Adesso è Francesco Giorgi a vuotare il sacco, a fare i nomi, a illustrare il “listino prezzi” e ricostruire le battute da cui ha preso le mosse la rete internazionale di euro-corruzione svelata dal Qatargate. Che si estenderebbe pure a Marocco e Mauritania. La versione che il collaboratore parlamentare ha affidato agli inquirenti belgi inchioda il suo ex capo Pier Antonio Panzeri e, parzialmente, la compagna Eva Kaili, vicepresidente dell’Eurocamera destituita due settimane fa.
È all’inizio dell’anno successivo che i due si accordano e la collaborazione prende il via: nei primi mesi del 2019 «abbiamo definito gli importi, che ho qualche difficoltà a ricordare, per i nostri interventi». Somme «in contanti». Ricostruzione, quella di Giorgi, che smentirebbe quanto detto da Panzeri al giudice istruttore Michel Claise a proposito del sodalizio con Doha, iniziato solo nell’autunno 2019, cioè qualche mese dopo la fine del suo mandato da eurodeputato, quando decise di fondare l’ong “Fight Impunity”. Nel board furono invitati a sedere personaggi di spicco internazionale, ma l’obiettivo dell’organizzazione, secondo Giorgi, era fare da copertura per non «destare allarme».
GLI ALTRI PAESI
Fin qui le relazioni con il Qatar, che avrebbe usato la rete di Panzeri anche per distribuire biglietti d’aereo tra alcuni collaboratori dell’Eurocamera. Nella ricostruzione di Giorgi rientrano pure Marocco e Mauritania: l’accordo con Rabat prevedeva «che avremmo lavorato per evitare risoluzioni del Parlamento contro il Paese, in cambio di 50mila euro». L’interlocutore di riferimento sarebbe stato l’ambasciatore marocchino in Polonia Abderrahim Atmoun, spesso ritratto in foto con i due italiani. La Mauritania, invece, «ha un problema d’immagine, e per questo s’è rivolta a Panzeri. Ho affittato il mio appartamento (a due passi dal Parlamento, ndr) all’ambasciatore. Quella era la mia controparte. Panzeri ha invece incassato 25mila euro in contanti». Intanto, il dem Andrea Cozzolino, pur non indagato, ha chiesto di essere sentito dagli inquirenti. Cozzolino si è auto-sospeso dai ruoli nel gruppo S&D e dalla presidenza della delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb.