Strage in Pakistan, kamikaze entra in moschea e si fa esplodere: almeno 61 morti e 152 feriti

Tehrik-e-Taliban Pakistan (Ttp) ha rivendicato l'attacco definendolo una vendetta per l'uccisione del suo leader Omar Khalid Khorasani avvenuto in Afghanistan nell'agosto del 2022

Lunedì 30 Gennaio 2023
Strage in Pakistan, kamikaze entra in moschea e si fa esplodere: almeno 61 morti e 152 feriti

Strage in Pakistan. Era in prima fila tra le centinaia di fedeli che stavano recitando le loro preghiere pomeridiane nella moschea di Peshawar, in Pakistan, quando si è fatto esplodere seminando morte e terrore.

Oltre una sessantina di persone, la maggior parte dei quali agenti di polizia, hanno perso la vita, mentre altre 152 hanno riportato ferite di vario grado.

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Strage in Pakistan, kamikaze entra in moschea: chi ha rivendicato l'attacco

A compiere l'azione un giovane kamikaze di 25 anni che ha usato nell'attacco almeno sette chilogrammi di esplosivo. A svelare i dettagli della strage è stato Sarbakaf Mohmand, leader di Tehrik-e-Taliban Pakistan (Ttp), il gruppo dei talebani pachistani che ha rivendicato la mattanza in un messaggio inviato all'ANSA via WhatsApp, spiegando che sarebbe una vendetta per l'uccisione del leader del Ttp Omer Khalid Khorasani, il cui vero nome era Abdul Wali Mohmand, avvenuta nell'agosto 2022. Il Ttp ha accusato i servizi segreti pachistani dell'azione. La bomba ha frantumato il tetto e abbattuto i muri della moschea che si trova in una delle zone più strettamente controllate della città, in una sorta di enclave che comprende il quartier generale della polizia, gli uffici di intelligence e antiterrorismo, ma anche complessi residenziali. In un video diffuso sui social media e verificato dalla Bbc poco dopo l'esplosione si vede la moschea ricoperta di mattoni e detriti.

 

Il bilancio delle vittime e dei feriti

"I terroristi vogliono creare paura prendendo di mira coloro che svolgono il dovere di difendere", ha tuonato il primo ministro Shehbaz Sharif, sottolineando che chi è dietro l'attacco «non ha nulla a che fare con l'Islam». Il Ttp è l'organizzazione ombrello dei gruppi talebani nel Paese, che prende di mira le forze di sicurezza pachistane, con attacchi nelle province del nord-ovest del Khyber Pakhtunkhwa e del sud-ovest del Belucistan. Il governo pachistano è convinto che la leadership del Ttp si nasconda nel confinante Afghanistan. Non è la prima volta che Peshawar, che dista una cinquantina di chilometri dal confine con l'Afghanistan, è teatro di atrocità. Nella memoria dei pachistani è ancora vivo il ricordo del massacro di circa 150 persone, per lo più studenti, nel dicembre 2014. Più recentemente, a marzo del 2022, un attentato suicida compiuto dalla branca regionale del gruppo jihadista dello Stato islamico con oltre sessanta vittime.

Il Ttp è distinto dal movimento dei nuovi leader afghani ma condivide con loro radici comuni. E proprio da Kabul è arrivata la condanna per l'attacco odierno. Il ministero degli Affari esteri dell'Afghanistan ha affermato che uccidere i fedeli nelle moschee è in «contraddizione con gli insegnamenti della sacra religione dell'Islam». Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, da parte sua, ha parlato di «spregevole attentato suicida che si è compiuto in un luogo di culto». Secondo la polizia, l'attentatore era un cittadino afghano residente in Pakistan con la sua famiglia da diversi anni, e aveva preparato l'attacco nel suo Paese natale.

Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 13:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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