Divieto all’import del petrolio dalla Russia sì, ma non immediato né totale. Lo stop al greggio, contenuto nel sesto pacchetto di sanzioni in discussione la prossima settimana a Bruxelles, si avvicina, ma l’embargo che finirà sul tavolo dei Ventisette dovrebbe essere graduale e selettivo.
Il tavolo
Il tavolo Ue-Usa sta valutando la praticabilità di varie opzioni, tra cui rientrano il “price cap”, la fissazione cioè di un tetto al prezzo del greggio per minimizzare i guadagni per il Cremlino, ma pure la creazione di un conto bloccato dove versare i corrispettivi per le forniture russe dovuti dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina; conto di cui però Mosca non avrebbe la disponibilità almeno fino al cessate il fuoco e al ritiro delle truppe. Un’ipotesi, quest’ultima, modellata su una proposta già avanzata dall’Estonia e che aveva a che fare con il gas. Non sfugge infatti che le misure mirate e «intelligenti» per colpire il petrolio - così le ha definite la presidente della Commissione Ursula von der Leyen - potrebbero essere uno schema di gioco da trasferire anche al metano, nel momento in cui i governi dei Ventisette (e in particolare la Germania) romperanno gli indugi e apriranno alla possibilità di sanzionare pure l’import di gas. Per ora, nessuna delle opzioni ha prevalso tra gli Stati Ue, che saranno poi chiamati ad approvare le restrizioni all’unanimità.
La mano tesa dai funzionari dell’amministrazione Biden è arrivata mentre la stessa segretaria Usa al Tesoro Janet Yellen suonava l’allarme rispetto all’effetto boomerang che uno stop immediato da parte dell’Europa scatenerebbe sui mercati globali, «facendo aumentare i prezzi in tutto il mondo e producendo un impatto negativo molto limitato sulla Russia, che si troverebbe sì a esportare di meno, ma a valori più alti». Washington è sensibilmente meno esposta all’energia russa rispetto all’Europa, tanto che già a inizio marzo aveva deciso di sospendere tutte le importazioni. Ma adesso è in allerta per l’effetto domino su scala planetaria che potrebbe causare un passo falso da parte degli alleati Ue.