiano che la famiglia era al corrente degli stupri. «Lo disse all'epoca e il sostegno fu immediato, anche se non si è mai rivolta a un avvocato», ha raccontato.

Gli altri membri della famiglia non hanno invece voluto rilasciare dichiarazioni.

Ultimo aggiornamento: 13:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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