Guerra Ucraina, cinque russi scappano da Putin: ora sono bloccati da mesi in aeroporto in Corea del Sud

Le autorità si sono rifiutate di accettarli come rifugiati. A loro viene fornito un pasto al giorno e in aeroporto possono fare la doccia, ma devono lavare a mano i vestiti

Sabato 28 Gennaio 2023 di Raffaele Alliegro
Cinque russi scappano da Putin: ora sono bloccati da mesi in aeroporto in Corea del Sud

Sono fuggiti dalla Russia per evitare la coscrizione militare dopo l'ordine di mobilitazione per l'Ucraina. E ora sono bloccati nell'aeroporto internazionale di Incheon, nella Corea del Sud, perché le autorità si sono rifiutate di accettarli come rifugiati. Sono cinque uomini russi, tre arrivati in Corea del Sud a ottobre e altri due a novembre. La storia è stata raccontata dalla Cnn, che ha fatto ricostruire la vicenda al loro avvocato, Lee Jong-chan: «Non possono muoversi dall'area partenze dell'aeroporto perché le loro domande per lo status di rifugiato sono state respinte dal ministero della Giustizia sudcoreano.

Sono in attesa di una sentenza sul loro appello».

Ai cinque, ha fatto sapere il legale, viene fornito un pasto al giorno all'ora di pranzo. In aeroporto possono fare la doccia, devono però lavare a mano i vestiti. E non possono allontanarsi dalle aree di partenza e duty-free. «Hanno un accesso limitato alle cure mediche e nessun supporto per la salute mentale, il che è particolarmente importante considerando la loro situazione precaria», ha spiegato l'avvocato. Quando nei mesi scorsi Mosca ha dato l'ordine di mobilitazione militare per l'Ucraina, fa sapere la Cnn, nel giro di una settimana circa 200mila persone sono fuggite dalla Russia per la Georgia, il Kazakistan e l'Unione Europea. Tra loro anche questi cinque russi che in due momenti successivi si sono ritrovati “intrappolati” in aeroporto nella Corea del Sud.

I russi non accolti come rifugiati

Il ministero della Giustizia sudcoreano, ricostruisce la Cnn, ha respinto le loro domande perché le ha considerate «non meritevoli di valutazione». Il rifiuto della coscrizione, infatti, non è stato considerato un motivo sufficiente per essere riconosciuti come rifugiati, ha spiegato ancora l'avvocato Lee. Ma la decisione di non prestare servizio nell'esercito russo «dovrebbe essere riconosciuto come una ragione politica» visto che l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia è stata «condannata dal diritto internazionale» ha aggiunto Lee. Della stessa idea sono i gruppi che si battono per la difesa dei diritti in Corea del Sud: «Coloro che richiedono lo status di rifugiato per sfuggire alle persecuzioni politiche e religiose dei loro paesi d'origine hanno diritto alla protezione ai sensi del diritto internazionale». Quegli uomini, infatti, sarebbero stati probabilmente «detenuti o arruolati con la forza». Quindi «sono rifugiati politici che affrontano delle persecuzioni». I cinque russi, ha ricordato ancora la Cnn, hanno fatto ricorso contro la decisione di non considerarli rifugiati. La prossima sentenza, per tre di loro, è prevista per il 31 gennaio. Il tribunale dovrà decidere se il caso è «degno di valutazione», ha detto l'avvocato Lee. Soltanto se otterranno una sentenza favorevole, il ministero della Giustizia sudcoreano potrà esaminare le domande che hanno presentato per ottenere lo status di rifugiato.

Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 09:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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