Clima, leader Sioux promette la danza della pioggia per l'Italia: «Stiamo distruggendo la nostra Madre Terra»

Giovedì 28 Luglio 2022 di Franca Giansoldati
Clima, leader Sioux promette la danza della pioggia per l'Italia: «Stiamo distruggendo la nostra Madre Terra»
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Lac Ste.Anne (Edmonton, Canada) – Sulle rive del lago sacro dedicato a Sant'Anna, ad un centinaio di chilometri da Edmonton, in mezzo alle sterminate foreste canadesi, il capo Sioux, Tony Alexis, leader di quinta generazione, nato e cresciuto nella Riserva indiana Alexis Nakota Sioux #133 promette di fare la danza della pioggia per l'Italia sapendo che si trova a fronteggiare temperature altissime e una siccità mai vista.

Si tratta di un uomo molto autorevole a livello nazionale: è lui che ha firmato l'adesione al trattato con il governo canadese, ed è sempre lui che ad aprile è venuto a Roma per invitare Papa Francesco in Canada per sanare la pagina nera dei bambini nativi morti nelle scuole cattoliche a causa di maltrattamenti, malnutrizione e, purtroppo, anche abusi sessuali. «L'acqua è vita. Senza l'acqua l'uomo muore. I cambiamenti climatici in atto un po' ovunque dimostrano che stiamo distruggendo l'equilibrio nella nostra Madre Terra, il cui spirito veglia sul creato». 

In Italia e in Europa c'è emergenza. Per caso fate danze per la pioggia?

«Abbiamo molte preghiere per invocare la pioggia e attraverso una speciale cerimonia imploriamo l'acqua dal cielo. Si tratta di un rito potente in cui si prega profondamente. Senza l'arrivo della pioggia per i boschi, le praterie, i fiumi, gli animali significa rischiare una alterazione importante dell'equilibrio generale ben sapendo che uno squilibrio ne arreca altri, come in una catena. Conosco l'Italia e so che il Mediterraneo è investito da cambiamenti climatici importanti. Mi assumo l'impegno di invocare la pioggia, pregherò con amore per il vostro popolo». 

Cosa prega di preciso durante questo rito?

«Per avere la pioggia si invoca lo spirito che è dietro l'acqua. Poi occorre pregare in questa direzione (con la mano indica l'orizzonte), dove solitamente volano le aquile e dove sono custoditi i tuoni». 

Le vostre comunità che vivono immerse nella natura c'è timore per gli effetti del climate change?

«I cambiamenti climatici dimostrano a tutti noi che stiamo distruggendo l'equilibrio della terra. E' un argomento che ci impegna tutti. All'interno delle nostre comunità ci sono dibattiti e per noi è lo spirito della Madre Terra che veglia sul creato. Un aspetto importante è monitorare l'uso dei combustibili fossili e noi First Nations siamo coinvolti in questo monitoraggio. Ci stiamo battendo per fermare questa corsa suicida e insistiamo tantissimo ad investire in prodotti sostenibili. Bisogna sensibilizzare tutti a raggiungere una energia pulita». 

Che tipo di monitoraggio state facendo?

«Nelle comunità ci sono tanti giovani che hanno conseguito master e dottorati in scienze ambientali, climatiche, biologia eccetera. Molti insegnano anche. In ogni caso a ogni livello vi è l'impegno a proteggere quello che abbiamo». 

Lei che ha accolto Papa Francesco sulle rive del lago dedicato a Sant'Anna, meta di pellegrinaggi per i cattolici ma anche per i nativi, ha letto la enciclica verde Laudato Sì?

«Con quel testo sappiamo che è stata affrontata in modo compiuto la problematica ambientale. I cambiamenti climatici sono indubbiamente causati dall'uomo e di conseguenza occorre rivedere l'impostazione finora data sullo fruttamento delle risorse naturali che non sono infinite. Conosciamo bene anche quello che Papa Francesco ha affermato sulla nostra Madre Terra e lo abbiamo apprezzato».

Cosa si aspetta dopo il mea culpa pronunciato dal Papa sulle colpe della Chiesa per come ha gestito le scuole residenziali?

«Ci aspettiamo che le sue parole di leader vengano accolte da tutti i vescovi e trasformate in linea d'azione. E' un importante passo in avanti».

Ci sono ancora discriminazioni da parte del governo canadese nei vostri confronti?

«I trattati che sono stati siglati servono a mantenere la cultura, la lingua, la storia e le usanze delle comunità. Si tratta di lavorare anche con gli anziani e il personale per rilanciare le leggi tribali, costruire imprese, generare capitali, migliorare servizi educativi per promuovere il benessere di tutti, secondo una impostazione basata sull'equità e la giustizia. E' ovvio che il cammino è lungo». 

Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 08:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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