Rifugiati ucraini, quanti ne ospita la Gran Bretagna? Le accuse di respingimento degli "sfollati di serie B" (neri e mediorientali)

Finora solo 2.700 visti sono stati concessi mentre 22.800 visti sono stati rilasciati a rifugiati che hanno raggiunto familiari nel Regno Unito

Giovedì 31 Marzo 2022 di Stefania Piras
Rifugiati ucraini, quanti ne ospita la Gran Bretagna? Le accuse di respingimento degli "sfollati di serie B" (neri e mediorientali)
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Ricordate la standing ovation dei parlamentari britannici quando il presidente dell'Ucraina Zelensky ha parlato in videocollegamento alla Camera dei Comuni? Applausi scroscianti, commossi, autentici. Applausi che stridono con la politica dell'accoglienza che sta praticando la Gran Bretagna con gli ucraini che scappano dalla guerra.

Una politica "shameful", vergognosa secondo il (britannico) Financial Times. 


Il Regno Unito ha aiutato l'Ucraina inviando armi e sanzionando la Russia: esemplari i cartellini rossi elevati a Roman Abramovich, patron del Chelsea. Non c'è stata la stessa solerzia nell'accoglienza dei rifugiati. Ma questa è anche una peculiarità del governo conservatore che già prima della guerra ha reso la Gran Bretagna un Paese che scoraggia l'arrivo a chi cerca protezione internazionale e anche ai migranti economici. Gli ucraini sfollati che tentano di approdare a Londra parlano infatti di una burocrazia infinita e di ritardi nella richiesta dei visti. La politica inglese sugli ingressi rimane rigida, dunque.

L'Europa lo scorso 3 marzo ha cambiato le sue regole sull'accoglienza apposta per gli ucraini. Gli ucraini e anche i cittadini di paesi terzi o gli apolidi che beneficiano di protezione internazionale in Ucraina e i loro familiari godono della protezione temporanea europea se risultano essere stati residenti in Ucraina in data 24 febbraio 2022 (giorno in cui è cominciata l'invasione russa) o precedentemente. Vuol dire che possono ottenere diritto al lavoro, all'alloggio e all'assistenza sanitaria. Possono recarsi, cioè, in qualsiasi paese membro decidano per chiedere poi la protezione temporanea, che dà loro uno statuto simile all’asilo, ma la novità è che viene concesso automaticamente, sulla mera base della provenienza dall'Ucraina in quanto Paese invaso dai russi.

Il Regno Unito con il referendum ha sancito la Brexit è uscito dall'Unione europea. Come si sta comportando? Finora solo 2.700 visti sono stati concessi nell'ambito dello schema Homes for Ukraine (famiglie che ospitano rifugiati e che ricevono anche un contributo dal governo), mentre 22.800 visti sono stati rilasciati a rifugiati ucraini che hanno raggiunto familiari nel Regno Unito. Il governo di Boris Johnson aveva promesso di accogliere centinaia di migliaia di ucraini. Ma le promesse, a quanto pare, non si sono trasformate ancora in realtà.

La Gran Bretagna non offre lo status di rifugiato agli ucraini: sta lavorando piuttosto sul ricongiungimento familiare e sull'accoglienza tra le famiglie che si rendono disponibili.

Il Guardian ha denunciato questa politica. I rifugiati nigeriani sostengono che il governo britannico sta ignorando le persone di colore fuggite dall'Ucraina. Gli stessi respingimenti si verificano nei confronti di persone di colore e di origine asiatica. Sarebbe successo lo stesso con europei bianchi? È una domanda che si fanno i rifugiati respinti, anche a diverse latitudini. Ci sono corsie preferenziali tra chi scappa da guerre e persecuzioni? È la stessa domanda evocata anche dopo le scene disumane che abbiamo già visto alle porte dell'Europa quando al confine tra Bielorussia e Polonia migliaia di profughi mediorientali, anche bambini, sono rimasti e rimangono bloccati, al gelo, senza possibilità di entrare in Europa. 

Alba Kapoor, Senior Policy Manager del Runnymede Trust (un think tank che si occupa di diritti civili e uguaglianza) ha detto che la risposta del Regno Unito solleva questioni di uguaglianza e che le persone di colore sono disumanizzate, considerate come migranti africani invece che rifugiati dall'Ucraina. 

Hanno raccontato la storia di Alani Iyanuoluwa, 24 anni, è fuggita da Kiev due settimane fa, che sperava di riunirsi con la famiglia a Londra, ma è stata invece lasciata bloccata, divisa da altri rifugiati dall'Ucraina perché è nera. Altri rifugiati dall'Africa stanno affrontando lo stesso trattamento. «Veniamo dalla guerra e ci stanno dicendo che senza un passaporto ucraino non possiamo venire nel Regno Unito, ma il Regno Unito dovrebbe considerare tutti i residenti che vivevano in Ucraina quando la guerra è iniziata», ha spiegato ai media. 

Clare Moseley, fondatrice dell'associazione Care4Calais, ha detto: «Gli schemi del Regno Unito per aiutare i rifugiati ucraini a venire in Gran Bretagna sono pesantemente orientati verso i cittadini ucraini. Ma non sono le uniche persone le cui case e vite sono state distrutte dal conflitto».

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Il piano inglese non porebbe limiti al numero di persone da accogliere ma formalmente contrasta con il piano di visti del governo per gli afghani, per esempio, che ha solo 5.000 posti. Le associazioni umanitarie chiedono che il programma Homes for Ukraine venga esteso, per esempio, per permettere alle famiglie britanniche di ospitare anche famiglie afghane.

L'ambasciatore dell'Ucraina nel Regno Unito, Vadym Prystaiko, circa un mese fa ha detto ai deputati che da anni non c'è fine alle «seccature burocratiche» per i suoi concittadini che vengono nel Regno Unito.  Ha raccontato che anche sua moglie non poteva inizialmente ottenere un visto per raggiungerlo, nonostante lui fosse il rappresentante della sua nazione. I britannici possono entrare in Ucraina senza un visto dal 2005, ma l'accordo non è mai stato reciproco. A questo bisogna aggiungere che la Gran Bretagna sta affrontando il Nationality and Borders Bill, la norma che diverse associazioni umanitarie hanno ribattezzato Legge anti rifugiati. Tra le opzioni che prevede la legge ci sarebbe la delocalizzazione dei richiedenti asilo in centri di trattamento all'estero.

Ultimo aggiornamento: 16:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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