Scozia, domani il voto sull'indipendenza. Salmond scrive agli elettori: «Facciamolo»

Mercoledì 17 Settembre 2014
Scozia, domani il voto sull'indipendenza. Salmond scrive agli elettori: «Facciamolo»
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Nell'ultimo giorno di campagna prima dello storico referendum sull'indipendenza della Scozia di domani, il leader dell'Snp Alex Salmond, in una lettera aperta, rivolge un nuovo appello agli scozzesi, esortandoli a votare "s".



«Facciamolo», scrive Salmond, chiedendo agli elettori di prendere le distanze dal dibattito politico e di recarsi alle urne riponendo fiducia solo in loro stessi. «Lo spazio per le parole è quasi esaurito. - scrive il leader indipendentista -. Restiamo noi, la gente che vive e lavora qui. Gli unici che votano, coloro che contano». E continua: «Il futuro della Scozia, il nostro paese, è nelle nostre mani». Tre nuovi sondaggi segnalano intanto il fronte del "No" leggermente in testa al 52%, ma con gli indipendentisti a distanza ravvicinata (48%), confermando quindi l'incertezza sul risultato.



In una intervista a Bbc Radio Salmond ha detto che la campagna per il referendum è stata la più «straordinaria campagna politica» nella storia della Scozia e che sarà un testa a testa fra i due schieramenti fino alla fine. Si dice sicuro, inoltre, che in caso di vittoria degli indipendentisti ci sarà un negoziato con Londra in un clima di «amicizia cameratesca».



E che soprattutto i leader di Westminster non saranno più contrari a una condivisione della sterlina col nuovo Paese, superando quello che lui definisce come un «atteggiamento mosso da ragioni politiche e un bluff». Salmond ha anche ricordato quello che per lui è stato il principale errore della campagna per il "no": «Il principale errore è stato dire alla gente in Scozia che la terra di Adam Smith non è in grado di gestirsi dal punto di vista finanziario». Il primo ministro scozzese ha affermato che uno dei momenti più entusiasmanti nella campagna è stato vedere gli elettori di Dundee, considerata una roccaforte dei nazionalisti, in coda per registrarsi al voto.



Politici insultati e minacciati. A un giorno dal referendum scozzese la campagna elettorale si infiamma più che mai. Secondo l'Independent, il clima è sempre più rovente mentre i politici dei diversi schieramenti alzano i toni e alcuni di loro sono stati insultati e minacciati.



Ieri il leader laburista Ed Miliband è stato costretto a interrompere una visita in un centro commerciale di Edimburgo da un gruppo di manifestanti pro secessione, che lo hanno apostrofato come «bugiardo» e «assassino».



Il deputato George Galloway, del movimento radicale «Respect», avrebbe ricevuto la minaccia di «prendersi un proiettile» in un comizio a Glasgow. Ma anche il mite Gordon Brown, l'ex premier laburista, ha dato ai secessionisti dei bugiardi per non aver avvertito gli elettori delle conseguenze negative di una indipendenza, a partire dai tagli necessari per il servizio sanitario pubblico. Il primo ministro scozzese, il nazionalista Alex Salmond, per tutta la campagna ha accusato Londra di orchestrare una sorta di «complotto» contro l'indipendenza, coinvolgendo in questo le grandi società britanniche. Non è stata risparmiata nemmeno la Bbc, definita come di parte e prevenuta per la sua presunta copertura della campagna in favore dell'unione.




Le donne determinanti. Il destino del Regno Unito è in mano alle elettrici scozzesi. È quanto emerge da un sondaggio realizzato dall'Opinium Research per il Telegraph, alla vigilia del referendum sull'indipendenza della Scozia.



Il 52% dei 1.150 scozzesi intervistati prevede di votare «no», il 48% «sì», mentre circa l'8 è ancora indeciso. Inoltre, sarebbe in crescita il numero delle donne a favore del «no». I risultati mostrano che la campagna per il no al momento ha un vantaggio di 16 punti tra le donne. Il dato è aumentato di due punti rispetto all'ultimo sondaggio di domenica dell'Opinium.



Tra le elettrici che già hanno deciso cosa votare, il 58% ha affermato che domani voterà no, mentre il 42% si è detto a sostegno dell'indipendenza. Il 53% degli uomini intervistati, invece, voterà sì. Infine, al sondaggio Telegraph/Opinium il 91% degli intervistati si è detto certo di cosa voterà, mentre solo l'1% ha deciso che non si recherà alle urne. Il sondaggio è stato condotto online tra gli scozzesi dai 16 anni - che potranno votare al referendum - tra venerdì e lunedì scorsi.



Le forze armate britanniche:
«L'indipendenza ci renderebbe più vulnerabili». L'indipendenza scozzese renderebbe tutto il Regno Unito più vulnerabile agli attacchi. In una lettera al Sun, 14 ex capi delle forze armate sostengono che un «no» al referendum di domani è «cruciale per tutta la nostra sicurezza» e dividere la Gran Bretagna «indebolirebbe tutti noi». La lettera è stata firmata da sette ex capi di Stato Maggiore della Difesa, tre ex First Sea Lords (comandanti della Royal Navy oltre che di tutto il servizio navale), tre ex capi dell'esercito e un ex capo della Royal Air Force.



Nella «lettera aperta al popolo della Scozia» vengono espresse le loro preoccupazioni sulla possibilità di un esercito scozzese distinto. «In quanto ex capi della Royal Navy, dell'esercito britannico e della Royal Air Force, sappiamo che è fantasia parlare di forze armate regionali - hanno scritto - ci addestriamo come uno, combattiamo come uno e siamo sotto un unico comando. Noi non siamo, e non siamo mai stati, strutturati per la divisione». Secondo loro un voto per la separazione «minerebbe sia la difesa scozzese che quella del resto del Regno Unito». La divisione della Gran Bretagna, conclude la lettera, «può o non può essere politicamente o economicamente sensata, ma in termini militari siamo chiari: ci indebolirà tutti».
Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 09:26

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