Regno Unito, oltre 40 milioni le dosi somministrate: ora si punta a vaccinare i 40enni

Martedì 13 Aprile 2021
Regno Unito, oltre 40 milioni le dosi somministrate: ora si punta a vaccinare i 40enni

Il Regno Unito accelera sulla campagna vaccinale e supera il tetto dei 40 milioni di vaccini anti-Covid somministrati, inclusi circa 8 milioni di richiami. Ieri Boris Jhonson aveva confermato anche il raggiungimento di un altro traguardo: l'offerta della prima dose a tutti gli ultracinquantenni residenti nel Paese.

Mel frattempo, il servizio sanitario (Nhs) ha annunciato un cambio di marcia significativo del piano vaccini a partire dai quarantenni, con la possibilità per chi ha da 45 anni in su di prenotare da oggi online la vaccinazione senza nemmeno attendere la convocazione. «È un'altra pietra miliare enormemente significativa del nostro programma vaccinale», avevano chiosato ieri il premier Tory e il suo ministro della Sanità, Matt Hancock, a proposito del copertura dei cinquantenni, impegnandosi ora a moltiplicare i richiami, ma confermando pure l'obitettivo già fissato della prima dose a tutta la popolazione adulta over 18 del Regno al più tardi entro il 31 luglio.

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Ipotesi mix tra sieri diversi 

L'ipotesi di dover «mischiare» i diversi vaccini anti Covid, specie laddove si rendessero necessari richiami ulteriori oltre la seconda dose con versioni aggiornate tarate in modo più specifico sulle varianti del virus, non è da escludere secondo uno dei maggiori specialisti britannici: il professor Jeremy Brown, immunologo all'University College di Londra e membro del Joint Committee of Vaccination and Immunisation, l'organismo scientifico indipendente che assiste il governo di Boris Johnson in materia di campagna vaccinale sull'isola. Per Brown, potrebbe trattarsi di una necessità pratica «una volta che si sarà completata la somministrazione della doppia dose di Moderna, o Pfizer, o AstraZeneca, visto che in futuro sarà difficile poter garantire la disponibilità dello stesso tipo di vaccino» a tutte le singole persone.

A suo giudizio non vi sono controindicazioni del resto assolute al riguardo, anche se occorre attendere «i dati» delle prime sperimentazioni in atto sul «mix» di vaccini in termini di «risposta immunitaria». Parlando a Bbc Radio 4, l'accademico britannico ha poi avvertito che i vaccini, «per quanto importanti», potrebbero non bastare a impedire «una terza ondata» se il virus riprendesse forza, con una potenziale minaccia di «altri 30.000-50.000 morti» nel Regno. Aggiungendo che il contenimento della pandemia continuerà a dipendere per un certo periodo anche da altri fattori, in particolare dal rispetto di «misure di distanziamento sociale».

Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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