Caso Epstein, la Regina non paga: il principe Andrea costretto a vendere lo chalet svizzero da 20 milioni di euro

Venerdì 7 Gennaio 2022

Lussuoso chalet sulle Alpi svizzere in vendita: valore 20 milioni di euro, trattative riservate. Scandalo Epsteinil 61enne Andrea duca di York potrebbe ritrovarsi costretto a vendere la prestigiosa dimora alpina a Verbier per pagarsi le spese legali e quelle di un potenziale risarcimento milionario. 

Infatti niente soldi dalla mamma sovrana per il principe. Nuova tegola sulla testa non coronata del terzogenito di Elisabetta II, coinvolto nella vicenda dello scandalo sessuale connesso alla frequentazione del defunto miliardario pedofilo americano Jeffrey Epstein. In attesa di sapere se la giustizia Usa intenda accettare o meno la richiesta dei suoi avvocati di archiviare la causa civile intentata contro di lui da Veronica Giuffre, una delle presunte vittime (all'epoca minorenne) del faccendiere e dei suoi tanti amici vip, il 61enne duca di York si prepara in effetti già al peggio.

Chalet svizzero in vendita: il principe Andrea cerca soldi

E potrebbe ritrovarsi costretto a vendere il prestigioso chalet che possiede fra le Alpi della Svizzera per pagarsi le spese legali e quelle di un potenziale risarcimento milionario.

Questo, almeno, è quanto scrivono i tabloid d'oltre Manica - dal Mail, al Mirror, al Sun - affidandosi alle abituali fonti anonime, per quel che valgono. Fonti del resto unanimi nel riferire che il duca avrebbe messo in moto (in realtà da qualche mese) i proprio emissari in vista dell'ipotetica cessione dell'immobile, dove ancora a Capodanno è stato visto svernare con la famiglia per trascorrere una vacanza sulla neve e sugli sci prima del redde rationem sul caso Epstein.

 

Una tipica magione di montagna versione extra lusso il cui valore è stimato in circa 20 milioni di euro, molto amata anche dalle sue due figlie Eugenia e Beatrice, oltre che dall'ex moglie-amica Sarah Ferguson, ma che peraltro non risulta essere stata ancora finita di pagare. Le fonti affermano che la 'rinuncia' si renderà necessaria soprattutto se il procedimento giudiziario avviato a New York nei confronti del duca dovesse andare avanti. Poiché la 95enne Elisabetta II questa volta non appare intenzionata a coprire con fondi dell'appannaggio reale le spese processuali a colui che è stato a lungo considerato il suo figlio prediletto, a dispetto dei ripetuti passi falsi e imbarazzi causati a corte anche in passato.

Tanto più che a sostegno della linea dura vi sarebbe l'erede al trono Carlo - fratello maggiore e storico 'rivale' di Andrea in seno alla Royal Family, a dar retta alla narrativa popolare sulle beghe di palazzo - accreditato ormai d'un ruolo da coreggente su molte questioni dinastiche: controllo sulle risorse di casa Windsor in primis. Il destino del duca, e della sua baita dorata, è dunque in mano a Lewis Kaplan, il giudice newyorchese, chiamato a decidere sul prossimo capitolo del contenzioso scaturito dalle accuse di molestie mosse dalla Giuffre contro il terzo figlio di Elisabetta e di Filippo.

Con il verdetto chiave atteso a breve sulla faccenda della transazione sottoscritta dalla presunta vittima con Jeffrey Epstein fin dal 2009, nella quale in cambio di mezzo milione di dollari Virginia s'impegnava a non cercare più alcun risarcimento sia dal miliardario sia da altri «potenziali indagati» suoi amici: transazione che stando ai legali del duca dovrebbe coprire anche Andrea, rendendo invalida la causa civile aperta adesso contro di lui. Ma che se così non fosse obbligherebbe il più scapestrato dei Windsor a continuare a difendersi nel processo a costi assai elevati. O, in alternativa, a cercare un accordo extra giudiziale con l'accusatrice che giornali britannici come il Telegraph ritengono possibile a patto di sborsare non meno di 5 milioni di dollari: ammesso che bastino.

Lo scenario

Un accordo da 500mila dollari tra Virginia Roberts e Jeffrey Epstein, morto suicida in carcere nel 2019, potrebbe rappresentare per il principe Andrea la via d'uscita dal processo di New York. Qui infatti è stato denunciato dalla donna per una violenza sessuale subita quando la Roberts aveva 17 anni e quindi era ancora minorenne. Il giudice Lewis Kaplan, oggi, deciderà se ci siano gli estremi per proseguire con il procedimento penale oppure per archiviare il caso. Il figlio della regina ha sempre negato ogni accusa e tramite i suoi legali ha tentato più volte di evitare il processo: prima, come scritto dalla stampa britannica, ha lasciato Londra nella speranza di non farsi trovare per non ricevere la citazione in giudizio; poi, ha cercato, senza riuscirci, di invalidare il processo a suo carico sulla base della nuova residenza della sua accusatrice, che vive da anni in Australia e non più negli Stati Uniti. Tentativi andati male, almeno fino a ieri, quando un documento, che potrebbe rappresentare una svolta, è stato reso pubblico.

 

IL DOCUMENTO

Si tratta di un accordo confidenziale - e per questo rimasto segreto da quando era stato stipulato nel lontano 2009 - che Virginia Giuffre (ai tempi Roberts perché nubile) aveva preso con Jeffrey Epstein. Nel 2009 la donna aveva accusato il ricco finanziere di averla circuita e coinvolta in un mondo di abusi sessuali nella sua casa in Florida quando era ancora un'adolescente. «Oltre a essere sfruttata sessualmente da Epstein le era richiesto di soddisfare anche i suoi amici, inclusi reali, politici, professori, uomini d'affari e altre sue conoscenze», si legge nell'accusa. Un caso che non finì mai in tribunale perché Epstein riuscì a concludere un accordo economico con la giovane donna: il 17 novembre del 2009, l'uomo accettò di pagare a Virginia Giuffre 500mila dollari. In cambio lei si impegnava a rinunciare a qualsiasi altra denuncia contro Epstein e contro «qualsiasi altra persona o entità» a esso correlata. E il principe Andrea rientrerebbe in questo elenco. Un cavillo che, secondo i legali del duca, significa una cosa ben precisa: la Roberts non può denunciare il loro assistito.

 

LE CONSEGUENZE

Per gli avvocati della controparte, invece, l'accordo sarebbe irrilevante nel caso contro il Principe, reo, secondo loro, di aver abusato della loro assistita a New York, Londra e nelle Isole Vergini Americane. Se sul piano legale - alla luce di questo documento - la strada per il figlio della regina Elisabetta sembra spianata ma la sua immagine pubblica rischia di essere ormai danneggiata per sempre. Soprattutto in seguito alla recente condanna dell'amica Ghislaine Maxwell, ritenuta colpevole di aver circuito decine di ragazze minorenni a scopo sessuale con il defunto Jeffrey Epstein. In questi giorni, inoltre, mentre la ex moglie Sarah Ferguson e le figlie con le rispettive famiglie trascorrono le vacanze invernali sugli sci in Svizzera, il duca continua a rimanere lontano dai riflettori.

Un basso profilo voluto dalla sovrana, che gli ha tolto tutti gli incarichi reali all'indomani dell'intervista boomerang rilasciata alla BBC nel 2019. E ora sembra che la sua figura sia diventata scomoda anche per i veterani delle Grenadier Guards, di cui il principe è comandante d'onore. Sul Times Julian Perreira, sergente a riposo del corpo e reduce dell'Afghanistan, ha chiesto le sue dimissioni formali e immediate poiché la sua presenza rappresenta «una macchia» nella storia del corpo. Solo la regina, tuttavia, può rimuovere i titoli militari del figlio, che in totale sono sette. Richard Kemp, ex comandante delle truppe britanniche in Afghanistan, ha fatto appello proprio alla sovrana, affinché metta il suo dovere davanti alla famiglia, la corona davanti ai figli. Un appello che, visto il rinomato senso di responsabilità di Elisabetta II, potrebbe non rimanere inascoltato.

 

Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 19:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci